L’assessore regionale Lucia Borsellino affonda il ddl “salva-ospedale Piemonte”

Mentre a Messina abbiamo perso 3 mesi a litigare, far finta di non vedere che si voleva chiudere il Piemonte, l’assessore regionale alla sanità Lucia Borsellino AFFONDA la scialuppa di salvataggio, ovvero il ddl Picciolo-Formica che prevedeva la nascita dell’azienda Piemonte-Neurolesi.

Probabilmente il matrimonio con il Centro Neurolesi non sarà il migliore dei matrimoni possibili ma in questo momento e alla luce del Piano di riordino della rete ospedaliera, è apparso una sorta di zattera per salvare il nosocomio storico.

Ma mentre in riva allo Stretto da agosto si è riusciti a trovare l’unanimità solo ieri a tarda notte, a Palermo ci hanno pensato gli uffici della Borsellino ad affondare il disegno di legge presentato dai due deputati e che solo da oggi “gode” dell’appoggio di un documento firmato anche dall’amministrazione Accorinti.

Il siluro è firmato dal capo di gabinetto dell’assessorato, Giuseppe Amato, che ha trasmesso questa mattina una nota alla Commissione sanità che sta esaminando proprio il ddl Piemonte.

Il dirigente utilizza come “arma” proprio l’emendamento approvato la scorsa settimana dalla Commissione Ars per salvare tutte le vittime annunciate dal Piano di riordino, tra le quali anche 9 piccoli ospedali (come Barcellona) ed i 78 posti per acuti al Piemonte. Il provvedimento varato la scorsa settimana dalla Commissione prevede che entro il 31 dicembre 2016 venga effettuato un reale screening della situazione delle strutture siciliane prima di decretarne la fine o la riduzione. Il capo di gabinetto quindi, utilizzando quella norma, scrive: “il ddl di iniziativa parlamentare, mirante all’integrazione tra il Centro neurolesi ed il Piemonte, riteniamo sia inconciliabile con le previsioni contenute le nuovo assetto della rete ospedaliera considerato che solo in fase di formalizzazione della stessa si provvederà ad assegnare il numero dei posti letto e la relativa distribuzione delle discipline afferenti. L’iniziativa legislativa di cui trattasi, invero non si concilia con la natura dell’Irccs il cui indirizzo è esclusivamente riabilitativo”.

In sostanza l’assessorato congela il ddl, rimandandolo alla fine del monitoraggio, quindi a dicembre 2016 ed aprendo chiaramente ed indiscutibilmente le porte ad un periodo di agonia fino alla morte definitiva. Resta da capire se il dipartimento abbia particolari doti di veggenza da riuscire a sapere adesso che nel 2016 il Piemonte non avrà i 78 posti letto o una situazione tale da non poter attuare quanto previsto dal Ddl. A meno che, ed è questo il timore più grande, il destino del Piemonte, come quello del Margherita anni fa, non sia stato deciso da tempo e adesso, con questa nota, si affondi il ddl che andava nella direzione opposta, quella del salvataggio.

“E’ una nota incomprensibile- tuona da Palermo Beppe Picciolo- Difficilmente decodificabile se non nel suo chiaro intento di far agonizzare l’ospedale per tre anni in modo da poi poter dire, ormai è quasi morto, tumuliamolo. A questo punto viene da chiedere al capo di gabinetto e all’assessore Borsellino: diteci voi cosa volete fare con il Piemonte e con i 78 posti letto. Ditecelo voi visto che avete doti da Nostradamus che proposta alternativa per salvarlo avete. Noi la proposta per fare assistenza e ricerca e per salvare il nosocomio l’abbiamo presentata. Ora diteci voi che tipo di proposta avete”.

E’ chiaro che la vera battaglia inizia adesso perché i timori che per tre mesi Cisl, Uil e il Comitato Salviamo il Piemonte hanno sempre paventato, e cioè che a Palermo la missione era quella di chiudere il nosocomio ormai sono evidenti. Se l’amministrazione non avesse perso tempo per assumere quella posizione presa solo oggi con un documento più che tardivo, forse le cose sarebbero andate in modo diverso. O forse no. Non lo sappiamo. Quel che sappiamo è che oggi tutti i soggetti politici ed istituzionali, sindacali, tutte le associazioni, con il sindaco in testa hanno un solo dovere: recarsi dall’assessore regionale Lucia Borsellino prete rendere chiarezza e dire NO ALLA CHIUSURA DELL’OSPEDALE PIEMONTE.Il resto sono solo chiacchiere.

Il documento siglato quindi oggi a conclusione del tavolo tecnico sul Piemonte acquista dunque una diversa valenza, perché da un lato conferisce forza a quanto dovranno portare avanti i rappresentanti regionali, dall’altro esprime la volontà, la più ampia possibile,della cittadinanza. In particolare nel documento si richiede:il mantenimento dei 78 posti letto, distinti nelle specialistiche, come da decreto assessoriale del 25 maggio 2010 (ivi incluso il reparto di ginecologia e ostetricia), il mantenimento del punto nascita al Papardo, si propone poi l’integrazione con il Centro neurolesi come da ddl (auspicando che il piano di riordino tenga conto di questo disegno di legge) ed infine si auspica, proprio nell’ottica della nascita del Piemonte-Neurolesi l’arrivo di nuovi posti letto destinati alla lungodegenza.

Lo stop del governo al ddl non è andato giù né ai firmatari della proposta, i deputati regionali Santi Formica e Beppe Picciolo che adesso stanno studiando le contromosse, né al Comitato Salvare il Piemonte: “ siamo pronti per la piazza, per una nuova grande mobilitazione. Facciamo appello a chi ha firmato oggi il documento perché con la stessa unità si vada avanti nella lotta per salvare l’ospedale Piemonte”.

Pronti alla battaglia anche Beppe Picciolo e Santi Formica, firmatari del ddl: “Restiamo basiti dal tenore della nota inviata dal Capo di Gabinetto dell’assessore alla sanita’ Lucia Borsellino che in poche parole liquida come non realizzabile la fusione delle due strutture ospedaliere. Siamo in presenza dell’ennesimo schiaffo dato alla politica da una dirigenza miope che processa le intenzioni prima di dare la possibilità di scelta ai territori. Non è questo l’atteggiamento che ci attenderemmo da un assessorato che sta chiedendo immensi sacrifici ai cittadini siciliani e che di fronte a proposte legislative di buon senso fa rispondere gli uffici con un affannoso diniego preventivo. Noi non siamo innamorati del disegno di legge che porta la nostra firma e siamo pronti a recepire tutte le indicazioni alternative possibili, abbiamo però una sola certezza: quella che l’Ospedale Piemonte di Messina resterà in piedi efficiente e dovrà essere operativo con i 78 posti letto per acuti assegnati dalla risoluzione vincolante della VI commissione sanità al governo regionale. Una risoluzione che è stata fatta propria dall’assessore Borsellino e che adesso per confermare la propria credibilità deve fornire, oltre all’opinabile diniego tecnicistico, una valida alternativa al nostro disegno di legge senza depauperare od indebolire l’accordo faticosamente raggiunto sui posti letto per acuti dell’Ospedale Piemonte con tutta la Commissione”.Domani mattina conferenza stampa congiunta, a Palazzo Zanca dei deputati regionali Formica, Picciolo, Greco e Rinaldi per annunciare le prossime iniziative volte alla difesa del ddl. Intanto il presidente del Comitato Salvare l’ospedale Piemonte Marcello Minasi rincara la dose: “Non ci aspettavamo che il Governo Crocetta fosse d’accordo, ma la tempestività con cui si è pronunciato risulta sospetta. Qualcuno rema contro ed è facile capire di chi si tratta. Adesso il sindaco e le forze sociali non devono cedere: dovranno tutti insieme farsi carico di un’unica battaglia di giustizia e necessità”.

Superando le distanze dei mesi scorsi, il documento firmato in mattinata era stato concordato all’unanimità e firmato dal sindaco Renato Accorinti, dal prof. Placido Bramanti, direttore scientifico dell’IRCCS Centro Neurolesi “Bonino-Pulejo” e dai rappresentanti del Comitato “Salvare l’Ospedale Piemonte”, il Comitato Sanidea e dei sindacati Cgil, Cisl, Uil, Fials e Ugl.

Di diversa opinione il deputato regionale Giuseppe Laccoto Pd, che fa sentire la sua voce fuori dal coro: “Non ho condiviso sin dal primo momento l’ipotesi di fusione tra Ospedale Piemonte e I.R.C.C.S. Centro Neurolesi – Bonino Pulejo. Non è una strada percorribile per motivi economici e di fattibilità. I 78 posti letto per acuti, come per altro è stato sottolineato nel parere dell’Assessorato Regionale, non possono essere riconvertiti per le funzioni riabilitative e di ricerca scientifica svolte dalla I.R.C.C.S. Centro Neurolesi, ma devono essere parte integrante di un progetto di valorizzazione della struttura ospedaliera del Piemonte, inserita nel contesto del piano già avviato. I finanziamenti regionali e nazionali devono essere mirati ad un miglioramento qualitativo strutturale e funzionale del Piemonte. D’altra parte non possiamo rischiare di vanificare gli sforzi compiuti anche per I.R.C.C.S. Centro Neurolesi che sta per varare la nuova pianta organica e il nuovo regolamento aziendale. E’ giusto che ogni presidio sostenga e valorizzi le proprie caratteristiche, il Piemonte come centro ospedaliero e il Neurolesi come struttura riabilitativa. Sosterrò con forza questa tesi perché sono convito che l’Ospedale Piemonte non deve essere svuotato di strumenti e di professionalità, ma deve essere messo in condizione di fornire un servizio sanitario degno di questo nome”.

Rosaria Brancato