Atm, vetri a specchi nella sede ma “oscurati”nel sito aziendale

Se i vetri della sede che ospita l’Atm sono a specchi e riflettono all’interno tutto ciò che avviene all’esterno , risultano invece “oscurati” quelli del sito aziendale, che dovrebbe comunicare all’esterno ciò che avviene all’interno dell’azienda speciale del Comune di Messina.

Navigando sul sito www.atmmessina.it , abbiamo infatti scoperto che per l’Atm la trasparenza sembra più un optional che un obbligo di legge e non vengono rispettate molte delle disposizioni del DECRETO LEGISLATIVO 14 marzo 2013, n. 33, che si occupa di “ Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità', trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”.

L’articolo 1 del suddetto decreto chiarisce immediatamente che «la trasparenza è intesa come accessibilità totale delle informazioni concernenti l'organizzazione e l'attività delle pubbliche amministrazioni, allo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull'utilizzo delle risorse pubbliche».

L’obiettivo della legge è quello di riconoscere a chiunque «il diritto di accedere ai siti direttamente ed immediatamente, senza autenticazione ed identificazione».

Vediamo quindi subito nel dettaglio delle carenze in materia trasparenza dell’Atm.

L’ultima deliberazione commissariale pubblicata sul sito dell’Atm è datata 28 dicembre scorso, l‘ultima determina del direttore generale è addirittura la n.20 del 4 maggio 2015, nessun a pubblocazione si trova poi nelle sezioni dedicate alle determine Direzione Manutezione, Direzione Esercizio Gommato, e Direzione Esercizio Tranvia, dove compare la scritta “in aggiornamento”. E per chi volesse prendere visione degli atti pubblicati nelle sezioni Direzione Generale e Deliberazioni commissariali , nulla da fare perché clicclando su “leggi” viene semplicemente completato il titolo senza tuttavia che compaia l’intero provvedimento. Gli atti, di fatto, non sono accessibili come vorrebbe la legge .

In regola con la pubblicazione dei bilanci, dei compensi dei dirigenti e degli incarichi di consulenza, in ossequio a quanto previsto al .Lgs33, il sito dell’Atm “toppa” sulle presenze e sulle assenze del personale, per le quali- così come stabilisce la normativa vigente – è presente apposita sezione, all’interno della quale però non è possibile rintracciare alcun dato ma soltanto la scritta “nessun record”.

Sempre in merito al personale, il sito dell’atm disattende sia gli «obblighi di pubblicazione concernenti la dotazione organica e il costo del personale con rapporto di lavoro a tempo indeterminato» sia gli «obblighi di pubblicazione dei dati relativi al personale non a tempo indeterminato».

A proposto della dotazione organica, sappiamo ad esempio che l’Azienda Trasoprti Muncipalizzata, ha 570 dipendenti , di cui 200 autisti. Sarebbe interessante capire come sono impiegati e di cosa si occupano i restanti 370 lavoratori. Se la disposizioni del decreto legislativo n. 33 del 2013 – che ha messo la trasparenza al centro dell’attività delle PA e delle società pubbliche – fosse rispettata, l’informazione potrebbe facilmente essere reperita sul sito dell’Atm, ma così non è.

Abbastanza aggiornate risultano invece la sezioni “Avvisi di Gara” e le informazioni “tecniche” riguardo a bus, parcheggi tram, costi dei biglietti.

I compensi dei dirigenti

Come detto, poc’anzi i dati sui compensi dei dirigenti sono regolarmente pubblicati. Il direttore generale Giovanni Foti percepisce una retribuzione annua di 90mila euro lordi, a cui si aggiunge un bonus di 15mila euro lordi in caso di raggiungimento degli obiettivi. Il direttore amministrativo Daniele De Almagro ha una retribuzione annua di 80mila euro lordi; il direttore Esercizio Tranvia, Vincenzo Poidomani, incassa una retribuzione annua di 63mila euro lordi.L'incarico del commissario Domenico Manna è a costo zero, perché continua a svolgere anche le funzioni di dirigente del Comune di Messina.

Complessivamente il sito dell’Atm risulta scarno di informazioni e poco moderno, nonostante nell’azienda di via La Farina siano arrivati anche due lavoratori ex Feluca, che curavano il sito istituzionale di Palazzo Zanca ed avrebbero le giuste competenze per aggiornarlo senza ricorrere a risorse esterne.

Danila La Torre