“Non è che se metti il dentifricio nelle crepe del tetto il lampadario non crolla”

Quando si è bambini si ha paura ad affrontare le difficoltà. Pensiamo che chiudendo gli occhi quell’ostacolo svanisca nel nulla. Chiudendo gli occhi crediamo di cancellare i problemi. La logica dei bimbi è questa: se non lo vedo non esiste. Ma se cammini con gli occhi chiusi finisci sempre a sbattere, ed è anche così che si cresce. La classe dirigente del Pd ha fatto questo, coprendo gli occhi con le mani ha pensato che i problemi non esistessero più, fin quando non è finita a sbattere contro un muro in cemento armato e si è fracassata la testa. Eppure la via del Pd era lastricata di segnali stradali grandi come palazzi che indicavano “attenzione caduta massi”, ma Bersani e i suoi sono andati dritti verso quel muro, con gli occhi bendati e le orecchie tappate, perché quando il nostro piccolo mondo viene “minacciato” dal cambiamento è più semplice trincerarci di fronte a ciò che non conosciamo piuttosto che accoglierlo. Le dimissioni di Bersani e del vertice di un partito in frantumi, sono state scritte a dicembre, solo che non hanno voluto accorgersene. Anzi, in realtà la penna è stata presa nei giorni dell’appoggio al governo Monti, con un sì acquiescente a qualsiasi vessazione sia stata decisa. Per un anno intero, tanto è durato il sostegno condiviso con Pdl e l’Udc il popolo del Pd ha guardato attonito dando segnali di rivolta più per spirito di sopravvivenza che per altro. Se hai fame ed il tuo partito applaude a chi ti toglie il pane e si siede al banchetto un po’ t’incazzi. Grillo e Renzi hanno disseminato la strada del Pd di segnaletica: Attenti caduta massi (tutti sulla vostra testa), Alt dateci un taglio, Insomma fate qualcosa di sinistra. E loro niente. Si son messi a fare la riforma elettorale? Hanno toccato la casta? Diminuito le tasse, strozzato la Fornero, fatto qualcosa per fermare il governo? Macchè, hanno messo in scena le primarie dell’apparato con regole fatte su misura per fermare Renzi. Infatti l’ hanno fermato, ha perso, si è seduto sulla riva del fiume ed ha aspettato. Neanche tanto poi, pochi mesi. Non ha mosso un dito, hanno fatto tutto loro. Le dimissioni di Bersani e Bindi sono state scritte nelle settimane della polemica sulla rottamazione, quando Renzi diceva: io voglio rottamare il sistema non le persone e i vari Finocchiaro e D’Alema, terrorizzati dopo cent’anni di strapotere hanno alzato le barricate. In tv Livia Turco intervistata sulla sua indennità d’uscita milionaria ha detto: “Embè, sono per i miei figli, me li tengo e non me ne vergogno”. Nelle stesse ore un padre si suicidava per la vergogna di non portare il pane a tavola ai suoi figli. La memoria è importante, ricordate la polemica sulle regole alle primarie? Le norme per blindare il ballottaggio? L’intero apparato non ha guardato la luna indicata dal dito, si è limitato al dito. Nel frattempo Grillo riempiva le piazze e le urne e come un carro armato ha parlato a quella pancia che il Pd ormai ignorava. Dopo le primarie anti-Renzi è stata la volta delle bizzarre primarie per il Parlamento, che sono state pure vanificate perché Bersani e l’apparato hanno disseminato i primi posti nelle liste di candidati calati dall’alto, esattamente come l’odiato Pdl. I blindati scelti da Berlusconi non sono tutti brutti e cattivi e quelli scelti da Bersani sono alti, belli biondi e unti dal Signore. Poi sono arrivate le elezioni, ed una finta vittoria che è stata vittoria solo “grazie” ad un’orrenda legge elettorale. Eppure hanno chiuso ancora gli occhi, ostinandosi a voler a fare un governo sulla base di una maggioranza fragile come un vaso nelle mani di un bimbo. E sono trascorsi due mesi. Poi è arrivato il momento dell’elezione del Presidente della Repubblica ed hanno ancora chiuso gli occhi e le orecchie, passando sopra i cartelli che Renzi, i grillini e lo stesso Napolitano hanno messo sul percorso. Puntuale la disfatta, sotto gli occhi di tutti gli italiani che hanno visto questa classe dirigente bendata camminare impettita. Anche il popolo Pd via facebook e twitter scriveva cartelli: attenti al muro. Ma su quel muro sono finiti Marini, Prodi, l’intera segreteria. Ma non è ancora finita, perché la conferma di Napolitano grazie all’asse Pd-Pdl porterà ad un governo che rischia di essere la fotocopia sbiadita di quello Monti (con i ringraziamenti di Grillo e Renzi). Adesso che la frittata è fatta dobbiamo apprendere la lezione. Dagli errori s’ impara. Il centro-sinistra messinese sta andando alle amministrative ed ha solo questa occasione per leggere i segnali stradali. E’ un cartello gigante con scritto: o si cambia o si muore. O scatta il rinnovamento, che non è solo generazionale, ma di metodi, gestioni, o l’apparato è morto. Chiudere gli occhi di fronte al M5S piuttosto che ad Accorinti, a Reset ed al centro-destra rinvigorito dalle Politiche e riunito intorno ad una figura autorevole come Garofalo, porterà a sbattere contro un muro. Non basterà travestire il vecchio da nuovo. Come direbbe Crozza-Bersani: non è che se metti il dentifricio sulle crepe nel tetto il lampadario non crolla. Non ci sono alternative al cambiamento. O si dice addio ai sistemi clientelari, alle logiche di segreteria, alle spartizioni, al voto di scambio o si finisce nel baratro. Sarebbe bello se Genovese ed il suo alleato (almeno fino a questo momento) D’Alia pensassero alla giornata del 19 aprile ed a Bersani, alla Bindi e alla classe dirigente spazzata da un venerdì nero, ogni qual volta staranno per fare anche un solo nome per una poltrona, prima di fare ogni più piccolo calcolo che nulla ha a che vedere con la politica. Pensate a Bersani ogni qualvolta uno yes man vi tira la giacca, quando un cortigiano vi porta un cesto pieno di voti. Non è solo il Cencelli che deve essere archiviato ma un’intera epoca gestionale. Altrimenti ci sarà sempre un Renzi di turno che starà seduto sul fiume e gli basterà aspettare, con una bottiglia di champagne (o una lattina di coca-cola light) in mano, per festeggiare la caduta inevitabile di quegli dei che, come i bambini, hanno pensato che chiudendo gli occhi i problemi non esistessero più. I messinesi, nel frattempo, gli occhi li hanno APERTISSIMI. Spalancati.

Rosaria Brancato