Enzo Garofalo lancia la campagna elettorale. E il Pdl “si stringe a coorte”

La sala è sobria, ma l'atmosfera è americana: è un crescendo, quello che accompagna la salita sul palco della sala Visconti di Vincenzo Garofalo, un crescendo di alleati che ne lodano le capacità, ne ricordano i meriti e chiudono, tutti, con "Il migliore per questo compito". Il partito che fino a qualche mese fa era devastato dalle faide interne, e oggi incredibilmente reso unito dall'azione di Nino Germanà, ha incoronato il deputato nazionale e gli ha affidato il compito di passare un colpo di spugna sul Pdl del passato. Sul palco salgono gli alleati delle liste che lo sostengono: Pippo Isgrò, ex assessore della giunta Buzzanca, poi Giovanni Villari di Fratelli d'Italia, Sergio Indelicato di Autonomisti per Messina, Massimo Simeoe del Pda e Silvia Coscia in rappresentanza della lista SiAmo Messina, quella "personale" di Garofalo.

Tutti esprimono gratitudine e ostentano sicurezza, poi arriva Fabio Mazzeo, giornalista e già capoufficio stampa del Pdl alla Camera, che svela il segreto di Pulcinella: e cioè che il candidato a sindaco per il Pdl sarebbe stato lui, senonché "mi sono accorto che Enzo Garofalo è più bravo di me a individuare cosa fare e come farlo". Per dieci minuti, tra stilettate all'avversario Felice Calabrò e accuse all’ex primo cittadino Giuseppe Buzzanca (mai nominato), Mazzeo esalta la folla, poi lascia il proscenio a Nino Germanà e Nanni Ricevuto, due terzi del "nuovo" Pdl messinese.

I due ringraziano i 480 candidati tra Comune e Quartieri, poi dividono il palco col senatore Bruno Mancuso ed il deputato regionale di Grande Sud Bernadette Grasso. Altri ringraziamenti, i saluti, poi sale sul palco Garofalo. La sensazione tangibile è che la coalizione sia tanto coesa quanto quella del centrosinistra sia sfilacciata. Garofalo, alla Visconti, ha incassato un "è il migliore che potessimo scegliere" da praticamente chiunque abbia preso in mano il microfono. E lui, pur non "bullandosi", incassa soddisfatto. "Cuore, coraggio e competenza saranno le mie prerogative – spiega – per fare di Messina una città normale amministrata da politici normali, per gente normale". E' un concetto che il candidato sindaco del Pdl ripete fino allo sfinimento. Niente libri dei sogni, ma buona amministrazione nei settori nevralgici della città, "dalle partecipate ai servizi sociali, dal verde al turismo, dalle strade pulite a sviluppo che consenta ai nosrti figli di restare, per tornare ad essere la Messina che ricordo da piccolo e che era amata da chi ci viveva e da chi veniva a visitarla".

La sala, pienissima ("Avremmo dovuto affittarne una tre volte più grande", esagera Garofalo) applaude. E per un attimo pare dimenticare che, seppure con la corrente Buzzanca che oggi esprime un candidato autonomo, il Pdl è stato al governo della città per quattro anni, con molti dei consiglieri che oggi si ripresentano al giudizio degli elettori.