Commissione urbanistica, ennesimo deserto. Guerrera medita sulle dimissioni, ingegneri e architetti battono i pugni

Se si fosse tenuta, probabilmente, le polemiche sarebbero state di meno. Parliamo della seduta II commissione consiliare (politiche del territorio) presieduta da Mimmo Guerrera, (vicario Barbalace, vice Cantello, componenti: Ansaldo, Barone, Barrile, Burrascano, Caliò, Capillo, Iannello, Melazzo, Restuccia, Spicuzza, Saglimbeni), che anche ieri, nonostante l’importanza dell’argomento, la proposta di delibera alla “Variante parziale alle Norme di Attuazione e per il miglioramento delle condizioni di sicurezza del territorio comunale”, è andata deserta sia in prima che in seconda convocazione, per cui sarebbe stato sufficiente 1/3 dei componenti. Questa volta, però, Guerrera ha sbottato, stanco di essere il «presidente di una commissione fantasma». E’ così che si autodefinisce il rappresentante dell’Udc, profondamente amareggiato dall’atteggiamento assunto dai colleghi nello specifico ruolo di commissari. Quella di ieri, infatti, qualora si fosse tenuta, sarebbe stata una seduta “allargata” anche all’assessore Corvaja, all’ordine degli ingegneri (rappresentato dall’ing. Ferlazzo) e degli architetti (presenti il presidente Falzea, La Spina e De Domenica). Ospiti che sono però tornati a casa “a bocca asciutta”.

Da qui lo “sfogo” di Guerrera che in una lettera indirizzata al presidente del consiglio Previti e al vice-Burrascano, ha fatto presente la possibilità delle proprie dimissioni dall’incarico di presidente: «Ho chiesto troppe volte scusa per le sedute deserte, agli invitati della IIa Commissione. Ieri avremmo dovuto trattare una delibera importante per la pianificazione urbanistica del nostro territorio, e a tal fine, il sottoscritto, aveva invitato i rappresentanti degli Ordini Professionali, per un dibattito costruttivo. Mi risulta difficile comprendere le cause delle reiterate assenze, soprattutto se i temi da trattare sono rilevanti e solo attraverso il lavoro si può contribuire a fare chiarezza, dando l’input per la redazione di un nuovo e più razionale modello di sviluppo della città, messo a dura prova dal distorto vigente P.R.G. Ho chiesto una riunione del gruppo politico di cui sono un esponente, per valutare l’opportunità di lasciare la presidenza».

Ma la mancata discussione dei temi urbanistici, benché per altro verso, aumenta l’insofferenza anche di una categoria professionale, quella degli ingegneri, che di fronte all’attuale condizione del settore edilizia, non è più disposta ad ammettere ritardi o mancanze da parte della politica. Posizione che il presidente dell’Ordine, Santi Trovato, ha fatto presente anche all’assessore Corvaja e ai dirigenti Caminiti e Cucinotta, invitati ad un incontro, tenutosi nel pomeriggio di ieri, presso la sede dell’Ordine: «Continuando ad attendere la redazione di un nuovo PRG, finiremo col mandare definitivamente in crisi un settore che, proprio in virtù dell’attuale strumento urbanistico, evidentemente inadeguato, sta affrontando una totale paralisi. Ormai non si contano più i progetti bloccati o per le mancate autorizzazioni del Genio Civile o a causa di procedure amministrative e burocratiche infinite. Tutto ciò però significa lasciare senza lavoro decine e decine di professionisti. L’Ordine ha sin da subito dato la propria disponibilità per la stesura del nuovo Piano ma nell’attesa ci sono altri strumenti, come la delibera proposta dall’assessore, che può permettere di arginare i problemi».

Trovato non manca di tirare in ballo il famoso art. 13 (vedi articolo correlato) con cui il Genio Civile potrebbe rivedere i pareri rilasciati favorevolmente al Piano regolatore generale. Ancor di più, sottolinea il presidente, alla luce di quanto previsto dalla “carta di suscettività” allegata alla delibera di Corvaja, con cui vengono indicati, (con colori rosso e viola) tutte le zone maggiormente a rischio, dove cioè non si sarebbe dovuto o non si dovrà edificare. «Siamo i primi a dire che la tutela del territorio è da anteporre ad ogni altra cosa, ma vanno altrettanto tutelati i professionisti. Perché il Genio Civile, come abbiamo richiesto nell’ottobre del 2010, non ha dato seguito all’art. 13? Perché invece si continuano a bloccare i progetti mettendo in ginocchio un intero settore?». Problemi, quelli riguardanti i “blocchi progettuali”, che non attengono però solo alla mancanza di parere da parte degli Uffici di via Aurelio Saffi, ma anche alla mancata organizzazione dello stesso dipartimento Pianificazione Urbanistica, altro aspetto su cui Trovato dichiara di riscontrare pieno appoggio da Corvaja: «E’ necessario velocizzare le procedure, ma per farlo è altrettanto utile istituire una vera e propria task force all’interno di un ufficio in cui invece c’è carenza di personale e mezzi. Ecco perché Ordine sta lavorando a delle proposte ben precise, una sorta di “vademecum” che indichi un percorso utile in tal senso. Potrebbe essere inteso anche come una sorta protocollo di rilancio del settore, condiviso con l’amministrazione. Anche i sindacati confederati sono dalla nostra parte. Dobbiamo darci da fare. Negli ultimi giorni sono stati circa 15 gli ingegneri che si sono dimessi dall’Ordine e se non si imprime una svolta sarà sempre peggio».

Dello stesso tenore le dichiarazioni dell’Ordine degli architetti e del sindacato Inarsid, che in una nota condivisa propongono soluzioni migliorative per il dipartimento territorio: «Nonostante la rassicurazioni di Corvaja permangono le croniche carenze di organico che comportano i difficoltosi rapporti con l’utenza, la mancata istruzione delle pratiche edilizie e i mancati controlli sul pagamento degli oneri concessori, con gravi danni per le casse comunali. L’amministrazione continua a denunciare le pesanti difficoltà economiche e finanziarie in cui versano le casse comunali, senza adottare alcun provvedimento che possa condurre ad un efficiente funzionamento del dipartimento ed al recupero degli oneri concessori. Si continua a tralasciare di esigere congrue entrate certe per perseguire improbabili risparmi sulle spese tecniche”. I due organismi, puntano il dito contro l’affidamento di incarichi a progettisti interni che, se da un lato determina un risparmio per il Comune, dall’altro priva gli uffici del personale necessario e priva anche i professionisti esterni di ottenere eventuali progetti. Pertanto, nell’interesse e a tutela delle categoria degli ingegneri ed architetti, siano essi liberi professionisti o dipendenti, Ordine degli Architetti e Inarsind chiedono un incontro con l’ass. Corvaja, proponendosi di istituire un Osservatorio permanente per il controllo della regolarità dell’affidamento degli incarichi di progettazione, e riservandosi, in caso di accertate irregolarità, di segnalarlo alle competenti autorità preposte». (ELENA DE PASQUALE)