Jonio. Cosa è cambiato dopo l’alluvione del 2009? La risposta degli esperti

Cos’è cambiato nella Riviera Jonica a quasi otto anni dall’alluvione del 1° ottobre 2009? “Girodivite” prova a dare una risposta, attraverso le immagini catturate sul territorio e la testimonianza di esperti sull’argomento, provenienti dal mondo del giornalismo, dell’università, del sindacato e dell’attivismo ambientale. L’appuntamento è per domenica prossima alle 17 in un locale in via Torrente Agrò,a S. Teresa di Riva. Interverranno il presidente dell’Associazione Messina in Movimento, Saro Visicaro, il geologo Giuseppe Vugno, Alessandra Currò, sindacalista Usb e Giacomo di Leo del Comitato No-frane della riviera jonica.

L’incontro-dibattito è finalizzato a fare il punto sulla situazione idrogeologica nel comprensorio jonico. La zona Jonica fa parte di un contesto ad alto rischio idrogeologico e prima dell’1 ottobre, si erano già registrati eventi simili. I continui smottamenti hanno da sempre interessato il Capo Alì, costringendo la chiusura per diversi mesi della Statale 114, nonostante un ingabbiamento delle colline della zona con delle reti metalliche. Da quella notte, gli episodi di allagamenti, smottamenti e di fango trascinato per le strade dei paesi della Riviera jonica messinese si sono ripetuti negli anni. A più riprese hanno interessato i paesi di Nizza di Sicilia, Roccalumera e, più recentemente, Letojanni e Giardini Naxos, registrando altri ingenti danni ed anche qualche vittima.

Girodivite a febbraio 2010, per dirottare l’attenzione sulla tragedia vissuta solo pochi mesi prima, organizzò una mostra fotografica a Santa Teresa di Riva, esponendo delle immagini risalenti dagli inizi del 1900 fino al 1960, per evidenziare come si presentava la Riviera Jonica prima di quel boom economico che, in queste zone, si trasformò in speculazione edilizia le cui conseguenze i cittadini del comprensorio hanno cominciato a pagare. Tra la notte del 30 settembre e la mattina del 1° ottobre del 2009, un violento nubifragio colpì la zona nord-orientale della Sicilia dal capoluogo peloritano fino a Scaletta Zanclea. Una fortissima ed incessante pioggia si abbatté tutta la notte, provocando lo straripamento dei torrenti e di eventi franosi, che trasportarono verso i paesi della riviera fango e detriti. Paesi come Scaletta Zanclea e diverse località del comune di Messina, quali Giampilieri Superiore, Giampilieri Marina, Altolia, Molino, Santo Stefano Briga, Briga Superiore e Pezzolo registrarono ingenti danni alle abitazioni. Il disastro provocò la morte di 31 persone e di 6 dispersi.