Lettera di un iscritto del Pdl : « I numeri si raccolgono attraverso la base»

Sono iscritto dal 1994 al partito di Silvio Berlusconi, faccio parte di quella base di elettori che hanno dato fiducia a questo partito e che nel proprio piccolo si sono impegnati a dare un sostegno concreto, convinti di essere nel giusto.

Come tanti sostenitori, non ho apprezzato l'ultimo congresso cittadino, in quella circostanza mi sono sottratto alla nomina di dirigente provinciale. Il motivo è stato la mancanza di una linea partitica locale che guardasse allo sviluppo del territorio attraverso la ricerca di politiche diverse, slegate al sistema assistenziale ed indirizzate al merito ed alla legalità rispetto alla logica dei numeri personali.

I numeri si raccolgono attraverso la base, che da tempo lamenta la mancanza di una dirigenza coesa e condivisa, che sappia ricercare una linea politica comune e indirizzata alla ricerca dei valori, della legalità, del merito e del bene collettivo.

L’ultimo congresso ha rappresentato la più deleteria farsa della storia politica locale. Tutti contro tutto e questo ha prodotto una mancanza di approccio alle vere politiche di rilancio di un partito che necessita di elementi progettuali innovativi, di ricercare una capace classe dirigente ed una politica locale che sia a misura delle esigenze e delle tante problematiche da risolvere.

Oggi i componenti di quella tornata di lavori congressuali si sono persi nel rincorrere poltrone e spazi all’interno del partito mentre la base attende che ritorni la politica e che si determinano delle regole interne democratiche e corrispondenti alle necessità del tempo.

Attenzione a non insistere nella politica del massacro, se non ci sarà un congresso aperto alla base, di riforma delle regole e di cambiamento degli uomini, ci saranno altre sorprese elettorali che indeboliranno ulteriormente il PDL a vantaggio di chi si propone come novità.

I bracci di forza non faranno testo se la politica interna al partito non sia riconducibile alla volontà politica della base ed al cambio di marcia. Ricordo, a questa attuale dirigenza, ormai sgretolata dalla numerose dimissioni e dalle beghe interne, che alle ultime Regionali non hanno votato, in larga parte, proprio coloro che hanno sostenuto il partito nel passato ed è a questi che bisogna dare merito di avere iniziato una rivoluzione culturale con la quale bisogna oggi confrontarsi e ragionare.

Sul piano concreto e necessario mettere in discussione la linea politica, ridisegnare il futuro della città, ancorato ad un piano di sviluppo (il 2020) superato ed in larga parte non condiviso dalla stessa base del partito. Bisogna ritornare ad essere vicini alla propria gente, affamata e non più disposta a cedere deleghe a vuoto. (Francesco Tiano)