La questione morale è ancora attuale. Palacultura gremito per il dibattito dell’Ars e Arcidiocesi

Si è parlato di Etica e responsabilità pubblica, al Palacultura, in occasione del dibattito organizzato dall’Assemblea regionale siciliana e dall’Arcidiocesi di Messina, Lipari e Santa Lucia del Mela.

L’incontro , che ha visto la sala del Palacultura gremita al punto che in molti sono rimasti in piedi per seguire i relatori, si è aperto con l’intervento del Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Giovanni Ardizzone, che ha ricordato ad inizio lavori, Fausto Piano e Salvatore Failla, i due italiani uccisi in Libia.

Dopo il minuto di silenzio, Ardizzone ha ringraziato le autorità intervenute al dibattito e ha poi sottolineato come in un momento in cui a coloro che hanno responsabilità pubbliche viene imputato un progressivo deficit di etica risulta importante il confronto su un tema come etica e responsabilità pubblica.

“La massiccia partecipazione- ha continuato Ardizzone- è la cartina di tornasole che la questione etica è la prima delle questioni che le istituzioni debbono affrontare”. Basti pensare che il nostro Paese in tema di immoralità sia secondo solo alla Bulgaria. Un’intera società incline alla violazione delle regole scritte e di quelle dettate dalla coscienza.

Ma se molti sono i corrotti presenti nella nostra società, non si può non tenere conto dei corretti . “Essere corretti, ad ogni livello della vita pubblica, significa, in primo luogo essere responsabili e cioè essere pronti a rispondere, a qualcuno o se stessi delle proprie azioni e delle conseguenze che ne derivano. E la responsabilità non si improvvisa: a essa si viene educati e bisogna costantemente auto educarsi”.

Proprio sull’importanza della responsabilità si è soffermato monsignor Raspanti che ha sottolineato come ognuno di noi ne sia portatore . Nel suo breve intervento, il vescovo di Acireale e amministratore apostolico della diocesi di Messina ha sottolineato l’importanza del concetto di trasparenza per chi si occupa di amministrare e fare politica.

Il dibattito è poi continuato con gli interventi di monsignor Galantino,segretario generale della Conferenza episcopale italiana, di Gaetano Silvestri, presidente della Scuola superiore della magistrature e presidente emerito della Corte costituzionale, e di Rodolfo Sabelli, presidente dell’Associazione nazionale magistrati. Tutti gli interventi sono stati introdotti da Ferruccio De Bortoli, ex direttore del Corriere della Sera.

Monsignor Galantino, in particolare, partendo da un versetto del libro di Qoèlet, dalla Sacra Bibbia, ha ricordato come la nostra società porta avanti l’idea che nessuno deve rendere conto delle proprie azioni. La sfida per l’uomo contemporaneo è quella di educarsi al rispetto delle regole. Infatti, solo con una partecipazione attiva si può sviluppare un certo grado di responsabilità.

Una partecipazione attiva che impone anche dei doveri per i cittadini, come quelli economici, politici e sociali. È su questo aspetto che si è concentrato il presidente emerito della Corte Costituzionale, Gaetano Silvestri. Inoltre, Silvestri ha sottolineato come l’ etica non si espliciti solo nell’esercizio delle proprie funzioni, ma anche nel rispetto delle esigenze degli altri. È questo il principio che dovrebbe regolare il lavoro di chi svolge funzioni nell’ambito pubblico.

L’incontro si è concluso con l’intervento di Rodolfo Sabelli. Il Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati ha sottolineato come le istituzioni debbano riguadagnarsi la fiducia dei cittadini, attraverso l’adozione di piani anticorruzione e del principio di trasparenza.

Francesca Calì