cronaca

Dimessa dall’ospedale muore lungo la strada la vigilia di Natale, 17 indagati

MESSINA – Salgono a 17 gli indagati per il caso di Maria Pia Castrovinci, la 61enne di Torrenova operata all’utero all’ospedale Papardo di Messina e dimessa, la vigilia del Natale 2021, morta in auto durante il rientro a casa tra le braccia della nuora. In base agli accertamenti Maria Pia è morta per uno choc settico non riconosciuto e non curato.

La novità emerge dall’avviso di conclusione delle indagini preliminari siglato dal sostituto procuratore Alessandro Liprino, titolare del caso, alla fine degli accertamenti medico legali e documentali. Sono tutti medici e infermieri allora in servizio al reparto Ginecologia del Papardo e per loro l’accusa è di non averla assistita a dovere, in concreto.

Ad uno di loro è contestato anche il falso in cartella clinica: avrebbe annotato che un accertamento si era reso necessario perché alla donna era stata riscontrata una malformazione, ovvero delle metastasi ad una milza. Invece, scrive la Procura in base al dossier dei consulenti medico legali, le metastasi non c’erano e la milza sarebbe stata rimossa perché lacerata.

Invece, se Maria Pia fosse stata visitata a dovere per tempo, quando lamentava dolori, forse tutto questo non sarebbe successo. Se Maria Pia non fosse stata dimessa, probabilmente non sarebbe morta. E’ questo il quadro finale dell’inchiesta ora arrivata al capolinea. Per i camici bianchi dell’ospedale messinese ora comincia una fase diversa: i loro difensori possono prendere visione del dossier depositato in Procura e chiarire le singole posizioni, difendendosi. Saranno adesso le fasi successive del procedimento a stabilire se il quadro ipotizzato dalla Procura è fondato e se ci sono effettivamente responsabilità, e a carico di chi.

A dare il via all’inchiesta è stata la famiglia, assistita dall’avvocato Giuseppe Condipodero Marchetta. I familiari hanno raccontato che la donna lamentava dolori forti già in ospedale, dopo l’operazione di rimozione di utero e ovaie. Dimessa, è spirata in auto sulla A20, all’altezza di Villafranca Tirrena.

Gli indagati sono difesi dagli avvocati Pietro Ruggeri, Antonia Russo, Antonino Gatto, Carlo Autru Ryolo, Francesca Misiti, Dafne Musolino, Ketty Terranova, Nicoletta Milicia, Salvatore Lincon, Ettore Cappuccio, Giuseppe Di Pietro, Ugo Colonna, Adriana La Manna, Simona Arasi, Antonio Giacobello, Roberto Alecci, Giuseppe Walter.