Un “Laboratorio per i beni comuni”: la proposta ‘rivoluzionaria’ della giunta Accorinti

Dal concetto teorico all’applicazione pratica, dal dibattito politico ad un provvedimento amministrativo che ha i crismi dell’ufficialità. L’amministrazione Accorinti traccia il percorso da seguire per il riconoscimento e l’individuazione dei cosiddetti “beni comuni” e con delibera di giunta ha avviato l’iter burocratico per l’Istituzione del “Laboratorio Messina per i beni comuni e le Istituzioni partecipate” . L’atto è già arrivato, “ a sorpresa” , cioè senza neanche passare dalla X commissione consiliare , in Consiglio comunale (vedi correlato) , scatenando il risentimento di alcuni consiglieri comunali che – sentendosi scavalcati nelle loro prerogative – non hanno risparmiato critiche all’esecutivo di Palazzo Zanca. A loro dire, reo di professare lo spirito di collaborazione ma poi di agire in maniera autoritaria.

Ma cosa prevede la proposta deliberativa varata dalla Giunta Accorinti? In premessa viene innanzitutto spiegato che l’ amministrazione “considera quali punti caratterizzanti della propria azione politica: l’attuazione degli indirizzi in materia di ampliamento della partecipazione democratica alle scelte di governo degli enti locali, messi a punto nell’ambito delle Istituzioni europee e recepiti dallo Stato Italiano; la definizione di proposte istituzionali che a livello locale possano rispondere all’esigenza sempre più diffusa nella società di rendere trasparente e partecipata la gestione dell’amministrazione urbana ; la definizione di proposte che consentano … di reperire nella maniera più diretta possibile le istanze sociali di riutilizzo, di gestione condivisa e di cura del patrimonio materiale ed immateriale del Comune di Messina…; la necessità che le proposte in merito da parte della Giunta vengano elaborate attraverso un percorso largamente partecipato, nel quale possano esprimersi i cittadini e gli abitanti del Comune, oltre che esperti la cui professionalità nei campo suddetti risulti indiscutibile” .

Nelle intenzioni del sindaco Renato Accorinti e dei suoi 8 assessori, il “Laboratorio Messina per i beni comuni e le Istituzioni partecipate” dovrà essere suddiviso in tre organismi: il “Tavolo tecnico”, al quale prenderanno parte tecnici e professionisti di alta ed indiscussa professionalità in ambito giuridico, economico, filosofico e politologico; il “Forum”, che fungerà da organo consultivo e propositivo e dove i protagonisti saranno i cittadini che chiederanno di partecipare attraverso un sistema di accreditamento; ed il “Nucleo di coordinamento”, presieduto dall’Assessore con delega all’Autogestione dei Beni Comuni, cioè Daniele Ialacqua.

Tra i compiti affidati al Laboratorio ci saranno: la definizione di specifiche proposte alla Giunta ed al Consiglio comunale di istituzioni partecipative del Comune di Messina; la mappatura e la pubblicizzazione del patrimonio immobiliare agricolo etc di Palazzo Zanca; la ridefinizione della regolamentazione degli “usi civici” del Comune con particolare riguardo all’implementazione di parti del patrimonio comunale in disuso, al fine di restituire alla città parti del proprio patrimonio abbandonate o attualmente in cattivo stato di conservazione; l’elaborazione di una proposta di Giunta riguardante la progettualità del Comune relativa a parti del patrimonio immobiliare di Enti e Privati, con la possibilità di sperimentazione d’uso attraverso progetti di riuso e riprogettazione a titolo non oneroso e a tempo determinato.

“Il Laboratorio Messina per i beni comuni e le Istituzioni partecipate potrà essere -si legge nel provvedimento – la fucina nella quale troveranno spazio processi elaborativi di base, proposte dal basso, forme di sintesi per la promozione gestione, valorizzazione dei beni comuni, intesi quali direttamente connessi all’esplicazione dei diritti degli individui, in quanto tali e in quanto cives”.

La squadra guidata Accorinti ha fissato la durata dei lavori del Laboratorio in 12 mesi, scaduti i quali è prevista la presentazione di adeguata relazione finale e “di una serie di proposte inerenti gli obiettivi che questa giunta adotterà con delibera di proposta al Consiglio Comunale, alle Commissioni consiliari competenti, al Segretario Generale del Comune, all’Albo Pretorio e all’Ufficio stampa del Comune”.

Il provvedimento esitato lo scorso 27 settembre è corredato dalle “Linee guida di istituzione del Laboratorio Messina per i beni comuni e le Istituzioni partecipate”, che – come sottolineato dalla Giunta- costituiscono parte integrante della delibera su cui dovrà esprimersi il Consiglio Comunale.

Il dibattito in aula si preannuncia incandescente , anche perché – come sono soliti dire coloro che hanno fatto del concetto del bene comune una visione politica – a confrontarsi ci saranno due retroterra culturali profondamente diversi e distanti tra loro, rappresentati da un lato dall’ Accorinti e dai suoi “seguaci” politici, dall’altro dagli esponenti dei partiti tradizionali . (Danila La Torre)