A caccia dell’alleanza per le amministrative. Quanti flirt che ruotano intorno al terzo polo

Il terremoto politico romano con le annunciate dimissioni “a termine” del presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, ha fatto salire l’asticella d’allarme elettorale anche in Sicilia, dove presto, sull’onda degli scenari governativi, si potrebbe tornare al voto. Il clima è elettrico ormai da qualche settimana, complice la tornata elettorale prossima che vedrà coinvolti tanti comuni dell’isola tra i quali il capoluogo Palermo. Flirt, confronti, incontri e dichiarazioni si susseguono già, alla ricerca degli accordi e delle alleanze utili a farsi trovare pronti per tempo dinnanzi all’elettorato.

Al centro delle grandi manovre c’è il terzo polo, corteggiato da una parte e dall’altra. Un incontro tra il segretario regionale del Pd, Giuseppe Lupo e il governatore Raffaele Lombardo si è tenuto ieri. Al centro del vertice il tentativo di giungere ad una formula condivisa sul nome da presentare a Palermo. Rita Borsellino, soggetto in cui si rispecchia il Partito Democratico, non si è dichiarata disposta a dialogare con il terzo polo facendo intuire che il suo sguardo è ancora orientato più verso sinistra. Ma al contempo, l’asse democristiana del Pd, non vuole farsi scappare la possibilità di stringere accordi nel resto dei centri isolani con l’Mpa e con gli altri alleati degli autonomisti. «E’ stato un incontro utile per rafforzare l’alleanza tra progressisti e moderati anche per le prossime elezioni amministrative – dichiara Lupo -. Un confronto che e’ necessario proseguire nella comune convinzione che e’ importante unire tutte le forze democratiche per battere la destra berlusconiana. Ci rincontremo di nuovo giovedì per una valutazione più attenta della situazione politica anche alla luce dell’evolversi del quadro politico nazionale».

Intanto il segretario regionale dell’Italia dei Valori attacca il Pd, reo, appunto, di dialogare con Lombardo. «I frequenti incontri confermano le nostre preoccupazioni circa l’estrema ambiguità dentro cui si sta muovendo la dirigenza siciliana del Pd e l’insufficienza di garanzie soltanto personali dei candidati, per quanto autorevoli – afferma il segretario regionale, Fabio Giambrone -. E’ inaccettabile la logica secondo la quale Palermo è la principale merce di scambio per ulteriori accordi e ammiccamenti siglati nelle segrete stanze della spartizione del potere. Il terzo polo e l’Mpa di Lombardo non sono un’astrazione, ma le forze politiche che da 10 anni hanno sostenuto due volte su due l’elezione di Cuffaro e poi quella di Lombardo e hanno governato per 7 anni con Cuffaro e da tre governano con Lombardo».

Intanto c’è da registrare la fuga in avanti, proprio all’interno del terzo polo, dell’Udc, che evidentemente ignorando gli “incontri” di Lombardo traccia una linea precisa: «Il terzo polo correrà da solo alle prossime amministrative siciliane in primavera, a Palermo e negli altri centri nei quali si andra’ alle urne – dichiara il coordinatore regionale, Gianpiero D’Alia -. Ci sentiamo con le mani libere e questa e’ l’unica strada percorribile visto che il Partito democratico ha scelto di chiudersi a sinistra». Una risposta che sembra diretta alla Borsellino. E dire che lunedì scorso, in occasione della direzione cittadina di Messina del Pd, il parlamentare Francantonio Genovese aveva dichiaramente detto che il partito doveva cercare l’accordo negli enti locali proprio con il terzo polo in vista della chiamata alle urne della prossima primavera.

Pronto a viaggiare da solo anche Grande Sud di Gianfranco Micciché, con candidati propri anche a Palermo. La decisione dovrà essere ratificata sabato in occasione del coordinamento regionale. Comunque, qualche eccezione sarà ammessa in alcuni enti locali, dove potrebbero essere trovati accordi isolati con PdL o proprio terzo polo.