Servono 50 milioni per riaprire 70 strade provinciali. Il report del Genio Civile

Un territorio flagellato da frane e alluvioni, tanto che ben 70 strade, tra provinciali e locali, sono chiuse per la mancanza dei requisiti di sicurezza. Alcune crollate, altre a rischio, altre ancora in condizioni ai limiti della praticabilità.

E’ un problema che riguarda tutta la Sicilia e che ha spinto l’assessore regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità, Giovanni Pizzo, ed il direttore del dipartimento, Fulvio Bellomo, ad incontrare i rappresentanti di Province e Geni Civili prima di recarsi a Roma per discutere con il Governo nazionale e richiedere lo stato di emergenza della viabilità siciliana ed il trasferimento di fondi straordinari.

La Provincia Regionale di Messina, in un percorso condiviso con il Genio Civile e su incarico dell’assessore Pizzo, ha predisposto un elenco di interventi prioritari da eseguirsi sulla viabilità provinciale interrotta o danneggiata da recenti eventi alluvionali.

“Abbiamo prodotto un report sulla scorta dei dati che ci hanno fornito le amministrazioni provinciali e comunali – afferma l’ing. capo del Genio Civile, Leonardo Santoro – e poi fornito alla Regione le indicazioni sullo stato di degrado delle strade per valutare la cifra complessiva necessaria a mettere in sicurezza la viabilità. L'intervento più corposo, 2 milioni e 400mila euro, riguarda il ponte di Calderà, distrutto dall'alluvione di Barcellona del 2011, che incredibilmente non è ancora stato finanziato. Nella nostra provincia servono circa 50 milioni di euro per poter riaprire 70 strade interessate da dissesto idrogeologico. Al momento, però, gli unici strumenti di finanziamento sono i 50 milioni, per tutta la Regione, previsti dalla delibera numero 64 della giunta regionale. Di questi, alla nostra provincia potrebbero spettarne 7 o forse 8, dunque è ovviamente impossibile far fronte a tutti gli interventi. Per questo ci è stato chiesto di stilare una lista di priorità ma l’obiettivo è quello di aggiungere risorse e operare ovunque serva”.

Una lista puntuale, con schede progettuali che focalizzano la tipologia del danno e gli indicatori di rischio. “Siamo lieti di fornire il nostro supporto e di condividere un percorso – conclude Santoro -. In futuro potremmo anche mantenere la regia di coordinamento sugli interventi, con sopralluoghi e valutazioni di tipo esclusivamente tecnico e non politico”.

(Marco Ipsale)