No allo spending review. La FP CGIL e la Uil FPL contro la manovra del governo: sarà sciopero generale

Blocco del turn over. Riduzione degli organici. Tredicesime congelate per almeno tre anni. Inasprimento delle norme sulla mobilità del personale. Tagli alle dotazioni organiche. Svuotamento delle relazioni sindacali. Sono solo alcune delle conseguenze dello spending review- il processo di revisione della spesa che il governo Monti sta attuando nell’ambito della pubblica amministrazione. Per dire no a questa manovra che grava pesantemente sulle spalle dei dipendenti pubblici, la Fb CGIL e la FPL UIL scendono in campo proclamando lo sciopero generale, previsto per il 28 settembre nella capitale. La manifestazione è stata annunciata in ambito cittadino questa mattina a Palazzo dei Leoni, nel corso di una assemblea sindacale indetta dalla funzione pubblica della Cgil e Uil F.P.L. “Questo governo vuole fare cassa sulla pelle dei dipendenti pubblici!”. Così Clara Crocè; segretario generale della funzione pubblica CGIL Messina, stigmatizza l’operato del governo nazionale. La goccia che ha fatto trabboccare il vaso, in tempi di disoccupazione e ritocchi all’articolo 18 della nostra costituzione – è l’ipotesi prevista dalla manovra governativa di tagliare 30.000 posti di lavoro nell’ambito della pubblica amministrazione. 30.000 dipendenti, giudicati in esubero, rischiano di perdere il lavoro. un numero enorme, che evoca scenari apocalittici, rendendo concreto lo spettro della situazione Greca, già, purtroppo, fin troppo famigliare per il nostro paese. Quando la Grecia crollò, si disse che anche l’Italia era prossima a seguirla nel medesimo baratro. Adesso si prevedono 30.000 licenziamenti nel settore pubblico, a fronte dei 50.000 effettuati in Grecia. Uno scarto di 20.000 posti che non basta a rendere l’analogia rispetto alla drammatica situazione del paese balcanico, meno reale. In più, simili tagli nel settore statale portano ad una conseguenza logica quanto drammatica: se si licenziano gli impiegati, quali speranze di stabilizzazione potranno mai avere i precari? Ovviamente nessuna. Vano è stato il protocollo di intesa sul lavoro pubblico, siglato dal governo nazionale in concordanza con le diverse parti sociali coinvolte il 3 maggio scorso, dove si prevedeva, tra l’altro,il graduale assorbimento del personale precario – ovvero quella stabilizzazione sempre promessa ma mai attuata – con l’apertura di appositi tavoli tecnici. Adesso, invece, Roma fa sapere che di tutto questo non se ne potrà parlare prima del 2015. Uno scenario cupo. Una situazione allarmante a livello nazionale, che si innesta su una realtà locale già critica, se non per molti aspetti drammatica. I precari in Sicilia sono 27.000, 6.000 solo nella provincia di Messina. Per quanto le manovre del governo nazionale non aiutino a migliorare le prospettive di queste persone, poco o nulla si è fatto al livello locale. “La provincia non ha fatto niente per il territorio, forse era troppo occupata a diventare la giunta più numerosa d’Italia”. È la stoccata che la Crocè non risparmia a Ricevuto. E di “dramma sociale irreversibile”, ha parlato il segretario generale della Uil F.P. L, Giuseppe Calapai. Lo sciopero generale del 28 non vuole essere un monito per il governo centrale, ma un vero e proprio tentativo “di mandare i suoi componenti a casa”. Lo slogan della manifestazione sarà: “Abbiamo già dato”. Un avvertimento da parte della categorie più martoriate e penalizzate dalle numerose finanziarie di questi tempi di crisi: i lavoratori pubblici e i precari, altrimenti detti “i soliti noti”.

FOTO STURIALE