Vertenza Rfi. Qualche risposta potrebbe finalmente giungere dall’incontro del 4 aprile

È ripresa dalla 22 di ieri sera la navigazione nelle acque dello Stretto di Messina, dopo il blocco di 24 ore indetto unitariamente dalla sigle sindacali, in segno di protesta alla politica di dismissione del trasporto su rotaia messa in atto dai vertici del gruppo Ferrovie dello Stato. Una protesta che nel corso della giornata di ieri ha visto anche l’organizzazione di un’assemblea nella sala Mosaici della Stazione Marittima, e che si può dire abbia dato i suoi frutti.

Prima di tutto sul fronte dell’adesione, i numeri, anzi la percentuali non mentono: fonti sindacali parlano del 90% con punte fino al 100%, i dati forniti dal Rfi-Bluvia si attestano invece al 70-80%. Uno scarto di circa il 20% che tuttavia poco incide sul risultato finale, quello cioè di aver ottenuto maggiore attenzione da parte dell’amministrazione cittadina.

Il primo cittadino Giuseppe Buzzanca ha infatti convocato un tavolo di confronto per il prossimo 4 aprile, al quale sono stati invitati a partecipare, dipendenti Rfi, sindacati e i rappresentanti della società FS: quest’ultimi che fino ad ora, come più volte denunciato dagli stessi rappresentanti dei lavoratori, non hanno mai mostrato alcun interessamento rispetto alle spiegazioni richieste dai lavoratori del comparto marittimo e in alcuni casi anche agli appelli lanciati dai deputati regionali, sono stati dunque chiamati ufficialmente in causa dal sindaco di Messina, nella speranza che stavolta Rfi rompa quel muro di silenzio.

Parecchie, come facilmente si potrà immaginare, le domande da rivolgere al/ai rappresentante/i di FS: sul perché ad esempio non sia stato rispettato quanto stabilito nel piano di produzione siglato a Roma lo scorso 16 settembre e che prevedeva una riorganizzazione, seppur minima, dei trasporti nello Stretto; o ancora come mai si sia deciso di affidare i servizi di manutenzione degli impianti elettrici del traghetto Scilla, ad una ditta esterna la ‘Naval Service”, quando finora a svolgere tali incarichi è stato il personale di bordo. Per poi arrivare alla domanda delle domande: quella sul futuro lavorativo degli oltre 250 dipendenti Rfi-Bluvia che da un giorno all’altro rischiano di trovarsi in “alto mare”.

(foto Dino Sturiale)