Dalla Regione solo briciole: in arrivo al Comune poco di 1, 5 milioni di euro

La Regione taglia, anzi dimezza. Nel 2012, il Governo regionale trasferirà al Comune di Messina la metà delle risorse erogate nel 2011 e dei 14 milioni attesi da Palermo ne arriveranno solo sette. La decurtazione effettuata dalla Regione ha già una prima, immediata conseguenza: la terza trimestralità, che Palazzo Zanca attendeva con trepidazione per mettere liquidità in cassa ammonterà a poco più di 2 milioni di euro e non a 7,5 milioni di euro , come previsto dai dirigenti dell’area economico-finanziaria sulle stime dei trasferimenti dello scorso anno e delle prime due trimestralità dell’anno in corso.

Con Decreto Regionale 257, il Governo regionale ha, infatti, stanziato per Messina solo euro 2.092.845,78, di cui euro 1.538.385,81 arriveranno nei prossimi giorni, come anticipazione, mentre la restante cifra di euro 557.459, 97 sarà trasferita successivamente. Incassata questa terza trimestralità, da Palermo non resterà che attendere solo l’ultima trimestralità, la quarta, da saldare entro il 28 febbraio, che sarà identica alla terza e cioè pari a euro 2.092.845,78.

Le risorse impegnate dalla Regione sono “briciole” rispetto alle reali esigenze finanziarie di un Ente alla prese con una crisi economica senza precedenti. La speranza, adesso, è che arrivino al più presto i fondi statali, che dovrebbero ammontare – ma il condizionale è d’obbligo – a circa 18 milioni di euro. Nel 2012, l’esecutivo nazionale ha già effettuato tagli pari a 21 milioni, 14 più i 7 della sanzione imposta per lo sforamento del patto di stabilità.

Intanto, con questi chiari di luna, l’emergenza sociale in atto in città è destinata ad aggravarsi, così come l’angoscia dei circa 4000 lavoratori iscritti, a vario titolo, sul libro contabile del Comune – tra dipendenti comunali, precari, lavoratori delle partecipate e dei servizi sociali. La loro disperazione è la disperazione di un’intera città, che di impiego pubblico e dell’ indotto prodotto dall’impiego pubblico vive. Perché se a Messina 4000 famiglie rimangono senza stipendio, significa che queste 4000 famiglie non avranno più soldi per andare al supermercato a fare la spesa, al negozio a fare compere, al cinema a guardare un film, in pizzeria o a un ristorante per una cena con gli amici. E se l’economia si ferma, Messina muore. Senza dimenticare, peraltro, che la crisi del settore pubblico si aggiunge a quella del settore privato, che proprio in questi giorni vive una fase allarmante con tante vertenze aperte e poche soluzioni all’orizzonte. (Danila La Torre)