L’AVVELENATO – “Le parole sono importanti”. Lo diceva Nanni Moretti in “Palombella rossa” e il monito è sempre attuale. Ancora di più in un’agenda quotidiana fatta di frasi schock come “sostituzione etnica”, “la sinistra vorrebbe risolvere il problema della denatalità facendo entrare più immigrati, noi aiutando gli italiani a fare più figli”, “in via Rasella i partigiani uccisero pensionati tedeschi”, “aboliamo la protezione speciale per i migranti perseguitati”. L’unica spiegazione, in superficie, è che gli esponenti di Fratelli d’Italia abbiano un riflesso condizionato nostalgico per un fascismo che non hanno conosciuto. “Carico residuale” e “tagliamo le tasse a chi fa figli” (da non confondere con la necessità di agevolazioni per le famiglie ma anche, in generale, per chi ha bisogno) hanno, invece, il copyright leghista. E tradiscono la sintonia, riguardo agli anatemi anti-immigrati, con un elettorato che vede nell’immigrazione il male assoluto, la causa di ogni problema. Di ogni emergenza, come la disoccupazione e la crisi economica, che, in realtà, ha radici più complesse.
E non manca l’accostamento inopportuno, in questo caso del Comitato “Ponte subito”, tra reddito di cittadinanza e grande opera, “il ponte costa meno del Rdc”, mancando di rispetto a tutti coloro che usufruiscono di un aiuto in situazioni di difficoltà. “Il ponte costa meno di un anno di reddito di cittadinanza e sarà per noi motivo d’orgoglio”, ha dichiarato lo stesso vicepresidente Salvini.
Nel frattempo, il ministro Lollobrigida si difende e parla di “macchina del fango” riguardo alla già citata sostituzione etnica. Come il personaggio del Dottor Stranamore di Kubrick, a cui partiva senza controllo il saluto nazista, era più forte di lui, così gli esponenti del partito della presidente, non del presidente, Giorgia Meloni, parlano a una parte di elettorato che invoca più sicurezza e diritti solo per gli italiani “doc”. Un tempo (e chi scrive non guarda al passato come un paradiso e crede nelle nuove generazioni), i partiti di massa, con i loro pregi e difetti, avevano l’obiettivo di formare gli individui, dal “dottore” all’operaio, e di organizzarli in sindacati e comunità. E senza assecondare parole irrazionali e alimentare capri espiatori.
In quest’ambito, i migranti sono il perfetto capro espiatorio: è oggettivo che la nostra società sarà sempre più multiculturale e che i vantaggi economici di questo scenario siano già maggiori rispetto ai disagi. Basta parlare con economisti e studiosi di varie discipline. Ma centrodestra e pure centrosinistra, succubi di “narrazioni” emotive e mediatiche, hanno alimentato politiche dell’immigrazione ipocrite e sbagliate. Come ha ricordato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, “serve una nuova politica di asilo dentro l’Ue superando le vecchie regole che sono ormai della preistoria” (fonte Italpress).
In sostanza, al di là della superficie, dato che governare è difficile, il centrodestra di Meloni e Salvini cerca di ovviare agli ostacoli puntando su alcuni slogan utili per scaldare una parte di elettorato. Quella che servirebbe, invece, è una prova di maturità per il centrodestra, un’assunzione di responsabilità senza ricorrere a queste frasi da destra nostalgica, E senza dare conforto ai leoni da tastiera e chi alla complessità preferisce gli strali contro categorie e persone fragili. Siano i percettori del reddito di cittadinanza o coloro che sono costretti a sbarcare dopo lunghi viaggi e magari dopo le torture in Libia. Ma, si sa, governare è un impegno pieno d’insidie, mentre ricorrere a frasi fratte e formule semplicistiche può distrarre l’opinione pubblica dalla complessità quotidiana.