13 associazioni contro Cacciola e Foti: “All’Atm solo propaganda”

“I messinesi sono stanchi, ora urgono fatti concreti prima che la città muoia”. Si chiude così il duro attacco sferrato da un gruppo di associazioni e movimenti ni confronti dei vertici Atm. E’ proprio l’azienda di via La Farina a finire nel mirino di Pippo Frisone dell’Associazione ADIS, Pippo Pracanica di Cittadinanzattiva, Remo Pulcini della Compagnia del Mezzogiorno, Raffaella Spadaro della Federazione dei Verdi, Franco Tiano della Federazione Nuova Destra, Pippo Isgrò di Insieme per la Sicilia, Salvatore Mammolo di Italia dei Valori, Ciccio Barbalace di LabDem, Andrea Carbone de L’Alternativa Possibile, Eugenio Preta de L’Altra Messina, Massimiliamo Curtò di Sicilia Democratica, Peppe Chiofalo di Umanesimo e Riformismo, Alessandro Tinaglia di Reset, il consigliere della VI Circoscrizione Mario Biancuzzo. Un ventaglio di anime che si sono unite per contestare la governance Atm e che adesso chiamano in causa amministrazione, consiglio comunale e sindacati per rimettere in discussione tutto l’assetto gestionale dell’azienda trasporti.

“In rappresentanza di una parte rilevante della cittadinanza ed a seguito di un approfondito studio che dimostra come i dati ufficiali forniti ai Messinesi dai vertici Atm, dall'Assessore e dalla Giunta non siano coerenti con le dichiarazioni entusiastiche rilasciate sia sul futuro dell'Atm sia sulle sorti del Piano di Riequilibro, fortemente ancorato e collegato alla bozza del Contratto di servizio dell'azienda, e sentendoci offesi come cittadini e come rappresentanti a vario titolo della società messinese chiediamo un immediato confronto per motivare ulteriormente la nostra richiesta di dimissioni del Commissario Manna, del DG di Foti e dell'Assessore alla Mobilità Cacciola” scrivono i 13.

“Ci auguriamo che alla propaganda di questi due anni di amministrazione segua un sussulto di orgoglio ed un cambio di rotta cominciando dall'assunzione delle responsabilità del disastro che oggi la città vive non solo nel settore del trasporto pubblico locale. Così come i Cittadini sono scesi in piazza per l’improvvisazione dimostrata dal Sindaco nella questione dei treni a lunga percorrenza che ha rischiato di far perdere ai siciliani il diritto alla continuità territoriale e nello stesso modo in cui i Presidenti delle sei Circoscrizioni, sono stati costretti a rivolgersi al Prefetto Trotta per l'emergenza sanitaria scoppiata in città per l'incapacità dell'Amministrazione Comunale di garantire uno dei servizi essenziali, temiamo che lo stesso possa accadere anche nel caso del Trasporto Pubblico Locale qualora l'Amministrazione Accorinti o il Consiglio Comunale non adottassero le misure del caso”.

L’Atm di questi 13 movimenti è dunque un disastro. Un’azienda che in due anni non ha fatto nessun progresso e che anzi addirittura sarebbe peggiorata e che avrebbe avuto una forte contrazione del servizio. “La grande opera di cambiamento improntata dal DG Foti, dal Commissario Manna e dall’Amministrazione Accorinti non solo, come dimostrano le lamentele degli utenti, non ha migliorato il servizio, ma in termini numerici è peggiore anche della gestione ATM del Sindaco Buzzanca del 2011 e pressoché’ identica a quella Buzzanca/Croce del 2012”.

Contestano i dati snocciolati in questi mesi dal Direttore Foti e dall’assessore Cacciola, dai numeri di bus e tram messi su strada, al chilometraggio percorso, ai biglietti venduti, fino alla corrispondenza tra i risultati prodotti e gli obiettivi fissati nel Piano di riequilibrio, nel contratto di servizio (non ancora approvato) e nel Piano industriale. “Le previsioni inserite nel decennale, che regolano anche il valore della bozza del Contratto di Servizio, non solo non sono rispettate ma a fine anno, qualora la previsione ottimistica del DG Foti di un aumento del 12% del chilometraggio dei bus rispetto al 2014 si realizzasse, vi sarebbe già al primo anno di decennale una differenza in negativo di quasi 7 milioni di euro. Ta l’altro che tale valutazione non tiene presente dell’eventuale aumento del costo di gestione 2014 e 2015”.

Secondo l’analisi prodotta dai 13 movimenti, “l’Amministrazione Accorinti, rispetto alla previsione del costo dell’azienda inserita nello schema del Piano decennale per il 2013, ha già sforato di quasi 4,6 milioni di euro e dunque ipotizzando un costo identico anche per il 2014 e 2015 (valutazione ottimistica visti gli investimenti per le vetture del tram, bus e consulenze varie in particolare quella alla GTT, (le cui modalità rispetto alla legge sugli appalti pubblici vorremmo ci fossero chiarite) si arriva ad una differenza negativa rispetto alle previsioni del decennale di oltre 13 milioni di euro”.

Una valutazione che però appare falsata in partenza perché intanto il Piano di riequilibrio non copre il 2013, ma entra in vigore dal 2014, dunque i conteggi devono poggiarsi sulle cifre della seconda versione del Piano decennale, quella che proprio in questo momento è ancora al vaglio del Ministero. Anche quando si mettono a confronto le cifre del chilometraggio nelle tabelle messe nero su bianco dai movimenti emerge che proprio nel 2014, primo anno della gestione Foti, il numero dei chilometri prodotti dai bus ha rispetto le previsioni ed è anzi superiore rispetto a quello inizialmente fissato. E poi quando si parla degli investimenti fatti in questi due anni su vetture del tram, bus e consulenze varie, ipotizzando di far lievitare i costi di gestione dell’azienda, non si deve dimenticare che si tratta di operazioni inserite nell’accordo economico siglato tra Atm e Gtt e che ha già messo da parte un tesoretto da 800 mila euro.

Riflettori sui bus. Contro i 50 bus oggi disponibili dichiarati da Foti, lo studio dei 13 movimenti dice che il 20 Luglio i mezzi messi su strada erano 37 e che la punta massima toccata è stata raggiunta il 6 Luglio con 40 bus. “Non solo dunque il numero fornito è errato ma non sono previsti neanche i mezzi di riserva, che normalmente vengono stimati con il 20% dei mezzi messi su strada. Giornalmente inoltre circa il 10% dei bus utilizzati (mediamente 3 o 4 bus al giorno) fanno ritorno, senza essere sostituiti, in officina per guasti dovuti alle elevate temperature o alle condizioni di vetustà dei mezzi”. Anche in questo caso però si dovrebbe tener presente che in base all’orario estivo le linee da servire sono 36 più i due servizi navetta Torri Morandi e Forte San Salvatore.

Ovviamente segnalazione anche sul numero dei tram in circolazione che il 21 luglio che sono stati tra i 3 e i 4 durante la giornata. Quantità ben diverse dagli 8 tram propagandati, scrivono i movimenti, che però poi ricordano che il Piano di Esercizio Estivo ne prevede 5. “Se poi, come riferito da DG ed Assessore, entro fine anno avremo a disposizione 10 tram, allora attendiamo con grande ansia di conoscere il valore dell’investimento effettuato. In tal senso e sempre per comprendere il limite tra la propaganda ed i fatti, ricordiamo che l’Assessore Cacciola ha preventivato nel PON Metro un costo pari a 10 milioni di euro per il recupero di 5 tram Cityway più la loro manutenzione. E’ evidente, dunque, che se i tram passeranno, come dichiarato, da 5 a 10 entro il 2015, allora ci ritroveremo 10 milioni di costi aggiuntivi per aver incrementato di poco piu’ di 30 mila km il chilometraggio della tranvia”. I 13 movimenti forse però non sanno che i Pon Metro non finanziano interventi sul “ferro” ma solo sul gommato, ciò significa che i 10 milioni non possono essere spesi per recuperare 5 tram.

Nonostante i miglioramenti registrati nell’ultimo anno e mezzo, per i 13 movimenti “anche i numeri riportati dal DG sul bigliettaggio e gli abbonamenti in crescita nel 2014 pongono questa gestione ben al di sotto degli incassi registrati dalla gestione, sicuramente fallimentare per la scarsa qualità del servizio offerto, del 2012”.

“Chiariamo al Sindaco Accorinti ed ai collaboratori che si è scelto che i messinesi non si fanno prendere per il naso e che esistono fior di competenze che dimostrano come i “superesperti” che vengono dal nord sono inadeguati quanto e di più di quelli che li hanno preceduti” scrivono alla fine. E, oltre a chiedere le dimissioni di Cacciola, Foti e Manna, chiedono all’amministrazione e al consiglio comunale di prendere in esame queste cifre e di indire un consiglio comunale aperto per aprire la discussione sull’Atm alla città.

Francesca Stornante