Autorità portuale, le candidature salgono a quattro. Confindustria e Cisl: no a logiche politiche

I nomi salgono a quattro. Dopo il comandante della polizia municipale Calogero Ferlisi ed il direttore amministrativo dell’Università Pino Cardile, ecco venir fuori altre due candidature per la presidenza dell’Autorità portuale. Le designazioni, lo ricordiamo, vanno presentate entro oggi, mentre l’attuale presidente, Dario Lo Bosco, rimarrà in carica fino al 31 dicembre. I nomi nuovi sono quelli di Antonio Samiani, ex comandante della Capitaneria di Porto di Messina (indicato dalla Cisl) e di Giovanni Zuccalà, contrammiraglio con esperienze nella Marina Militare. Quest’ultimo nome, tra l’altro, apre una piccola spaccatura nell’Udc: è stato indicato, infatti, dall’area Naro del partito, mentre Cardile era stato proposto dal capogruppo dell’area D’Alia Cilento.

E proprio contro il rischio di logiche partitiche si schierano il presidente di Confindustria Messina, Ivo Blandina, ed il segretario provinciale della Cisl, Tonino Genovese. «Il susseguirsi di nuove informazioni relative alle candidature alla presidenza dell’Autorità portuale – ha detto Blandina – ci deve indurre alla riflessione. Gli enti locali dovranno operare con forte senso di responsabilità seguendo il percorso di verifica che porterà alla scelta del nominativo. Non bisogna lasciarsi sfuggire l’occasione di rendere l’Autorità portuale lo strumento operativo di una strategia di crescita condivisa da tutti gli attori del territorio, strategia che deve necessariamente essere definita tramite il coinvolgimento attivo di tutte le forze sociali e produttive, degli Ordini e di quanti abbiano capacità di analisi e di formulazione progettuale. Un progetto di sviluppo che tenga conto della centralità del settore dei trasporti, non solo quello marittimo, per la ripresa economica dell’area dello Stretto. Nessuno spazio – ha concluso Blandina – deve essere lasciato ad altri criteri di scelta, a logiche spartitorie di posti di sottogoverno, né ci si deve trovare a ripercorrere per l’ennesima volta la strada che vede le decisioni importanti spostate sull’asse Roma-Palermo».

Non è stato meno duro l’intervento di Genovese: «Non si può riproporre una soluzione figlia dei soliti riti della politica messinese. Sia l’occasione per dare una svolta e un segnale di cambiamento sulle vecchie logiche che anche la nostra comunità non tollera più. L’Autorità portuale di Messina – ha aggiunge Genovese – ha bisogno di un tecnico di grande profilo. Serve un manager del settore che riesca a rilanciare la città attraverso la portualità e che dia impulso al rilancio produttivo e non speculativo delle aree di pertinenza della stessa Autorità Portuale. Ci aspettiamo un presidente capace di operare al di fuori di logiche di spartizione tipiche della politica e delle lobby cittadine».