Sicurezza sismica in Italia, indagine conoscitiva alla camera dei deputati

Il rischio sismico interessa quasi metà del territorio nazionale e in Sicilia oltre l’80% della popolazione vive in zone urbanizzate ad elevata sismicità. Partendo da queste considerazioni, il Consiglio Nazionale Ingegneri è stato chiamato il 3 ottobre scorso a Roma per esprimere il proprio parere informale nell’ambito dell’indagine conoscitiva sullo stato della sicurezza sismica in Italia promossa dalla VIII Commissione “Ambiente Territorio e Lavori Pubblici” della Camera dei Deputati.

Secondo i dati Istat quasi un quarto del costruito ordinario (circa 6 milioni di abitazioni su un totale di oltre 27 milioni) versa in mediocre o pessimo stato di conservazione e in generale è a rischio una larga parte del patrimonio abitativo, atteso che 16 milioni di abitazioni sono state costruite prima del 1971. L’attenzione maggiore è stata posta sull’edilizia pubblica ed in particolare sulle scuole, l’ambito infrastrutturale necessariamente più esposto rispetto al rischio sismico sulla popolazione.
Individuata come necessaria la crescita di una cultura della prevenzione accompagnata da concreti meccanismi di incentivazione economica.
Obbigatorietà della “certificazione simica” degli edifici, politiche di incentivazione, polizze assicurative. Questi sono solo alcuni dei principi che il presidente del Cni, Armando Zambrano, ha posto all’attenzione della Commissione.

L’ing. Santi Trovato: “Su questi temi l’Ordine Ingegneri di Messina già nel giugno di quest’anno aveva presentato alcune modifiche alla Legge Regionale sul “Piano Casa”, con le quali venivano proposti aumenti degli incentivi volumetrici e delle detrazioni fiscali a favore di chi adegua, alle normative antisimiche vigenti, il patrimonio edilizio esistente sul territorio”.

“Al prossimo governo Regionale Siciliano chiediamo impegni precisi affinché si intervenga concretamente sui temi della sicurezza pubblica e privata con atti legislativi chiari e lungimiranti che, accogliendo le modifiche da noi proposte al “Piano Casa” Regionale, prevedano anche lo snellimento delle procedure burocratiche, in special modo in ambito edilizio – ha concluso Trovato -. aiutare il committente anche fiscalmente rimetterebbe in moto un’economia in lenta agonia e garantirebbe nuova qualità sia strutturale che architettonica al patrimonio edilizio della nostra Regione”.