Politica

Discarica di Lentini a capienza ridotta. Rischio emergenza rifiuti a Messina

Un tavolo tecnico indetto dal Dipartimento Regionale Acqua e Rifiuti presieduto dal dirigente regionale ing. Calogero Foti al quale sono state invitate a partecipare le Srr delle Sicilia orientale.

“Foti – dice la presidente della Srr di Messina, Dafne Musolino – ha ripetuto quello che ormai è il mantra degli uffici regionali, che cercano di addossare alle Srr le responsabilità per la crisi della gestione dei rifiuti per l’assenza di impianti nel territorio. Si tratta del consueto metodo con il quale il governo regionale tenta di ribaltare le proprie responsabilità accusando gli altri di non avere fatto ciò che invece competeva allo stesso governo regionale. Rammentiamo infatti che nei quattro anni di governo, Musumeci non è riuscito a realizzare nessuno dei nuovi impianti pubblici per i quali aveva ereditato dal precedente governo i relativi progetti e disponeva delle risorse economiche, condannando la Sicilia ad uno stato di permanete crisi dei rifiuti”.

Accordo saltato con la Sicula Trasporti

“Ancora più grave è quanto emerso dal tavolo odierno: nello scorso mese di maggio, infatti, il Dipartimento aveva raggiunto un accordo con la Sicula Trasporti e gli altri impianti privati grazie al quale aveva assicurato alle Srr della Sicilia orientale che per 12 mesi sarebbe stata garantita la quota di 1.400 tonnellate giornaliere di indifferenziato conferibile all’impianto di Lentini. Ma questo accordo, di cui la Regione si era fatta garante con le Srr, è saltato con la conseguenza che Sicula ha comunicato la riduzione a 600 tonnellate al giorno, determinando una nuova stagione di crisi”.

Le responsabilità del governo regionale

“Siamo di fronte ad un governo che non riesce neppure a garantire che gli accordi assunti con i gestori degli impianti vengano rispettati e che pretende di risolvere la crisi permanente, che si protrae da 4 anni, convocando le Srr per intimare di trovare la soluzione lavandosene le mani. Peccato che il Dipartimento abbia dimenticato che lo stesso governo regionale ha commissariato le Srr affidando ad un commissario ad acta l’incarico di provvedere alla progettazione degli impianti e di curare tutto l’iter per il rilascio delle autorizzazioni ambientali. Alla data attuale però il commissario non ci risulta che sia riuscito a raggiungere nessuno degli obiettivi che gli erano stati fissati.

Impianto per l’umido a Mili ancora fermo

Anche stavolta il caso più scandaloso riguarda Messina: a maggio 2021 infatti la Srr Messina ha consegnato al commissario il progetto definitivo ed esecutivo per la realizzazione dell’impianto per il trattamento dell’umido a Messina che la società ha realizzato anticipando le risorse economiche, con tecnici messi a disposizione dallo stesso Comune di Messina. Da maggio 2021 ad oggi il commissario non è riuscito neppure a presentare la relativa istanza per ottenere il Paur (Provvedimento autorizzatorio unico regionale), propedeutico alla pubblicazione della gara per l’affidamento dei lavori, con la conseguenza che il lavoro fatto da Srr Messina è stato sacrificato ancora una volta dalla inerzia ed indifferenza della Regione che, con il suo commissario ad acta, non riesce neppure a presentare una istanza agli uffici regionali.

Senza impianti si penalizza la differenziata

Nel frattempo il Comune di Messina ha raggiunto la quota del 55 % di raccolta differenziata e tutto l’ambito si attesta su alti valori di oltre il 30% di media, raggiungendo un traguardo che rischia di causare solo un aumento di costi per le tasche dei cittadini. All’aumento della differenziata, infatti, corrisponde la necessità di trattare l’umido e la realizzazione dell’impianto di Mili è un obiettivo che la Regione non può più rimandare o ostacolare come ha fatto finora. Quanto è accaduto in queste ore è dunque paradossale: lo stesso Dipartimento che ha commissariato le Srr, ha convocato le società per accusarle di non avere realizzato gli impianti che il commissario ad acta nominato dal Governo regionale avrebbe dovuto progettare e fare autorizzare con le risorse che la Regione sostiene di avere messo a disposizione ma che restano solo promesse cartolari. Il risultato è sconfortante: nell’immediato, il Dipartimento ha annunciato, dietro le mie incalzanti domande, di stare lavorando per ottenere il rispetto dell’accordo per garantire il ripristino delle quantità fissate a maggio 2021 (1.400 tonnellate al giorno), mentre per il medio periodo il Dipartimento ha sollecitato le Srr a trovare le risorse economiche per la realizzazione degli impianti d’ambito, riservando ad un prossimo incontro di fornire i chiarimenti che sono stati richiesti dalle Srr sull’inerzia del commissario ad acta”.

Dove sono le risorse per gli impianti?

“In sostanza, si è trattato del solito incontro in cui la Regione si è limitata a dire alle Srr che non ha soluzioni e che ognuno pensi a se stesso. Ma che ne è stato, allora, delle risorse regionali che il presidente Musumeci sostiene di avere pronte per la realizzazione degli impianti? E in assenza di una programmazione impiantistica da parte della Regione, quanto dovranno spendere i Comuni per trasportare i rifiuti indifferenziati fuori regione o addirittura all’estero? Queste sono le domande alle quali il Dipartimento e la Regione devono rispondere e per le quali non ci accontenteremo di un’alzata di spalle da parte del dirigente regionale”.