Cronaca

La zona falcata è di competenza dell’Autorità Portuale. Arriva la sentenza del Tribunale

“Le aree della zona falcata saranno destinate a funzioni principalmente urbane e di rispetto ambientale, archeologico e monumentale, tenendo in debito conto la storia militare e marinaresca del sito. Le aree in evidente stato di degrado, attualmente impegnate da insediamenti incompatibili con le previsioni di Piano, dovranno essere gradualmente liberate e bonificate”.

E’ quanto si legge nel già approvato Piano Regolatore Portuale, un sogno di riconquista dell’area più pregiata della città, un sogno finora rimasto chiuso tra i meandri dello storico contenzioso tra Autorità Portuale ed Ente Porto.

Contenzioso che adesso sembra finalmente al termine in virtù di una sentenza del Tribunale di Messina, la numero 191 del 2013, che assegna le aree al demanio statale e di conseguenza all’Autorità Portuale.

L’Ente Porto nacque nel 1953 con l’obiettivo principale di provvedere alla gestione ed all’amministrazione del punto franco stabilito dalla legge 195/1951 in un’area di circa 144mila metri quadri.

“Stante la duplice competenza, dello Stato e della Regione Sicilia, – si legge sul sito dell’Ente Porto – ancora non si è potuto attuare il Punto Franco, per cui l`Ente, finora, ha orientato la sua attività, prevalentemente, in campo industriale. Allo stato le aree ricadenti all’interno della perimetrazione fatta dalla legge n. 195/51 risultano in parte libere o con attività ormai dismesse, mentre altre sono ancora in uso ad Istituzioni pubbliche o affidate a privati”.

144mila metri quadri risultano una perimetrazione troppo esigua per la realizzazione dell’obiettivo. Nell’area è presente un bacino di carenaggio per costruzioni navali, riparazioni, trasformazioni e manutenzioni affidato in concessione ventennale, nel 2006, alla società Palumbo Spa. Ma è anche presente una stazione di degassifica dismessa che ha inquinato l’area e il cui progetto di demolizione è pronto. Così come da abbattere è l’ex inceneritore.

Da più parti sono arrivate richieste per l’abolizione dell’Ente Porto. Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, nella sua ultima visita a Messina, ha promesso di valutare la questione, ma ancora non si sono registrati sviluppi. L’Ente Porto è al momento gestito da un commissario ad acta, Bruno Manfré che, proprio per la funzione assegnatagli, può gestire solo l’ordinario. E per l’abolizione, o quantomeno per lo spostamento dalla zona falcata, sembrano essere tutti d’accordo, adesso anche il Tribunale di Messina.

L’auspicio è che, dopo la sentenza, si possano far partire le opere previste dal Piano Regolatore Portuale, dando impulso ai progetti di recupero dell’area. Due, riguardanti il molo Norimberga e la via San Raineri, sono stati già appaltati dall’Autorità Portuale, il cui piano regolatore prevede anche un grande parco pubblico principalmente dedicato a portare alla luce e mettere in rilievo i giacimenti archeologici, all’interno di un progetto di restauro e rifunzionalizzazione dei corpi storici della Cittadella.

Ed ancora attività per la balneazione e l’apertura al pubblico dell’area dell’Istituto Talassografico, del Faro e del Forte San Salvatore, fermi restando gli spazi necessariamente riservati agli istituti scientifici e di controllo della navigazione. Il piano prevede anche che la via Vittorio Emanuele II venga interrata nei pressi della Stazione Marittima per riemergere oltre il fascio dei binari ed innestarsi sull’asse centrale della zona falcata.

La parte interna della zona falcata, invece, rimane destinata al Molo Norimberga, che dovrà essere utile anche in caso di inagibilità temporanea del nuovo porto di Tremestieri (capitolo a parte). E’ previsto anche il mantenimento del bacino di carenaggio, degli altri cantieri navali presenti e dei presìdi delle Pubbliche Amministrazioni.

Progetti destinati a cambiare il volto della zona falcata per renderla da luogo inaccessibile a luogo pregiato per cittadini e turisti in pieno centro urbano. Progetti finora bloccati dal contenzioso con l’Ente Porto. Una volta restituita l’intera titolarità delle aree all’Autorità Portuale, la speranza è che si avvii la riconquista tanto sbandierata negli anni ma mai neppure iniziata.

(Marco Ipsale)