Vertenza Siremar. Bufardeci solidale con i manifestanti. D’Alia all’attacco del governo

Una cosa è certa: nessuno è intenzionato ad accettare passivamente l’eventuale decisione di tagliare i collegamenti marittimi con le isole minori siciliane e gli ultimi sviluppi fanno pensare che la vicenda Siremar sia destinata a tenere banco ancora per diverso tempo. Nonostante gli incontri tra regione e governo nazionale, e le proteste dei cittadini eoliani che senza abbassare mai la guardia hanno seguito con estrema attenzione una vicenda che ha a che fare un primis con il loro futuro, la situazione sembra essere in alto mare. In attesa che l’assessore regionale ai trasporti Titti Bufardeci abbia un nuovo confronto con il ministro dei trasporti Matteoli, questa mattina parteciperà alla seduta pubblica della Commissione Trasporti all’Ars.

Intanto però Bufardeci continua a mostrare grande solidarietà verso le proteste organizzate dagli abitanti delle isole minori della Sicilia negli ultimi giorni: «Il governo della Regione siciliana è al loro fianco in questa difficile trattativa che riguarda la Siremar. Non accettiamo tagli ai servizi marittimi e porteremo avanti il nostro punto di vista, per ragioni di equità sociale e di civiltà: le isole minori della Sicilia sono un patrimonio meraviglioso e faremo tutto per tutelare il loro sviluppo socioeconomico».

E intanto da Roma il senatore Gianpiero D’Alia che in più occasioni è intervenuto proprio sulla vicenda della Siremar, attacca l’esecutivo nazionale tacciando Matteoli&co di assoluto disinteresse rispetto al futuro dei trasporti marittimi siciliani e proprio per questo invita il sindaco di Lipari Mariano Bruno e i consiglieri di maggioranza, nonostante le proteste inscenate dagli stessi amministratori eoliani nelle ultime ore, a dimettersi: «Lo sciopero della fame indetto dal sindaco di Lipari Bruno e l’auto-sospensione di esponenti della maggioranza dai rispettivi partiti di appartenenza, Forza Italia e Alleanza Nazionale, sono indizi preoccupanti che svelano il disinteresse del Governo a risolvere il problema».

L’indifferenza mostrata dagli esponenti nazionali,afferma D’Alia, è evidente poiché ancora una volta non è stato affrontato il nodo centrale della questione ovvero lo scorporo della Siremar dalla privatizzazione della Tirrenia. A ciò, secondo l’esponente dell’Udc, si aggiunge il fatto che, considerati il fermento nel consiglio comunale siciliano, c’è ben ragione di pensare che il governo non troverà neanche quei 46 milioni di eruo dei fondi Fas inizialmente promessi, almeno per mantenere i servizi fino per tutto il 2009. Da qui alle dimissioni del sindaco e dell’intero organo consiliare il passo è breve: «Di fronte al calpestamento dei diritti più elementari dei cittadini eoliani, per primo quello alla mobilità, a sindaco e consiglieri di maggioranza – chiude D’Alia – non resta altro che le dimissioni».