La donna dalla Costituente a oggi. Il Centro Italiano Femminile a convegno

“Il Centro Italiano Femminile è costituito dall’unione di tutte le forze femminili che sentono il dovere di collaborare nell’unità e nella concordia perché la società, uscendo dall’abisso di miserie in cui è precipitata, riprenda il cammino nell’ordine e nella pace cristiana”. Queste le parole d’apertura della Prof.ssa Paola Privitera Mollica, Presidente del Cif di Messina, che ha voluto proporre quanto scritto nel giugno 1945 da Maria Federici, prima presidente Cif e una delle 21 donne elette all’Assemblea Costituente. Proprio le 21 donne, di cui sono raffigurati i volti nella locandina promotrice del convegno, sono state un segno tangibile della presenza femminile nella nostra società.

“Il Cif ha avuto un ruolo fondamentale per la ricostruzione del Paese, ma non si deve perdere di vista l’importanza che riveste ancora oggi”- continua Marianna Gensabella, docente presso l’Università di Messina, a proposito de “Le virtù delle donne e l’identità nel ruolo del Cif”-. “La società attuale richiede sempre più una stretta correlazione fra ruolo pubblico e vita privata e mai quanto ora le virtù proprie della donna, quali la pazienza, la comprensione, la dolcezza, ma soprattutto il coraggio devono trasformarsi, potenziandosi nel sociale”.

“Le donne per la loro specialità, specificità e competenze possono apportare un contributo fondamentale alla collettività, – spiega la Dott.ssa Marina Moleti, Presidente Prima sezione Tribunale di Messina-. L’uguaglianza e la libertà della donna devono, però, necessariamente passare per la sua partecipazione alla vita pubblica”.

L’ultimo intervento vede coinvolta la Dott.ssa Maria Antonietta Cerniglia, Vice- Prefetto- Vicario di Messina, riguardo a “La dirigenza al femminile nella Pubblica Amministrazione”, che in virtù della sua testimonianza spiega quanto in passato fosse difficile intraprendere una carriera dentro il Ministero dell’Interno, soprattutto se si punta a ruoli dirigenziali, nonostante le donne abbiano un approccio più diretto e pragmatico alle problematiche e posseggano maggiore forza e attitudine nel servire la collettività.

“Libertà è partecipazione”, affermava sapientemente Gaber e questo è quanto si propone di fare il Cif. Guidare e indirizzare la donna italiana verso la più grande delle libertà: proiettarsi in piena consapevolezza nel tessuto sociale attraverso il rispetto e la tutela della sua personalità.