La Parrocchia di Torre Faro: «Noi fuori dall’Istituto Marino, i pinellini ancora dentro al Casa del Portuale»

La Parrocchia di Torre Faro ,ospite nella X commissione consiliare di Palazzo Zanca, incassa la solidarietà dei consiglieri comunali e torna a chiedere una soluzione che la riabiliti all’utilizzo dei locali dell’Istituto Marino di Mortelle -donati al Comune di Messina dalla famiglia Bosurgi affinché ospitassero attività rivolte a bambini con un’infanzia difficile – dai quali sono stati cacciati lo scorso 9 luglio (vedi correlati) .

Alla presenza anche del vicesindaco ed assessore al Patrimonio Guido Signorino e del dirigente al ramo Mario Signorelli, i responsabili della Parrocchia hanno spiegato l’uso che hanno fatto di quei locali, cogestiti dal 2011 al 2013 insieme ad Anfass ed Istituto Antonello, in virtù del Protocollo d’intesa firmato nel 2011 e scaduto lo scorso maggio

«Dall’incontroscrive in un comunicato il Responsabile Coordinamento Parrocchiale Andrea Risitano – è emerso quanto realizzato e svolto dalla Comunità di Torre Faro, di come abbiamo operato nell’interesse collettivo, non individualistico, e per come abbiamo impiegato le nostre risorse a tutelare un bene comune che dopo il nostro allontanamento sta per essere vandalizzato».

I responsabili della Parrocchia sostengono di essersi «sempre attenuti scrupolosamente a quanto stabilito nella convenzione protocollo d’intesa, sia per la collaborazione al Comitato Etico, sia nella programmazione di tutte le attività, sia negli obblighi verso l’Amministrazione, in tema di rendicontazione»

Nel corso dell’audizione in commissione, è stato inoltre ricordato che, inizialmente, «l’intera area dell’Istituto Marino era inaccessibile e che i volontari della parrocchia e dei vari gruppi aderenti, si sono mobilitati a scerbare tutte le parti esterne, pulire tutti i locali» e che sono anche stati spesi dei soldi per mettere in funzione l’impianto elettrico e quello idrico.

Partendo da queste premesse, i responsabili della Parrocchia di Torre Faro si domandano perché da parte dell’amministrazione comunale ci sia nei loro confronti una “chiusura” e perché l’assessore Panarello, abbia precluso loro l’utilizzo dell’Istituto Marini durante i lavori di ristrutturazione, sebbene il padiglione centrale continui ad essere occupato dal Corpo di Polizia dei Vigili Urbani . Se il problema è davvero la sicurezza, come sostenuto dalla Panarello – dicono Risitano e gli altri – dentro i locali non dovrebbero stare neanche gli agenti di polizia e non dovrebbero potervi accedere i cittadini.

La parrocchia pensa, dunque, che la vera ragione sia un’altra ed il paragone con i ragazzi del Pinelli, che occupano la Casa del Portuale, diventa inevitabile. «Siamo a conoscenza dell’azione di occupazione di locali comunali, da parte di giovani e ci preoccupa sapere e appurare che di fronte alle nostre istanze cali un velo di silenzio, indifferenza di non attenzione di fronte ad un problema che non è afferente ad una entità o identità sociale-politica, bensì ad una collettività di un territorio privo di punti di aggregazione che per un periodo anche breve, hanno potuto ritrovarsi e costruire momenti aggregativi, formativi e di crescita sociale e civile. Pur ritenendo l’azione in atto, intrapresa da questi gruppi, non condannabile ci crea qualche problema comprendere l’azione repressiva nei nostri confronti che, non abbiamo inteso creare circoli culturali o ricreativi ma progetti e programmazioni di ampio respiro: sociale, culturale, ambientale, religioso, educativo , aggregando e formando comunità, nel rispetto delle regole istituzionali e sociali ».

Risitano e l’intero coordinamento non ci stanno a subire in silenzio una decisione che non condividono e tornano a chiedere di poter continuare a svolgere le proprie attività all’interno dell’Istituto Marino ,« anche adottando misure di sicurezza. Recintare il padiglione centrale, viste le caratteristiche, permetterebbe sia ai Vigili che a noi la continuità delle attività della tutela dei locali».

La palla passa adesso all’ amministrazione comunale, che dovrà dire se intende venire incontro alle esigenze della Parrocchia di Torre Faro o far cadere nel vuoto la richiesta d’aiuto. (Danila La Torre)