Gioveni: “La colpa del fallimento del servizio pubblico è dell’amministrazione uscente”

Mai come in questi giorni è sotto gli occhi di tutti il disagio che l’azienda di trasporti messinese sta vivendo per garantire il servizio ai cittadini. Garantire è una “parolona”, i pochi autobus che si vedono in giro per la città non sono comunque sufficienti e, come da polemica, lasciano scoperte le zone periferiche di Messina, mentre almeno il tram rimane un’alternativa più valida per le zone che ne sono servite, nonostante le corse siano comunque diminuite.
Non era difficile capire che si sarebbe arrivati a questo. Del resto, i segnali in passato ci sono stati. Secondo Libero Gioveni si sarebbe potuto evitare il peggio. O comunque l’alternativa per provarci esisteva. A detta del consigliere della terza circoscrizione, infatti, l’amministrazione Buzzanca avrebbe rifiutato un’importante possibilità di migliorare il servizio e fare arrivare soldi dalla Regione.
“Con la delibera di giunta n. 908 del 12 dicembre 2008 Palazzo Zanca aveva deciso di acquistare 31 autobus usati da una ditta del Comune di Olgiate Comasco per il potenziamento del parco mezzi, a seguito della quale erano stati impegnati poco più di 500.000 euro”, afferma Gioveni.
Questo avrebbe significato due importanti cose. Primo, l’incremento dei mezzi avrebbe alleggerito la carenza di autobus per la città. Secondo, l’aumento del numero di chilometri percorsi dai mezzi avrebbe portato dalla Regione i relativi corrispettivi monetari.
Corrispettivi che ammonterebbero a 4 milioni di euro. Così afferma il consigliere circoscrizionale.
“Ma l’amministrazione Buzzanca – continua Gioveni – il 26 luglio 2011 revoca la delibera n. 908, stabilendo di impiegare quelle somme per l’acquisto invece di pezzi di ricambio da utilizzare per la riparazione dei bus in officina”.
A quattordici mesi da allora, Gioveni si chiede quanti bus siano stati riparati e come si è sopperito all’ammanco dei 4 milioni di euro che sarebbero potuti entrare nelle casse dell’azienda messinese.
Questo, senza considerare le spese legali per il contenzioso sorto con la ditta lombarda che aveva chiesto il risarcimento danni per questa rinuncia.
“Qualcuno, che da Palazzo Zanca è già andato via per approdare verso altri lidi, dovrebbe avere il coraggio di fornire alla città le risposte a queste domande e in particolare a quegli anziani, studenti e mamme di famiglia che, mai come in questi giorni, hanno dovuto “piantare le tende” alle fermate degli autobus”, conclude il consigliere centrista.