La Corte dei Conti: “La Società Stretto di Messina non è ancora stata liquidata”

L'onere annuo per il mantenimento in vita della Società Stretto di Messina, sceso sotto i due milioni di euro solo nel 2015, "risulta ancora rilevante" e, pertanto, il superiore interesse al buon andamento amministrativo suggerisce "celerità nella liquidazione della società concessionaria". Lo afferma la Corte dei Conti nella delibera (17/2016/G) sulla "ridefinizione dei rapporti contrattuali della società Stretto di Messina".

La società Stretto di Messina è stata posta in liquidazione il 15 aprile 2013; "il termine annuale per la sua cessazione – osserva la Corte – è da tempo scaduto". "Considerata l'assenza di attività rilevanti – si legge nella delibera – è necessario ridimensionare i costi della società inclusi quelli degli organi sociali che la legge, originariamente, limitava implicitamente all'anno previsto per la liquidazione".

La sottoscrizione, nel marzo 2006, del contratto per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina non fu condivisa dal Governo insediatosi all’inizio della XV legislatura (maggio 2006), mentre fu confermata, nei suoi effetti, dall’esecutivo che aprì la successiva (2008). L’incertezza sulla fattibilità dell’opera ha prodotto la richiesta di danni nei confronti dell’amministrazione e l’accordo transattivo del 2009, con nuove condizioni concesse alla parte privata.

Quest’ultima dichiarò il recesso, invocando le favorevoli clausole sottoscritte nel 2009, pur contestandone la parte pubblica la loro applicabilità. A sua volta, il d.l. 87/2012 stabilì che la caducazione dei vincoli contrattuali comportasse un mero indennizzo; ne è seguito un rilevante contenzioso, tuttora in corso, tra la società concessionaria Stretto di Messina e le parti private. Inoltre, la concessionaria ha richiesto, nei confronti delle amministrazioni statali, per le proprie pregresse attività, più di 300 milioni, da cui un ulteriore contenzioso.