Tremedia, il Prefetto prende atto della situazione. La Cgil chiede un incontro con la proprietà

Incontro interlocutorio, quello di stamani sul caso -Tremedia-. Il prefetto Francesco Alecci ha preso atto delle intenzioni da parte della società editrice che è quella di -ridimensionare- l’azienda, ma non chiuderla come invece molti potrebbero pensare, tanto che la redazione, seppur decimata, continua a lavorare, come ci confermano i colleghi stessi, «per continuare a garantire un’informazione quanto più libera e completa», sotto la direzione del giovane neo direttore Edoardo Abramo.

La Cgil, intanto, chiede un incontro alla proprietà dell’emittente televisiva per conoscere la situazione e le eventuali intenzioni future dopo il dimezzamento della redazione, il licenziamento di un amministrativo, quello di un tecnico e la riduzione a part-time del contratto per i restanti tecnici.

«Un altro pezzo storico di Messina che rischia di scomparire per le difficoltà e i limiti del tessuto economico-imprenditoriale cittadino. Continuiamo ad assistere all’agonia della nostra città che stavolta colpisce il settore dell’informazione, si deve reagire» ha affermato il segretario generale della Cgil Franco Spanò.

Gli fa eco il segretario generale della Slc, categoria che si occupa dei lavoratori del settore della comunicazione, Biagio Oriti: «Al di là delle modalità con cui la proprietà senza avere preventivamente incontrato le organizzazioni sindacali ha proceduto al licenziamento del personale, vorremmo sapere se l’azienda ha un piano di rilancio o se semplicemente ha scelto di ridimensionarsi col rischio però, come si può facilmente capire, di scomparire. È difficile credere che un’azienda tra le più presenti nel settore dell’informazione locale non sia appetibile per il mercato. Per il sindacato l’obiettivo resta quello di salvaguardare i livelli occupazionali, in questo caso quindi, quelli precedenti la rimodulazione dei giorni scorsi e anzi, promuovere se possibile ipotesi di rilancio che si traducano in nuova occupazione».

Mentre continua la solidarietà nei confronti di chi ha perso il lavoro, la rinnoviamo anche verso chi invece sta continuando la sua attività in un clima tutt’altro che facile.

S. Caspanello e E. Rigano