Politica

De Domenico: “Con il seme piantato a Giampilieri parte il mio tour nei villaggi di Messina”

MESSINA – Chissà se ha pensato all’Ulivo e agli elementi simbolici connessi a una stagione politica alimentata da grandi speranze. In ogni caso, il candidato sindaco del centrosinistra, Franco De Domenico, ha inaugurato ieri il suo viaggio elettorale nei 48 villaggi cittadini, piantando un seme di limone nel giardino di piazza Pozzo, a Giampilieri Superiore.

L’obiettivo è ambizioso: «È la nascita di qualcosa di nuovo che germoglia e si radica. La metafora perfetta per riassumere quella svolta culturale che vogliamo per la città e che dovrà cancellare ogni distinzione tra centro e periferie».  

De Domenico ha visitato pure Giampilieri Marina, Briga San Paolo, Briga Superiore, Altolia e Molino. Al suo fianco, in questo inizio di tour elettorale, colleghi di partito e di coalizione (nella foto), dal deputato regionale Antonio De Luca (M5s) all’ex assessore Daniele Ialacqua (Cambiamo Messina dal basso), impegnati a dimostrare che la coesione del centrosinistra è un elemento distintivo della coalizione, come ama ripetere lo stesso candidato.

“Per una Messina finalmente europea”

Per il segretario cittadino del Partito democratico, ora nelle vesti di candidato sindaco della coalizione di centrosinistra, «la città deve tornare a respirare aria di normalità, superando tutte quelle emergenze che da troppo tempo le tarpano le ali. Una città che trovi nella coesione la forza per attrarre investimenti, al pari di quanto stanno facendo tanti altri territori meridionali».

“Dalla ferita dell’alluvione alla possibile rinascita”

De Domenico sogna una «Messina finalmente europea nella sua capacità di garantire qualità della vita ai propri cittadini». Basta con i veleni e le contrapposizioni violente, inoltre, a favore di «un confronto politico leale e costruttivo».
Visitando queste zone, il candidato ha parlato di villaggi come «pietra miliare nella memoria storica della Messina che vogliamo. Qui Il fango che travolse queste zone deve trasformarsi in terra fertile, ambiente di rinascita e di riscossa».
Poi una riflessione sul referendum Montemare: «Non basta dire no al referendum. Oggi la distanza geografica dei villaggi dal centro è anche distanza di opportunità e differente qualità di servizi e occasioni di sviluppo. Bisogna opporsi all’idea che l’autonomia possa risolvere i problemi, ma allo stesso tempo offrire alternative concrete, basate su serie e reali politiche di decentramento”, ha rilevato De Domenico.