I Renziani: “C’è un voto libero, puntiamo a raddoppiare e superare il 45%”

Analizzato il voto i renziani di Messina non sono affatto scontenti. Soli contro tutti, senza nessun apparato alle spalle, nè struttura organizzativa, né parlamentari, segreterie, deputati a supporto, quegli oltre 7 mila voti per Matteo Renzi sono un piccolo miracolo, quel 22% un tesoretto da non perdere. Nella battaglia tutta messinese di Davide contro Golia i risultati sono un punto di partenza, men che mai una sconfitta. “Guardate questa stanzetta dove ci stiamo riunendo- dice Giacomo D’Arrigo ad inizio conferenza stampa- guardate quanti siamo. Basta questo a far capire le differenze dei punti di partenza e quindi a comprendere come il punto d’arrivo sia per noi un successo, soprattutto se leggiamo i dati in assoluto e non in termini di mera percentuale”.

Un pugno di amici, di ragazzi, si definiscono, che hanno scommesso su Renzi ben sapendo che dopo questa scommessa sarebbero rimasti soli, ma adesso eccoli lì, nella stanzetta del Comitato Adesso per Renzi a spiegare ai giornalisti cosa non è andato e cosa vogliono raggiungere. Filippo Cangemi, Giacomo D’Arrigo, Francesco Palano Quero, Alessandro Russo, Guglielmo Sidoti, Gabriele Lo Re, Guido Di Bella si augurano che alcune anomalie che si sono verificate domenica scorsa non si ripetano più e spiegano come, in termini di dati assoluti, Messina abbia dato a Renzi un grande risultato, il secondo in tutta la Sicilia.

Intanto i dati: a Messina i voti sono stati oltre 7 mila, mentre a Catania, che ha una popolazione superiore alla nostra, ne ha ottenuti 6 mila. A Ragusa sono 7 mila tutti i votanti. Ci sono state zone, come Taormina e Capo d’Orlando, dove Renzi ha vinto. Non discutono i dati acquisiti da Bersani che sono sotto gli occhi di tutti, ma chiedono che non ci siano più strane anomalie, come l’assenza dell’albo degli iscritti alle primarie ai seggi, o che al momento del voto nessuno chieda i documenti previsti dal regolamento nazionale. “Chiediamo poi che sia possibile riaprire le registrazioni per il ballottaggio senza bisogno di esibire il certificato medico o il biglietto del treno se sei stato fuori per chi non si è potuto iscrivere al primo turno- aggiunge Alessandro Russo- Un partito davvero aperto non ha bisogno di questi muri, dicono. In ogni caso noi saremo presenti in tutti i seggi con i nostri rappresentanti di lista, cosa che domenica scorsa non siamo riusciti a fare e chiederanno il rispetto del regolamento”.

Certo appare quantomeno strano che un elettore del centro-sinistra che non ha potuto (o perché no, anche voluto) votare al primo turno per poterlo fare al ballottaggio debba esibire la cartella clinica piuttosto che la giustificazione perché è andato a pranzo dalla mamma che abita in un’altra città. A Messina ci sono state altre anomalie, secondo i renziani, come alcune sedi difficilmente raggiungibili o individuabili, come il seggio di Bordonaro in uno studio privato, o il caso di Graniti, dove si è appreso solo al mattino che il seggio era stato spostato a Gaggi. Ma il caso più bizzarro è il seggio di Spartà, poco più di 569 votanti e un plebiscito per Bersani con 523 voti contro i 21 di Renzi.

“ A Spartà, in pieno inverno- continua Russo- questo dato va quantomeno contro la logica delle statistiche. Un simile risultato Bersani non l’ha raggiunto neanche a Bettola, che è casa sua….”.

In ogni caso guardano avanti, perché è un dato ottenuto da soli, senza nessuna struttura alle spalle, esattamente come ha dichiarato Renzi a livello nazionale (solo il 2% delle segreterie del PD e il 3% dei parlamentari) dal momento che per Bersani non è schierato solo Genovese, ma tutti gli ex Ds e PopolariMargherita tutti i deputati da Panarello a Rinaldi e i parlamentari, l’intera Cgil.

“Chiediamo solo trasparenza nelle regole, senza polemiche- conclude Quero- perché per noi il dato di Bersani è acquisito e non lo contestiamo. Ma siamo certi che c’è un voto libero e che, con regole trasparenti, raddoppieremo, dal 22,5% al 45%”.

Delle stagioni elettorali del 2013, dalle politiche alle amministrative, non vogliono parlare al momento, perchè per loro la prima elezione da vincere è quella di domenica e per chi ha avuto il coraggio di scommettere solo sulle proprie forze in un a battaglia impari sin dalle premesse, la vittoria è stato già arrivare ai 7 mila voti.

Rosaria Brancato