Trovato in Sicilia il serpente usato in guerra dagli antichi Greci

Trovato in Sicilia il serpente usato in guerra dagli antichi Greci

Vittorio Tumeo

Trovato in Sicilia il serpente usato in guerra dagli antichi Greci

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martedì 25 Dicembre 2018 - 05:51
CURIOSITA'

Si chiama Eryx Jaculus, nome scientifico che indica il rettile più comunemente noto come Boa delle Sabbie, il protagonista di una ricerca scientifica effettuata in varie zone della Sicilia condotta da un’equipe formata da Gianni Insacco, direttore scientifico del Museo di Storia Naturale di Comiso, in collaborazione con Filippo Spadola, del dipartimento di Veterinaria dell’Università degli Studi di Messina e da Salvatore Russotto e Dino Scaravelli dell’Università di Bologna.I Greci erano soliti impiegare serpenti come proiettili da gettare sulle navi avversarie prima dell’assalto, per creare scompiglio e paura – spiega Gianni Insacco – e in genere usavano vipere private del veleno o, in alternativa, specie simili come il Boa delle Sabbie”.

Tra i cultori e i semplici appassionati di storia qualcuno ricorderà proprio come dalle descrizioni delle battaglie navali che si combattevano nel mondo antico, risultasse che gli antichi Greci usassero attaccare il nemico lanciando sulle navi dei serpenti vivi per diffondere il panico tra i soldati. Ebbene, dalla ricerca portata avanti da Insacco e dagli altri ricercatori, il cui esito è stato riportato sulla rivista Acta Herpetologica, pare che una delle specie di Boa che i Greci erano soliti usare in questo tipo di battaglie sia sopravvissuta allo scorrere dei secoli, abitando proprio le terre in cui la colonizzazione greca fiorì e prosperò per lungo tempo: la Sicilia.

I leggendari “serpenti proiettile” usati dagli antichi Greci sono tra i serpenti più rari d’Europa nonché l’unica specie di Boa presente in Italia. Il rettile si troverebbe altrove soltanto in alcune zone dei Balcani del Sud, in Grecia, ma anche nel Nord Africa e in Medio Oriente. Si tratta di una specie non velenosa, che cattura e uccide le sue prede soffocandole fra le spire. I Boa delle Sabbie sono lunghi circa mezzo metro e vivono nascosti sotto terra, motivo per cui, grazie al loro comportamento così elusivo, sono riusciti a sfuggire per secoli alla vista di ricercatori ed erpetologi; evitano infatti la luce del sole e li si possono cogliere fuori dalla sabbia nelle ore crepuscolari. Ma, soprattutto, sono innocui per l’uomo.

Si pensava fosse una specie ormai estinta e che non fosse mai stata presente in Italia, e invece esemplari di Boa delle Sabbie sono stati ritrovati dopo alcuni avvistamenti registrati nel corso degli ultimi 80 anni, lungo le coste di Agrigento e Caltanissetta, in particolare vicino Licata. Il gruppo di zoologi è riuscito a individuare sei esemplari, di cui tre sono stati catturati vivi e studiati. La ricerca ha dimostrato la presenza di una popolazione stabile e riproduttiva di Eryx Jaculus precisamente in un’area che si estende per circa 40 chilometri quadrati nella pianura alluvionale nota come la “Piana” che si trova nei pressi del fiume Salso, che è stato teatro di due importanti battaglie nella colonia di Imera: la prima risale al 405 a.C. e la seconda al 310 a.C.

Non si esclude comunque che i serpenti potrebbero essere stati importati dagli antichi Greci anche per motivi di culto.

Vittorio Tumeo

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