Oltre 250 disabili lasciati senza stalli personalizzati. L’Anglat: «Scusate se esistiamo»

Il Comune di Messina fa rimuovere la segnaletica stradale indicante lo stallo di sosta personalizzato di oltre 250 portatori di handicap e riscoppia la polemica. Ad insorgere è ancora una volta la delegazione di Messina e provincia dell’ Anglat ( associazione nazionale guida legislazioni andicappati trasporti), che da quasi due anni lotta per non vedere sopprimere i diritti di tanti disabili messinesi.

Nel mirino finiscono ancora una volta i provvedimenti del dirigente alla Mobilità, Mario Pizzino: per l’Anglat le sue determine limitano la libertà delle persone con disabilità e non danno «ai soggetti in parola le pari opportunità come previsto dall’art.3 della legge 5 febbraio 1992, n.104 al fine di garantire alla stesse il pieno godimento dei loro diritti civili, politici, economici e sociali»

Il caso vuole che proprio il 5 febbraio (anno 2013) sia anche la data in cui venne emanata la prima determina di Pizzino, considerata la pietra dello scandalo. Con quella determina a Palazzo Zanca si stabiliva che da quel momento in poi i disabili avrebbero dovuto pagare tutte le spese relative alla «realizzazione e alla manutenzione della segnaletica stradale, sia verticale che orizzontale, di individuazione e delimitazione dello spazio di sosta». Il provvedimento prevedeva inoltre che « la disabilità consistente nella mancanza della vista, ove non associata ad altra patologia che comprometta la deambulazione, non costituisce presupposto per l’assegnazione dell’area di sosta personalizzata», quindi nessun diritto allo stallo blu sarebbe stato più concesso ai ciechi che deambulano.

Il commissario Luigi Croce, allora alla guida del Comune, difese quel provvedimento, arrivando ad affermare : «Come paghiamo noi devono pagare anche loro, altrimenti li faremmo sentire inferiori, mentre per me sono persone normali».

Con l’elezione Accorinti , in molti avevano creduto e sperato in un cambio di rotta ed era stato lo stesso sindaco ad annunciare a luglio 2013 il ritiro della determina “incriminata” , che invece solo a novembre dello stesso anno fu semplicemente modificata, facendo tornare a carico del Comune i costi di realizzazione e manutenzione dello stallo.

Superato il problema delle spese, si era tuttavia immediatamente posto un altro problema, forse più grave, inerente all’assegnazione del pass, per ottenere il quale l’ente aveva infatti imposto al disabile non in possesso della patente di guida di dimostrare la necessità di doversi spostare «per motivi di salute, di lavoro o di studio». Escluse queste tre condizioni, al disabile non era consentito mettere il naso fuori da casa.

Le nuove polemiche sorte su quella che veniva considerata una ingiustificata discriminazione obbligarono il Comune a rivedere ancora il provvedimento, estendendo la possibilità di godere dello stallo di sosta personalizzato alle persone invalide che, pur trovandosi nelle condizioni di deambulazione totalmente impedita e non essendo abilitate alla guida, godono comunque di idonee condizioni psicofisiche per poter effettuare frequenti spostamenti all'esterno della propria abitazione (indicativamente con cadenza giornaliera e comunque almeno trisettimanale), per svolgere attività sociali, culturali, religiose o per attendere alle normali necessità di vita quotidiana. Per certificare la presenza delle condizioni oggettive necessarie ad ottenere lo stallo personalizzato il Comune richiede un certificato medico.

Il risultato è che gli stalli continuano a diminuire, e secondo l’Anglat andando a colpire le persone che realmente ne hanno diritto.

Lo sfogo dell’associazione, dunque, non poteva che essere amaro: «le persone con disabilità sono state sempre ai margini; invisibili tra gli invisibili, come se la disabilità non facesse parte della natura umana. Eppure dal dopoguerra ad oggi ne abbiamo fatto di conquiste sociali, in tutti i campi! Nonostante ciò la problematica della disabilità continua ad essere un tabù, in una società che rifiuta di prendere coscienza che la disabilità fa parte della condizione umana e come tale attiene alla vita di ognuno di noi nelle varie forme in cui essa si possa presentare.

Ci sono volute convenzioni, leggi e circolari per far sì che i diritti delle persone con disabilità fossero riconosciuti ad ogni livello, in tal senso la convenzione dell’O.N.U. sui diritti delle persone con disabilità del 2006, può essere definita come una pietra miliare su cui costruire il futuro».

La rimozione degli stalli, come detto, ha fatto insorgere l’Anglat , che si scaglia non solo contro Pizzino ma anche contro la giunta di Palazzo Zanca, specialmente contro «gli assessori Mantineo (servizi sociali), Cacciola (viabilità) ed il sindaco Accorinti, che hanno avallato le determine del suddetto Dirigente».

«Vorrei ricordare al sig. sindacoscrive Francesco Ventoche al momento della sua proclamazione ha dichiarato: “Più del dissesto finanziario mi fa paura il dissesto culturale e dell’anima” ed allora perché alla mia ennesima richiesta d’incontro mi è stato riferito dalla sua segreteria, spero di aver capito male, che “il sindaco ha cose molto importanti da fare e non può perdere tempo con queste piccole questioni».

Il Delegato Provinciale dell’Anglat e’ profondamente amareggiato per la piega che ha preso la vicenda, tanto da concludere : «vorrei scrivere tanto altro, ma non trovo le parole per esprimere il mio sdegno per quanto sta accadendo; però, per quanto sopra esposto, mi sento di affermare “SCUSATE SE ESISTIAMO”».

Danila La Torre

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