Benvenuti nel “CAOS” di Palazzo Zanca

Per scrivere di quanto sta succedendo a Palazzo Zanca basterebbe ricorrere a Vasco Rossi “voglio trovare un senso a questa storia, anche se questa storia un senso non ce l’ha….”.

I recenti avvenimenti sfuggono alla logica ed alla razionalità ed anche cercare di spiegarli ai lettori diventa problematico. Non siamo “pazzi” noi cronisti che scriviamo. E’ realmente così che stanno andando le cose.

RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI

Ad inizio gennaio alcuni consiglieri di area genovesiana, accelerano il percorso sulla sfiducia rimasto fermo nel cassetto della segreteria generale da luglio, quando i consiglieri centristi lo avevano depositato. La partita a scacchi salta quando la capogruppo Pd mette la sedicesima firma, quella che era destinata a non arrivare mai. Panico in Aula: adesso dobbiamo affrontare sul serio la faccenda.

L’amministrazione reagisce gridando al golpe, demonizzando chiunque gli passi davanti, snocciolando una serie di risultati di là da venire, frutto di semine di passate amministrazioni. Sabato 28 gennaio davanti ad una piazza di 500 persone il sindaco e alcuni assessori denunciano il fatto che l’arrivo dei risultati “fa gola a tanti”, ripetendo il mantra sul passato che ritorna. Assenti solo Eller e la Ursino, gli stessi 2 assessori che CMdb (a ragione) definiscono “corpi estranei” che nulla hanno a che vedere con questa esperienza politica e amministrativa.

Lunedì 30 gennaio l’assessore Eller partecipa all’incontro promosso da SI con Stefano Fassina, alla presenza di Accorinti. L’assessore non condivide toni che definisce estremistici e lascia la sala. Poco dopo fa capolino alla riunione del Pd e va via quando si parla di sfiducia. Alle 23.30 scrive il famoso post sulla mutazione genetica della giunta Accorinti. La mattina del martedì 31 chiede 24 ore di riflessione e invita i colleghi di giunta a fare altrettanto sul percorso che sta trasformando un’esperienza civica in altro.

La mattina del 1 febbraio, mentre Accorinti è in conferenza stampa con la Santisi, Eller presenta le dimissioni. Ai cronisti leggerà una lettera durissima che parla di deriva barricadera e piazzaiola, e di esser stato costretto a non esprimere liberamente il suo pensiero. Nell’altra stanza Accorinti spiega che lui non ha risposto a 30 telefonate. Eller risponde “to late”. Dimettendosi aggiunge di voler restare altri 10 giorni di tempo per portare a termine le ultime cose, ma in serata il sindaco gli revoca tutte le deleghe e le avoca a sé in attesa di scegliere il nuovo assessore.

Neanche un’ora dopo le dimissioni di Eller l’amministrazione fa un appello ai consiglieri, accantonando i toni d’accusa e porgendo come ramoscello d’ulivo quel patto di fine mandato proposto da Eller nei giorni scorsi ad Accorinti.

LA SITUAZIONE ATTUALE

Sintetizzando c’è: un’amministrazione sotto la scure di una sfiducia che parte degli stessi consiglieri a favore non vogliono, un Consiglio che cerca solo la giusta ciambella di salvataggio per evitare di dover votare la mozione, una squadra di assessori che dopo aver issato la bandiera del martirio ad opera di carnefici disonesti e pronti a mettere le mani sulle risorse, inverte la rotta pochi minuti dopo le dimissioni dell’unico assessore che era riuscito a sistemare i conti. E l’ormai ex che annuncia di voler svelare qualcosa. Un’amministrazione “zoppa” nel momento più delicato, quando una delibera come quella della nuova società di gestione rifiuti sta arrivando in Aula (il 7) e con la sfiducia dietro la porta. In tutto questo Accorinti,e non poteva fare altrimenti, ha avocato a sé tutte le deleghe pesantissime che Eller aveva ottenuto. Il clima, tra Eller e la giunta è da “c’eravamo tanto amati”. Lontanissimo quel giorno di maggio quando Accorinti e gli assessori, a fianco del toscano, puntavano il dito contro l’ex presidente dei revisori Dario Zaccone accusandolo di cercare il famoso “pelo nell’uovo”.

Adesso a quanto pare di peli nell’uovo devono essercene molti altri se stamattina Eller su facebook scrive che, anche se licenziato prima del 10, “ resterà nei paraggi per parlare di questioncelle di Messina e dintorni, volete mandarmi perché avete fifa anzi #sietescarsini.

Difeso strenuamente dal sindaco sin da quando lo ha portato alla Leopolda sicula (la Faraolda) dello scorso anno, Eller, salito in sella a maggio, ha recuperato in sei mesi tutto il tempo perduto sui bilanci rispetto agli anni precedenti, senza alzare barricate nei confronti dell’Aula e guadagnandosi la stima di quasi tutti i consiglieri comunali (tranne gli accorintiani). Che fosse renziano di ferro ai limiti del patologico lo sapevano anche Dina e Clarenza, così come lui sapeva benissimo di non far parte di un’amministrazione di berlusconiani.

Cosa accadrà non possiamo saperlo. Il ramoscello d’ulivo portato dall’amministrazione ha fatto tirare un sospiro di sollievo a quella parte di consiglieri che si dicono favorevoli alla sfiducia ma non la vogliono votare e aspettavano soltanto la ciambella di salvataggio. Molti chiedono ben più di una dichiarazione d’intenti che lascia il tempo che trova visti i precedenti in tema di annunci su condivisione e partecipazione. L’ipotesi è che si chieda che Accorinti azzeri la giunta e si presenti in Consiglio con un’amministrazione “dimissionaria” per poi affrontare i contenuti del Patto di fine mandato, che come tutti i patti si deve fare in due.

Infine Libero Gioveni stamattina ricorda ad Accorinti neo assessore al bilancio, la sua promessa di devolvere in beneficenza l’indennità di sindaco. “Da assessore al bilancio ora può fare due calcoli, se vuole l’aiuto. Finora ha incassato 300 mila euro, dai quali sottraendo le somme che avrebbe preso da insegnante, resterebbero 200 mila euro da dare in beneficenza. Ha avuto altre occasioni per dimostrare la sua generosità, ma siamo certi che in questo fine mandato lo farà”.

Lunedì c’è riunione del centro-sinistra, si scaldano i motori per preparare, al di là della sfiducia, quella coalizione che nel 2017 o nel 2018, alle Regionali come alle Politiche ed alle amministrative, deve cominciare a costruire una classe dirigente nuova. Nel centro-destra è calma piatta e la nota dell’amministrazione può essere l’assist che si attendeva da giorni.

Rosaria Brancato