Un giorno all’isola pedonale. Gli automobilisti “incazzati neri” e il ruolo di parcheggi e tram

Cose dell’altro mondo. Favorevoli e contrari, soddisfatti e arrabbiati, perplessi e possibilisti. Sono i sentimenti, contrastanti, dei messinesi nel primo giorno di istituzione dell’isola pedonale intorno a piazza Cairoli. Ciò che in altre città è realtà da anni, a Messina lo è da ieri. Non senza difficoltà. Ma il bilancio, finora, è positivo.

Siam partiti ieri mattina dalla redazione di Tempostretto, viale della Libertà, siamo fortunati ad essere davanti alla fermata del tram. Non aspettiamo molto, saliamo e poi scendiamo a piazza Cairoli. Quattro chiacchiere con i colleghi, prima di iniziare il tour itinerante con l’assessore Cacciola e il Consiglio della IV Circoscrizione.

“Ma chi è ‘stu trafucu?” – mi chiede una signora sulla sessantina -. “C’è l’isola pedonale” – rispondo -. “E chi sarìa?” – mi domanda ancora -. “Si può camminare solo a piedi – replico -, senza le macchine”. “E si unu ava ‘nnari unn’u dutturi?” – è la sua ultima domanda -. “A piedi” – dico -. “Malanovazza chi mmi hannu” – conclude l’arzilla signora. E va via.

La maggior parte dei passanti dal lato monte, però, apprezza la novità. Via dei Mille, considerata anche la chiusura delle strade intersecanti fino a via Risorgimento, è un bel colpo d’occhio. Con i rappresentanti delle istituzioni, ci spostiamo sul lato valle, dove si riscontrano le maggiori criticità.

Agli incroci di viale San Martino e via Giordano Bruno con la via Maddalena, in particolare, sembra di stare in un altro mondo. Dalla tranquillità passiamo al caos più totale, clacson impazziti ed animi esasperati di chi si ritrova in fila da diverse decine di minuti. Eppure c’era da aspettarselo e prendere le dovute precauzioni. E’ ciò che ha fatto chi proveniva dalla direzione nord, usando il Cavallotti e il La Farina. Non è avvenuto lo stesso dall’altra parte, dove il parcheggio di Villa Dante è rimasto praticamente vuoto. Una ventina o al massimo trenta le auto in sosta gratuita su una capienza di 216 posti. E’ vero, il parcheggio dista la “bellezza” di 500 metri dal viale Europa, che diventano 1000 fino a via Nino Bixio e 1200 fino a via Maddalena, ma per chi non può spostarsi a piedi c’è pur sempre il tram.

C’era poi chi non aveva alcun interesse per l’isola pedonale, ma voleva solo bypassarla. “Ci ho messo mezz’ora da Ponte Americano a qui” – tuonava uno dei nostri intervistati -. Certo, se invece che il viale San Martino avesse percorso via La Farina o, non sia mai, via don Blasco, avrebbe impiegato 5 o 10 minuti, ma probabilmente non avrebbe avuto lo stesso “sapore”. E chi è causa del suo mal, pianga sé stesso.

Che ci siano dei correttivi da apportare è indubbio, lo ha ammesso lo stesso assessore Cacciola, in particolare sulle fasi semaforiche dell’incrocio tra via Ugo Bassi e via Tommaso Cannizzaro. E’ però necessario modificare le proprie abitudini. Tra qualche giorno non ci si potrà più rifugiare dietro gli incredibili “non lo sapevo” o “è una vergogna”.

Andiamo in redazione a raccontare sulle nostre pagine quanto abbiamo visto, prima di ritornare nell’”isola” nel tardo pomeriggio, intorno alle 18.30. Stavolta utilizziamo la macchina. La cortina del Porto si percorre in un batter d’occhio. Superata la Stazione Marittima, una sgradita sorpresa: il primo tratto di via La Farina è totalmente al buio. Ci dirigiamo al parcheggio Cavallotti, non prima di aver notato due auto parcheggiate in divieto di sosta, sul marciapiede, a 20 metri dal multipiano. Mah. Saliamo al primo piano, è quasi pieno ma troviamo posto. Scendiamo le scale ben illuminate e non puzzolenti, come purtroppo eravamo abituati a constatare. Scegliamo di utilizzare il servizio navetta, per vedere come funziona. Aspettiamo circa un quarto d’ora e si parte. Insieme a noi, una sola persona, che commenta: “Non capisco perché quest’isola pedonale dopo le feste. Vediamo quanto durerà, un mese o due mesi”. Sarà permanente, ma non glielo diciamo. “Quello che non capisco io – riprende l’autista – è il senso di questo servizio”. Stiamo ancora in silenzio, ma non possiamo darle tutti i torti. Scendiamo all’angolo tra piazza Cairoli e via Tommaso Cannizzaro, dopo aver fatto esattamente 350 metri, distanza percorribile a piedi in 4 minuti (dati google maps). Non ce la sentiamo di criticare, però, un eccesso di zelo da parte dell’amministrazione comunale.

Nel pomeriggio, una volta chiusa anche la parte monte di piazza Cairoli, apprezziamo ancora di più l’area pedonale. Il silenzio interrotto solo dalle voci dei passanti che si riappropriano delle strade, bambini compresi. Tornano in mente le parole del sindaco Accorinti sul silenzio, parole che avevamo quasi schernito bonariamente quando accoppiate alle solite “pace, amore e serenità”.

Camminando, notiamo che la situazione traffico è molto simile a quella della mattinata: tranquilla lato monte, caotica lato valle, sempre agli stessi incroci con via Maddalena. Tra gli automobilisti “incazzati neri” come il personaggio di Gioele Dix, ne notiamo anche alcuni più calmi che ci sorridono e ci “invidiano”. Al loro posto, io non sarei così calmo perché purtroppo rientro nella categoria degli automobilisti “sempre e costantemente incazzati come una bestia”. Per questo ho deciso di utilizzare il Cavallotti e godermi l’isola pedonale.

Il primo giorno è solo il primo passo. L’area pedonale sarà messa alla prova dei week end col pienone o dei giorni freddissimi oppure afosi nei quali resterà vuota. Col tempo, andrà arredata e dovranno programmarsi iniziative, per non rimanere un contenitore senza contenuti.

A chi dice che Messina non è adatta ad un’isola pedonale in centro, vorrei chiedere perché invece lo sono città con conformazioni simili, come Genova o anche Reggio Calabria. A chi dice che i messinesi non sono adatti per un’isola pedonale in centro, rispondo che in parte è vero ma che possono diventarlo. A chi dice che siamo a favore di Accorinti perché elogiamo tali iniziative e a chi dice che facciamo riferimento ad altre aree politiche quando critichiamo le iniziative di questa giunta, rispondiamo che siamo a favore delle belle idee e contrari a quelle che non ci piacciono. A nostro avviso, ad esempio, sarebbe stata più bella e funzionale un’area pedonale che, oltre a piazza Cairoli, comprendesse anche il viale San Martino, molto più che via dei Mille o via Giordano Bruno. Fermo restando che in futuro tutto è possibile, dobbiamo ammettere che anche in questo modo rappresenta un salto di qualità. Con buona pace di chi pensa che a Messina non sia possibile.

(Marco Ipsale)