Sedute in streaming, il Consiglio dice no all’ipotesi Livestream: “servizio già utilizzato e carente”

L’esperimento era già stato fatto durante la scorsa amministrazione, quando l’allora assessore all’E-government Carmelo Santalco provò a far decollare il servizio di diretta streaming delle sedute del Consiglio comunale. Una prova che in molti comuni italiani, ma anche della provincia di Messina, è riuscita a concretizzarsi, dando ai cittadini la possibilità di seguire cosa accade tra gli scranni del civico consesso, anche quando non possono essere personalmente presenti. In città invece la discussione è ancora ferma. In queste settimane alcuni consiglieri comunali. Spicca l’impegno di Lucy Fenech e dei colleghi di Cambiamo Messina dal baso, anche se l’idea ha più o meno il consenso di tutti i consiglieri nell’ottica di ampliare il concetto di democrazia e partecipazione.

Per far partire le dirette streaming in queste settimane sono state valutate varie ipotesi, tra cui la soluzione della società Livestream, società mondiale nel settore e servizio già utilizzato e che in passato ha però mostrato grosse carenze tanto da essere poi stato sospeso. Su questa vicenda dice la sua la Presidente del Consiglio comunale Emilia Barrile che ha trasmesso una nota all'ufficio di gabinetto del Comune, sottoscritta dai capigruppo consiliari, con l’obiettivo di riuscire ad avere il miglior servizio soprattutto per i cittadini che così potranno partecipare ad ogni seduta semplicemente restando a casa.

Emilia Barrile suggerisce di “procedere alla valutazione di eventuali altre offerte prima di usufruire del servizio fornito dalla società Livestream, già utilizzato e non rispondente, nella sua interezza, alle aspettative di questa presidenza, che vuole assicurare una partecipazione reale della cittadinanza ai lavori dell’Aula. Il servizio, già utilizzato in via sperimentale, e per il quale lo staff del C.E.D ha proceduto alla verifica delle attrezzature, risulta essere assai carente e non risponde ai requisiti richiesti ad un moderno sistema telematico di comunicazione”.

I limiti sono gli stessi per i quali era stato sospeso in passato, si prevede una sola telecamera con inquadratura a distanza, fissa, collegata ad un computer e con una qualità dell’audio assai scarsa. “La presidenza ha visionato le registrazioni già effettuate con questo sistema e ha ritenuto inadeguato il servizio offerto rispetto a quanto avrebbe voluto che si trasmettesse alla cittadinanza”. Per questi motivi la presidente, insieme ai capigruppo, vuole vagliare altre soluzioni, scegliendo naturalmente quella che sarà più ottimale.

Anche a questo avevano provato a pensare gli amministratori della passata giunta. Dopo Santalco, anche Giorgio Muscolino aveva provato a far ripartire il servizio, erano stati anche richiesti dei preventivi per quantificare i costi. La cifa si aggirava intorno ai 25mila euro, prevedeva 3 telecamere, una panoramica e due ai lati, con un sistema di regia, ma non se ne fece nulla perché non c’erano le risorse. Oggi la situazione economica non è cambiata molto. Certo è che un servizio qualitativamente pessimo, anche se fatto risparmiando, non attirerà chissà quanti messinesi, ma se dovessero essere presentate delle offerte dovrebbe essere data la possibilità di farlo a chiunque voglia partecipare.

F.St.