Mazzarrà rischia di chiudere, la Regione blocca l’ampliamento del sito. In città ancora emergenza rifiuti

Messina e provincia rischiano di piombare in un’emergenza rifiuti senza precedenti. La Regione ha stoppato il progetto di ampliamento della discarica di Mazzarrà S. Andrea, dove confluiscono anche i rifiuti messinesi, e la realizzazione e gestione dell’impianto di biostabilizzazione che doveva sorgere proprio nell’area di contrada Zuppà. Il Dipartimento regionale dell’Acqua e dei Rifiuti diretto da Marco Lupo ha avviato un procedimento di diniego dell’istanza di rinnovo delle autorizzazioni ad avviare gli interventi che erano state rilasciate il 22 maggio del 2009. Una mazzata per Tirrenoambiente, società che gestisce il sito, che ha ricevuto il decreto regionale lo scorso 3 luglio e che in questi giorni ha provato a mettere in piedi una strategia per rispondere alle osservazioni messe nero su bianco dalla Regione. Senza ampliamento il sito è destinato a chiudere. Nel giro di pochi mesi la discarica, così com’è attualmente, potrebbe saturarsi definitivamente lasciando quasi tutti i Comuni della provincia messinese senza un luogo in cui scaricare i rifiuti. In realtà il problema potrebbe assumere dimensioni molto più vaste perché in ballo ci sono anche altre discariche siciliane, in particolare quella di Motta S. Anastasia, dove Messina ha già scaricato nei mesi scorsi quando Mazzarrà aveva deciso di chiudere i cancelli. Di certo non basterebbe per accogliere i rifiuti di tutti i Comuni che oggi si servono del sito messinese e anche quella catanese attende di poter ampliare il suo sito.

A produrre la relazione che rischia di far chiudere la discarica di Tirrenoambiente è stata una commissione ispettiva costituita dalla Regione nello scorso mese di gennaio per la verifica degli atti relativi alle discariche private in esercizio per rifiuti non pericolosi site nel territorio siciliano. Sotto la lente di ingrandimento naturalmente anche Mazzarrà, per la quale la commissione ha riscontrato una lunga serie di anomalie: il progetto approvato e le opere realizzate non sono conformi al decreto legislativo 36/03 che disciplina le direttive sui rifiuti, l’istruttoria prodotta per l’ampliamento è carente di alcuni pareri fondamentali in base alla normativa vigente e degli Enti preposti, diversi punti del progetto non sono conformi. La commissione ha rilevato anche che la discarica è stata utilizzata per l’abbancamento prima che il gestore avesse ottemperato a tutte le prescrizioni del decreto di autorizzazione. Nelle dodici pagine inviate a Tirrenoambiente, ma anche ad Arpa, Asp, ai sindaci di Mazzarrà S. Andrea e Furnari, vengono riassunte tutti i motivi per cui il Dipartimento ha deciso di negare il rinnovo delle autorizzazioni. Adesso la società ha a disposizione solo dieci giorni di tempo dalla data di ricezione della comunicazione, quindi entro il 13 luglio, per produrre le eventuali deduzioni. Poi la Regione esaminerà la documentazione prodotta e convoca già da ora una conferenza di servizi che si terrà il 2 settembre presso gli uffici del Dipartimento Acque e Rifiuti. Fino ad allora il destino della discarica di Mazzarrà S. Andrea resterà in stand-by con il rischio chiusura dietro l’angolo.

Per Messina sarebbe un’ulteriore tragedia che andrebbe ad abbattersi su una situazione generale che ad oggi è drammatica. Nonostante gli sforzi, uscire da un’emergenza rifiuti ormai cronica è difficilissimo. Ormai da settimane la città si mostra sempre più sporca, le cataste di immondizia stanno letteralmente invadendo le strade, soprattutto nei villaggi periferici le condizioni sono preoccupanti anche dal punto di vista igienico-sanitario. Il caldo naturalmente non aiuta e a peggiorare il quadro sono topi e insetti che inevitabilmente trovano l’habitat naturale per vivere. Le segnalazioni continuano ad arrivare giorno dopo giorno, a chiedere aiuto e interventi il presidente della I Circoscrizione Enzo Messina dalla zona sud, il consigliere della VI Mario Biancuzzo per la riviera nord, il consigliere della III Mario Barresi che segnala sporcizia e degrado a Bisconte. Messinambiente sta attraversando un momento difficilissimo, soprattutto dopo la scomparsa dell’operatore Nino Tomasello, proprio in questi giorni il numero dei mezzi a disposizione sta toccando minimi storici, con notti in cui la raccolta è stata effettuata da soli due mezzi per l’intera città. Quel che preoccupa di più è che al momento è difficile anche riuscire a scorgere un raggio di sole all’orizzonte.

Francesca Stornante