Continua la guerra dei numeri. Di Leo insiste: «I debiti ammontano a 60 milioni»

A palazzo Zanca continua la guerra dei numeri. Dal 9 novembre, giorno dell’audizione alla Corte dei conti, la domanda ricorrente è sempre la stessa: a quanto ammontano i debiti del Comune? Le risposte ufficiali continuano ad essere due e discordanti tra loro. Secondo il commissario straordinario, Luigi Croce, ed i suoi tre esperti – Nino Dalmazio, Paolo Tomasello e Luigi Saccà – la massa debitoria di Palazzo Zanca è di 240 milioni di euro, e la cifra è per difetto, come sottolineato da Dalmazio venerdì in Commissione bilancio (vedi correlato) . Secondo i dirigenti dell’area economico-finanziaria, Ferdinando Coglitore e Giovanni Di Leo, ed il Collegio dei revisori dei conti, presieduto da Dario Zaccone, i debiti si fermano a 60 milioni di euro.

Ed è questa la cifra confermata anche oggi da Di Leo, ospite in commissione bilancio, che non c’ha pensato un attimo a smentire quanto dichiarato da Dalmazio nella seduta di venerdì : «Non siamo assolutamente d’accordo con i tre esperti», ha subito precisato il responsabile del Bilancio, prendendo le distanze da Dalmazio ed alimentando quelle polemiche che l’esperto di Croce aveva tentato di sedare, affermando che non esistono differenze tra la loro relazione e quella firmata dai dirigenti e revisori.

Secondo Di Leo, infatti, le differenze esistono eccome. Innanzitutto nei numeri, con una discrasia di ben 180 milioni di euro, ed in secondo luogo nella metodologia utilizzata per redigere le due relazioni. «Come prima cosa – ha esordito – dobbiamo capire cosa si intende per debito. Sono debiti le sentenze passate in giudicato, le espropriazioni e, più in generale, tutte le spese di prestazioni richieste a terzi senza copertura finanziaria (forniture, servizi etc)». La puntualizzazione è servita a Di Leo per evidenziare che quelli riportati da Dalmazio, Tomasello e Saccà non possono essere definiti debiti ma piuttosto «criticità, che noi non possiamo negare ma anzi confermiamo». Fatta questa precisazione “teorica” , Di Leo è passato agli esempi concreti,soffermandosi in particolare sui casi di Ato, Messinambiente e Atm.

DEBITI ATO

La relazione degli esperti parla di un debito del Comune pari a 33 milioni euro. Fatture alla mano, Di Leo smentisce questa cifra. «Se i dati fossero stati comprovati con quelli della contabilità finanziaria , si sarebbe scoperto che 13 di quei 33 milioni di euro sono già stati pagati». è la sua spiegazione . Rimangono, comunque, altri 20 milioni di euro che il Comune spera di coprire con i contributi regionali, sbloccati con una recente circolare della Regione.

DEBITI MESSINABIENTE

«Nella relazione degli esperti viene riportato un debito di circa 6 milioni di euro, ma la somma certificata è di circa 1,7 milioni di euro, peraltro oggetto di transazione», dice ancora D Leo

CASO ATM

Tra tutte le partecipate e società di proprietà del Comune il caso più delicato ed annoso è quelli dell’azienda trasporti, i cui bilanci non vengono approvati da anni. «Sino a quando ci saranno bilanci con questi numeri – non emetteremo parere favorevole» precisa Di Leo, che aggiunge: «Abbiamo una miriade di fatture pagare, corrispondenti a somme che vengono sempre inserite nei bilanci dell’ Atm come crediti nei confronti del Comune. Se il Consiglio comunale ritiene quelle cifre corrette, si assuma la responsabilità di approvare i bilanci dell’Atm , anche con il nostro parere negativo» .

LA POSIZIONE DEI CONSIGLIERI COMUNALI

Il consigliere comunale di Sicila Vera, Ivano Cantello, ha sottolineato come la mancanza di comunicazione tra dirigenti comunali e gli esperti del commissario Croce non aiuti a fare chiarezza sulla situazione reale del Comune : «E’ una vergogna – ha detto – che non ci sia un confronto tra le persone deputate a curare la contabilità del Comune».

Per il consigliere e coordinatore consiliare del Partito democratico, Felice Calabrò, la relazione ufficiale è quella firmata da Coglitore e Di Leo, «l’altra relazione è solo un collage di note già conosciute. Mi sarei aspettato di più dai tre esperti, se tali sono . La loro è solo una fotografia sfocata » è il suo commento pungente. «Sarebbe il caso -continua Calabrò- che il Consiglio comunale decidesse adesso qual'è la relazione più conforme alla realtà esistente». L’ultimo appunto nei confronti di Croce: «A dare spiegazioni in aula sui numeri dovrebbe essere Croce e non certo i suoi esperti». Dello stesso avviso anche il collega di partito Paolo Saglimeni, che ha invitato la Ragioneria di palazzo Zanca a fare chiarezza sui bilanci delle partecipate.

Insiste sulle partecipate anche il capogruppo del Fli, Nello Pergolizzi, che accusa i dirigenti dell’area economica di non aver iscritto nei bilanci comunali le perdite delle società controllate, esponendo comunque il Comune ad un costo che prima o poi dovrà essere pagato. In merito alle due relazioni, Pergolizzi fa notare: «Sono diverse in tutto, ma entrambe scaricano precise responsabilità nei confronti del Consiglio comunale.

Il FUTURO IMMEDIATO

Il futuro immediato è il bilancio di previsione 2012. «Stiamo completando l’iter, appena terminato ci confronteremo con il commissario Croce, che dovrà approvarlo con i poteri della giunta» ha fatto sapere Di Leo a conclusione della commissione bilancio, che tornerà a riunirsi in seduta ordinaria lunedì prossimo. Il presidente Giuseppe Melazzo recapiterà un invito formale al commissario Croce, a cui i consiglieri comunali intendono anche domandare quali misure correttive intende adottare e presentare alla Corte dei Conti entro il prossimo 12 dicembre per evitare il dissesto del Comune .(Danila La Torre)