Francesca Incudine in concerto al Val D’Agrò di S. Teresa con il suo “Tarakè”

S. TERESA D RIVA – Il direttore artistico del Teatro Val D’Agrò, Cettina Sciacca, insieme con la Compagnia Sikilia, si sono detti "onorati" di aver ospitato al Teatro, nei giorni scorsi, la Compagnia Teatro mobile di Catania con lo spettacolo Sogno di una notte a Bicocca (regia di Francesca Ferro e uno stuolo di bravissimi attori che hanno tenuto gli spettatori inchiodati alle poltrone per un’ora e mezza, ricevendo circa 10 minuti di applausi).

“Stiamo portando al Teatro uno spettacolo migliore dell’altro – dice con soddisfazione Cettina Sciacca – poiché desideriamo che questo piccolo teatro di provincia, il Val D'Agrò, diventi una fucina di arte e cultura. Il nostro grazie va a tutta la gente che ci segue e crede in noi”.

Ed ecco che il prossimo evento fuori cartellone, altrettanto interessante, è già pronto: domenica 20 gennaio al Teatro Val D’Agrò si esibirà in un grande concerto Francesca Incudine, sorella del noto Mario, che, senza togliere nulla alla bravura e notorietà del fratello, si sta imponendo, in punta di piedi, nel campo musicale con estrema bravura e grande umiltà.

La cantautrice ennese Francesca Incudine ha vinto la Targa Tenco 2018. A decretarlo è stata una giuria composta da oltre 300 giornalisti musicali che ha stabilito che “Tarakè”, prodotto dalla giovane etichetta Isola Tobia Label, è il disco in dialetto più bello dell’ultima annata, confermando così i tanti riscontri positivi che la cantautrice ha raccolto con questo lavoro intenso e delicato, tra canzone e world music.

La band di 4 elementi è composta da:

FRANCESCA INCUDINE

NICOLA MERLISENNA, chitarra

RAFFAELE PULLARA, fisarmonica e corde

SALVO COMPAGNO, percussioni

Tarakè, di semi sparsi al vento” è il titolo del nuovo concerto della cantautrice ennese Francesca Incudine, per presentare il suo nuovo un lavoro discografico che racconta di coraggio e di cambiamento, di viaggi, di speranza, “di semi sparsi al vento”, quei semi come sogni e come segni, volati via dalla corolla del dente di leone, il tarassaco, il nuovo fiore simbolo scelto per questo nuovo percorso artistico. Brani ben piantati per terra, che raccontano storie coraggiose, amori fecondi, finestre sul reale e sul possibile, desideri e volontà. Quadri sonori dipinti dagli arrangiamenti di Carmelo Colajanni e Manfredi Tumminello, che ne curano la direzione artistica, miscelando sapientemente il suono alla parola, il pop alla world music, il siciliano all’italiano, per restituire al pubblico una trama ispirata.

Viene da un’urgenza di cambiamento, dalla ricerca di nuove strade e dalle conseguenti cadute, il secondo album di Francesca Incudine, cantautrice siciliana, tra le giovani realtà più interessanti della world music italiana.

Così, come quei piccoli semi, sono venute fuori – racconta Francesca Incudine – le canzoni di questo disco. Undici piccole guerriere che raccontano di coraggio e di come le cose cambiano solo se veramente vogliamo che cambino. Undici quadri sonori per restituire un po’ di ciò che ero e di ciò che voglio essere, rispondendo ancora una volta ad una promessa fatta a me stessa: quella di essere autentica”.

È un disco che racconta l’impegno di vivere Tarakè. Si potrebbe dire che è colorato ad acquerelli, come l’immagine di copertina firmata da Stefania Bruno. L’album contiene un omaggio ad Andrea Parodi, cantante dei Tazenda, ovvero la versione di “Frore in su Nie” che la Incudine ha presentato nel 2013 al Premio dedicato all’artista sardo dove ha fatto incetta di riconoscimenti: premio della critica, premio per il miglior testo, premio per la migliore musica e premio dei bambini.