“E vui durmiti ancora” e la “Fagiolata sabatina”. Un romettese all’Eredità

E' sempre motivo di orgoglio vedere un concittadino in tv. E' accaduto domenica pomeriggio: Antonio Borghetti, 28enne di Rometta, ha partecipato all'Eredità, il quiz televisivo condotto da Carlo Conti. C'era grande attesa, soprattutto nel borgo sabatino, S.Andrea di Rometta, nel quale Antonio è cresciuto e al quale continua ad essere molto legato. Ne ha parlato anche in trasmissione, facendo riferimento in particolar modo alle tradizioni del luogo, come la Fagiolata Sabatina.

Per l'occasione è stata creata anche una pagina Facebook sulla quale in molti hanno incoraggiato il concorrente romettese, e lo stesso ha potuto inviare saluti e condividere foto con il suo "pubblico". Antonio ha giocato la manche degli "abbinamenti" e non ha raddoppiato, poi si è difeso bene nel "vero o falso", "i fantastici 4", la "scossa" e il "bivio".

Ogni gioco prevede un'eliminazione: il concorrente che ha commesso due errori o ha preso la scossa e quindi è a rischio eliminazione, ha facoltà di "puntare il dito" verso un avversario. A questo punto si gioca la "scalata". Due concorrenti hanno puntato il dito proprio contro Antonio che, come prevede il gioco, ha dovuto individuare in 30 secondi 6 parole accomunate da un'unica iniziale. Alla seconda prova Antonio ha dovuto lasciare la gara, ma ha comunque offerto un'ottima prestazione e soprattutto un momento di allegria, dando anche prova delle sue doti vocali.

"E' stata un'esperienza senza dubbio positiva – dice Antonio – sono felice di aver raccontato a tutta Italia un po' della nostra terra attraverso il canto della serenata "E vui durmiti ancora" e la descrizione della Fagiolata Sabatina, a testimonianza di una cultura tradizionale da salvaguardare e promuovere".

"Ho avuto modo di vedere quanto lavoro ci sia dietro una puntata (truccatori, parrucchieri, autori, costumisti, microfonisti) e di conoscere Carlo Conti che, anche a telecamere spente è un grande professionista e davvero una bella persona. Con i colleghi concorrenti – afferma ancora Antonio – c'è stato sin dal primo momento un clima di sportività che non mi aspettavo: tant'è che chi mi ha puntato il dito contro ha sentito il bisogno di scusarsi con me a fine registrazione. Ma fa parte del gioco e in certi casi – conclude – anche l'emozione gioca brutti scherzi, perchè già intravedevo il duello finale e non credevo che per due volte puntassero il dito contro di me".