Sarà la Boheme ad inaugurare la stagione lirica del Teatro Vittorio Emanuele

Sarà La Bohème di Giacomo Puccini, una delle opere più amate e popolari del melodramma italiano, a inaugurare mercoledì 21 gennaio (repliche il 23 e il 25) la stagione lirica dell’Ente Teatro di Messina. Un appuntamento molto atteso perché quest’anno il cartellone del Vittorio Emanuele – che presenta altri due appuntamenti molto popolari: La Traviata in aprile e Carmen in maggio – fa prevedere il tutto esaurito. «Una “politica- – ha detto il presidente dell’Ente, Egidio Bernava – che è stata di primaria importanza per ristabilire il migliore rapporto con il nostro pubblico. Ma tutta la città mi appare più vicina al teatro: le scuole, l’università, le associazioni di base aspettavano un segnale di coinvolgimento per identificarsi in un unico progetto culturale».

Intanto una prima conferma positiva è venuta dall’aumento del numero degli abbonati: «Grazie alla politica condivisa dal Consiglio d’amministrazione – ha spiegato il sovrintendente Paolo Magaudda – abbiamo avuto 850 abbonati musicali con un incremento del 65% rispetto allo scorso anno (330 in più), a fronte di una crisi nazionale che si stabilisce sul -25%. Possiamo essere più che soddisfatti».

Il perché della scelta de La Bohème lo spiega il direttore artistico per la musica Michelangelo Zurletti: «È tra le opere più amate al mondo e ha tutte le qualità per esserlo una volta di più. Compatta, rapida, essenziale, scritta benissimo e a un secolo di distanza dalla prima torinese non ha perso nulla del suo valore iniziale. La compagnia è, come al solito, costituita da elementi giovani e bravi, disponibili tutti al lungo periodo di prove che io ritengo necessario ed è sostenuta da un direttore d’orchestra del quale mi fido molto, anche lui giovane ma molto esperto nel repertorio italiano».

Il direttore è Carlo Palleschi, che il pubblico messinese ha già apprezzato nella scorsa stagione quando è stato sul podio del Vittorio Emanuele per Un ballo in maschera di Verdi. La compagnia di canto, pur essendo giovane, vanta tutta un’esperienza specifica nell’opera di Puccini: il soprano giapponese Yasko Sato (nella foto) e il tenore calabrese Giuseppe Varano sono rispettivamente Mimì e Rodolfo. Negli altri ruoli principali cantano il soprano Tania Bussi (Musetta), i baritoni Davide Malvestio (Schaunard), già sentito l’anno scorso in Werther e Simone Piazzola (Marcello), il basso siciliano Francesco Verna (Colline), l’altro basso Claudio Ottino (Benoit/Alcindoro). Il regista Giovanni Scandella ha spostato la vicenda all’inizio del Novecento e, con le le scene di Roberta Lazzeri e i costumi di Marion D’Amburgo si è ispirato al razionalismo figurativo di Mario Sironi per sottolineare il contrasto tra l’impersonalità della città e le forti e personalissime emozioni dei personaggi.

(foto Dino Sturiale)