Sfiducia, Barrile chiede a Le Donne di avviare l’iter. CMdB: «Grave attacco alla democrazia»

«Si chiede alla S.S. di dare avvio al procedimento amministrativo affinché la Presidenza del Consiglio acquisisca la proposta di deliberazione per la “Mozione di Sfiducia al Sindaco” tale che possa sottoporla, nei termini di legge, all'esitazione in Consiglio Comunale». A scrivere al segretario/direttore generale, Antonio Le Donne, è la presidente del Civico Consesso, Emilia Barrile, la quale – nella stessa nota – afferma che è «necessario ed urgente» far arrivare il documento in Aula.

Adesso che sulla mozione d sfiducia ci sono le 16 firme (anzi 17, perché stamattina ha firmato Carlo Cantali) il pallino è infatti nelle mani di Le Donne , che deve istruire la proposta di delibera da sottoporre all’attenzione dei consiglieri. I trenta giorni di tempo previsti dalla legge inizieranno a decorrere solo quando l’atto sarà pronto e verrà incardinato agli atti del Consiglio comunale. Perché la sfiducia diventi effettiva serviranno 27 voti favorevoli e i consiglieri dovranno esprimersi con voto nominale.

In attesa che l’iter si metta in moto, sulla mozione di sfiducia interviene il gruppo consiliare Cambiamo Messina dal Basso-Renato Accorinti Sindaco (composto dalla capigruppo Lucy Fenech e dai consiglieri Ivana Risitano, Cecilia Caccamo e Maurizio Rella) che considera la sfiducia « il più grave danno che si possa fare in questo momento alla città».

«Consideriamo la sfiducia – scrivono in un lungo documento (vedi in allegato la versione integrale) – un grave attacco alla democrazia e uno stravolgimento della volontà espressa dagli elettori: riteniamo che ogni Amministrazione abbia il diritto e il dovere di portare a termine il proprio mandato e di essere sconfessata o riconfermata solo dal popolo nelle urne!»

Per Fenech e colleghi di gruppo non è casuale che «la sfiducia si concretizzi proprio in questo momento in cui la grande semina fatta in tre anni inizia a portare i primi frutti: il Comune con i conti finalmente in ordine; circa trecento milioni di euro in arrivo per progetti e servizi; l'imminente firma per il nuovo Palagiustizia; la prossima apertura dei cantieri per il porto di Tremestieri; la stabilizzazione dei precari; il concorso pubblico per nuove assunzioni nell'Ente; i nuovi bandi per i servizi sociali; l'arrivo di nuovi bus».

Per CMdB si tratta «dell'ennesimo atto grave di ostruzionismo: bloccherebbe, infatti, la votazione di alcune importanti delibere in discussione proprio in questi giorni, come la nascita della nuova società per la gestione dei rifiuti e del verde (indispensabile per dare soluzioni definitive al problema, porre fine alla fallimentare e indebitatissima gestione dei rifiuti del passato e salvaguardare centinaia di posti di lavoro) e la costituzione dell'isola pedonale permanente in Via dei Mille».

«Questa sfiducia, che antepone interessi di partito e di visibilità personale al bene della collettività – continua il documento – rappresenta per noi un gravissimo atto di irresponsabilità nei confronti della città!»

Fenech, Risitano, Rella e Caccamo esprimono un giudizio molto duro nei confronti dei colleghi: «Ci sembra assurdo che a proporre la sfiducia sia un Consiglio Comunale che si è delegittimato tradendo la volontà degli elettori con il più grande “salto della quaglia” della storia, trasformandosi, al solo schiocco di dita di un leader appena uscito dal carcere, da consiglio eletto a maggioranza di centro sinistra a consiglio con maggioranza di centro destra e lasciando in eredità situazioni paradossali (ad es. consiglieri eletti in un gruppo consiliare chiamato Felice per Messina a sostegno di Felice Calabrò, candidato di centro sinistra rimasto nel PD, che non hanno lasciato quel gruppo pur aderendo ad una coalizione di centro destra). Un Consiglio delegittimato anche dalle dinamiche di voto di scambio, emerse dall'operazione giudiziaria “Matassa”, che vedono coinvolto lo stesso leader del “salto della quaglia” e dei “Corsi d'Oro”».

DLT