Naufragio Concordia, “schiarita” sulla posizione dell’ufficiale messinese Salvatore Ursino

Dalla polvere all’altare. O quasi. Una frase che sintetizza la possibile “svolta giudiziaria” dell’ufficiale Salvatore Ursino, originario di Torre Faro, a bordo della Costa Concordia al momento dell’impatto fatale nei pressi dell’Isola del Giglio che costò la vita a 32 persone. Tra qualche mese, per la precisione il prossimo 12 gennaio, sarà il primo anniversario di un incidente che, per modalità e circostanze, ha fatto il giro del mondo. Sulla grande nave da crociera targate Costa, infatti, erano tanti anche gli stranieri. Una mescolanza di razze che ha, inevitabilmente, ha reso quella italiana una vicenda anche europeo, anzi d’oltreoceano. Senza però andare geograficamente troppo oltre, anche un piccolo “pezzo” della città dello Stretto, si trovava a bordo del grattacielo acquatico al momento dello scontro: parliamo come detto, di Ursino la cui posizione, a seguito della prima fase di udienze tenutasi al Teatro Moderno di Grosseto, è decisamente migliorata.

Nelle settimana successive al fatto, l’ufficiale messinese è stato iscritto nel registro degli indagati insieme all’ex comandante Schettino e ad altre sette persone, al fine di capire quanto accaduto in plancia poco prima dell’impatto fatale. La posizione di Ursino, come detto, però, è notevolmente migliorata. Lo ha spiegato lui stessi stesso insieme all’avvocato, Antonio Langher: “Sta venendo fuori – h affermato – che mi sono attivato qualche secondo prima dell’impatto, ma che l’ho fatto senza che nessuno me lo dicesse. Tantomeno il comandante Francesco Schettino”. A ciò si aggiunge un altro importante elemento: Ursino, infatti, che non ricopriva incarichi specifici, in quanto tirocinante, a seguito dell’incidente, pur avendo concluso da tempo il suo turno di guardia, ha deciso di non abbandonare la nave: ”Ho aiutato l’ equipaggio per mettere in acqua le zattere, e sono sceso dalla Concordia per ultimo – ha spiegato Ursino ai giornalisti dopo l’udienza. Una decisione importante che, anche in virtù di quanto emerso durante il dibattimento, rende Ursino meno indagato e più eroe.