Tinaglia (Reset) : «Non si risolve tutto con uno slogan, un gesto simbolico ed una maglietta»

Non si placa il dibattito innescato dai ragazzi di “Addio Pizzo” sull’edizione 2013 della Vara (vedi correlato) . Un’edizione contrassegnata da numerosi e significativi gesti simbolici da parte del sindaco Renato Accorinti, che – per la prima volta in 500 anni storia- in qualità di primo cittadino ha voluto “guidare” dal ceppo la macchina votiva, sventolando la bandiera “W Maria”, con addosso la maglietta “Addio Pizzo”.

Dopo le repliche dell’amministrazione comunale ai ragazzi di “Addio Pizzo” – la prima per bocca dell’assessore Todesco la seconda del sindaco Accorinti (vedi correlati) – ha deciso di dire la sua anche il candidato sindaco di Reset alle ultime elezioni ammnistrative, Alessandro Tinaglia, il quale sottolinea nel comunicato di parlare a titolo personale e non a nome dell’intero movimento.

Ecco il testo della sua nota:

«Ci risiamo: "Guelfi e Ghibellini".

Una città incapace di affrontare le questioni in maniera serena e puntuale è una città che non ha futuro.

“Addiopizzo”ha posto un problema serio e concreto mentre l'amarezza del Sindaco lascia sgomenti.

Sembra quasi che si voglia alimentare una cultura che rende "nemici" del cambiamento tutti quelli che si permettono di fare osservazioni critiche e proposte alternative.

Accorinti non si indigna con chi lo accompagnava sul ceppo della Vara ma con chi ha posto, dopo decenni e coraggiosamente, una questione mai affrontata dalla Città e dalla Curia. Questo atteggiamento dogmatico è molto pericoloso poiché non consentirà alla Città di crescere.

Mi riferisco a quella crescita culturale tanto sbandierata "dal basso" che solo un confronto ed un dibattito "laico", privo di preconcetti, può innescare.

Se pensiamo di risolvere tutto con uno slogan, un gesto simbolico ed una maglietta allora inviterei il Sindaco seriamente a riflettere su quella citazione di Gaber che tanto gli piace: "non ho paura del Berlusconi in se ma del Berlusconi in me". Se la politica degli annunci, degli intenti, della comunicazione fine a se stessa è sbagliata, lo è, ovviamente, a prescindere da chi la utilizza.

Se agli annunci quindi non seguiranno fatti ed atti amministrativi non ci sarà alcuna differenza, nella sostanza, tra il prima ed il dopo, tra il vecchio ed il nuovo. Unica differenza sarà che ad accompagnare la Città al proprio funerale sarà gente certamente nuova, certamente perbene ma ugualmente incapace di dare risposte concrete.

Se qualcuno si sente più tranquillo io ,invece, continuo a preoccuparmi. Proviamo a concentrarci sulle soluzioni serie e sulle attività da mettere in essere per dare lavoro, speranza ed opportunità ai Messinesi.

Il Sindaco conosce i miei dubbi, rafforzati purtroppo dall'approccio e dal metodo portati avanti fino ad oggi da te e dal tuo gruppo, ma, come dico da mesi, sarei felicissimo di sbagliarmi e ricredermi».