Bilancio di previsione 2015: ipotesi di complotto a Palazzo Zanca. Carte in Procura?

Sulla mancata adozione del bilancio di previsione 2015 a Palazzo Zanca prende piede l’ipotesi di un complotto ai danni dalla giunta Accorinti. I sospetti ricadono sull’intero Collegio dei revisori dei conti, ma il principale indiziato è soprattutto il presidente dell’Organo di revisione, Dario Zaccone.

Nei giorni scorsi, la tesi complottistica ha avuto ribalta nazionale con una articolo uscito il 13 maggio sul Manifesto a firma dall’ex assessore alla cultura Tonino Perna.

«Messina – si legge tesualmente – è la tredicesima città italiana per abitanti, la terza città metropolitana della Sicilia, una città con una grande storia alle spalle che sta morendo a fuoco lento per via del Presidente del Collegio dei Revisori Conti, dottore Dario Zaccone, che da cinque mesi blocca la giunta Accorinti, impedendogli di approvare il bilancio previsionale 2015...».

Nell’articolo, Perna informa dapprima i lettori che Zaccone è «commercialista e consulente di alcune imprese che fanno capo all’impero di Francantonio Genovese… » e poi non manca di sottolineare che quando l’ex deputato del Pd era lontano dalla scena politica per le note vicende giudiziarie, che per mesi lo hanno costretto prima in carcere e poi ai domiciliari, il presidente del Collegio dei revisori dei conti « ha dimostrato di svolgere tranquillamente il suo mestiere». Qualcosa – secondo la teoria del professore reggino – sarebbe cambiata dopo il ritorno in scena di Genovese, che "telecomanderebbe" Zaccone per mettere i bastoni tra le ruote alla giunta Accorinti.

Zaccone ha già fatto sapere che adirà le vie legali per difendersi dalle accuse pesantissime messe nero su bianco da Perna. Ma il dato politico è un altro: ad oggi né il sindaco Renato Accorinti né i suoi assessori hanno preso le distanze da quanto scritto dall’ex collega di giunta. A proposito dell'articolo dell’ex assessore Perna, che ha criticato anche l'eccessiva austerity della Corte dei conti, Eller ha pubblicato un post sul suo profilo Fb in cui ha scritto: «Desidero precisare che il commento dell'ex collega di Giunta è certo interessante, ma ha carattere squisitamente politico», puntualizzando poco più avanti, nel merito degli eccessivi ritardi per l'approvazione del bilancio : «ove si ravvisino possibili ingiustizie o abusi o peggio, esistono le sedi opportune per porvi rimedio» ed infine annunciando: «in accordo col Sindaco e la Giunta, mi riservo ogni azione legittima e dura per il supremo bene pubblico della nostra città di Messina…».

A ciò si aggiunga che da qualche giorno, l’assessore Eller rilascia interviste in cui, in maniera criptica e mai esplicita, lascia intendere di essersi già rivolto o che si rivolgerà alla Procura.

Del resto, la teoria del complotto è la diretta conseguenza della teoria del pelo nell’uovo sostenuta da Accorinti e da Eller nella famosa conferenza stampa di domenica 24 aprile (vedi qui).

«Fino ad oggi abbiamo pagato gli stipendi, non ci devono essere giochetti, abbiamo fatto quello che c’era da fare, non si può giocare con la vita delle persone», erano state le parole del sindaco Accorinti. «Per andare a cercare il pelo nell'uovo faccio fallire una città?» lo aveva seguito a ruota l’ex badante.

In occasione dell’insolito incontro domenicale con i giornalisti, Eller si era presentato nella sala Falcone-Borsellino con numerosi faldoni, annunciando un’operazione verità e trasparenza che di fatto quel giorno non ci fu (si registrò semplicemente un attacco al Collegio dei revisori dei conti). Non è escluso che quelle carte messe sul tavolo a favore di fotografi e telecamere siano già finite o finiranno presto sulla scrivania della Procura delle Repubblica.

L’articolo firmato da Perna sul Manifesto probabilmente ufficializza una tesi già condivisa all’interno della giunta Accorinti, ma mai resa esplicita in maniera così diretta per ragioni di opportunità, soprattutto alla luce del fatto che ancora oggi l’iter del bilancio di previsione 2015, arrivato alla versione 5.0, è tutt’altro che concluso. Dopo l’approvazione della nuova versione del documento contabile in giunta, avvenuta l’ 11 maggio, il pallino, infatti, è ancora nelle mani del Collegio dei revisori dei conti, di cui si attende il parere per consentire al documento contabile di approdare in Consiglio comunale per la definitiva adozione.

E’ inutile dire che questo questo clima di veleni e sospetti non aiuta il lavoro di Zaccone, Zigales e Basile.

Intanto, i giorni passano e la perdurante inadempienza di palazzo Zanca – che dura esattamente dal 30 settembre 2015 ( termine ultimo fissato dalla legge per l’approvazione del previsionale) ma è diventata più grave a partire dal 1.gennaio 2016, quando cioè si è entrati in gestione provvisoria – continua ad impedire il trasferimento dei 72 milioni di euro del contributo statale, alimentando una crisi di liquidità che giorno dopo giorno, settimana dopo settimana settimana si ripercuote su tutti i settori della vita cittadina.

Danila La Torre