Politica

De Domenico: “L’aumento della Tari dovuto alla montagna di crediti non riscossi”

MESSINA – Il Consiglio comunale per la seconda volta è chiamato a discutere il “Piano economico finanziario Tariffe tassa smaltimento rifiuti urbani” (Tari), già bocciato nella identica versione con deliberazione numero 354 del 7 luglio 2021. Il Partito Democratico, non intende rinunciare al ruolo che i cittadini gli hanno assegnato di indirizzo e controllo, proprio del Consiglio comunale e per questo motivo torna sul delicato argomento attraverso un intervento del segretario cittadino, Franco De Domenico.

“Riteniamo che inasprire le tasse in questo momento  – esordisce De Domenico – sia un atto quanto meno inopportuno, se non di arroganza, di questa amministrazione, in considerazione delle difficoltà economiche conseguenti alla pandemia, che ha lasciato stremata buona parte della comunità cittadina, specie artigiani, commercianti, piccole imprese e professionisti; in considerazione, inoltre,  della scarsa qualità e organizzazione del servizio, che consente ampi margini di efficientamento della gestione, attraverso un aumento di produttività attualmente molto bassa se paragonata a realtà simili alla nostra città; in considerazione, infine, della incapacità anche di questa amministrazione di contrastare una evasione imponente sia con riferimento ai soggetti censiti e non paganti che dei soggetti sconosciuti all’ufficio tributi. A maggior ragione – prosegue il segretario democratico – dopo la bocciatura del Pef nella attuale versione, ci saremmo aspettati che l’amministrazione, prendendo atto del voto democratico liberamente espresso dai consiglieri, che si concretizza, come prevede la legge, nella conferma della tariffa dell’anno precedente, provvedesse a far riformulare il Pef al gestore, o quanto meno provvedesse a indurre il gestore ad una “sostanziale riscrittura”, senza ricorrere a “ritocchi meramente formali” buoni solo a garantire una regolarità formale della proposta”.

“Inasprimento a carico dei soliti… noti”

De Domenico fa poi riferimento al profilo tecnico-politico. “Bisogna sottolineare che la stessa autorità di gestione Arera – sostiene – ha dato indicazioni affinché, nella predisposizione del Pef, non si prevedessero aumenti superiori al tasso di inflazione programmata, se non in casi o per fatti eccezionali che non ricorrono, nella sostanza, nel piano della nostra città. Invece si vuole insistere a ripresentare un piano che prevede un inasprimento del carico tributario per i “soliti noti” che pagano la Tari, mediamente, di oltre il 9 per cento, con punte di incremento ben più alte per singole categorie. Infatti – chiosa De Domenico – non costituisce una esimente, quanto piuttosto una aggravante, la giustificazione che l’incremento della Tari sia dovuto principalmente ai quasi 4 milioni di fondo crediti inesigibili. L’incremento del fondo di circa 2 milioni, rispetto all’anno precedente, è dovuto sostanzialmente, all’incapacità dell’amministrazione di riscuotere i crediti. Come emerge dalla relazione alla delibera, infatti, a fronte di crediti per partite non riscosse, per oltre 55 milioni di euro, e per partite riferite all’emersione di “soggetti fantasma”, per oltre 19 milioni di euro, sono state incassate dal Comune appena 2,722 milioni nel 2018, 2,892 milioni nel 2019 e 1,600 milioni (dato stimato) nel 2020”.

“Non si è capaci di riscuotere gran parte dell’evasione”

Ad avviso di De Domenico “da un lato si vessano i cittadini, inasprendo le tasse, per un servizio rispetto al quale è più che legittimo attendersi un derciso miglioramento e dall’altro non si è capaci di riscuotere che una parte minima di una montagna di evasione, per la stragrande maggioranza a portata di mano, trattandosi di mancati pagamenti di soggetti già censiti e conosciuti. Per questo auspico – conclude il segretario – che il Consiglio comunale ribadisca con forza, con un voto confermativo della precedente delibera, il no a questa proposta vessatoria per la nostra comunità”.