Bisignano: “Province cancellate in un giorno, Ente Porto ancora lì da anni”

“L’Ente Porto è stato costituito con un decreto presidenziale e con un altro decreto presidenziale può essere sciolto. E’ un provvedimento immediato che richiediamo da anni e che non viene mai fatto. Viceversa le Province, per le quali sarebbe necessario affrontare un discorso più complesso e fare approfondite valutazioni, vengono cancellate in un giorno”.

E’ il commento dell’assessore provinciale Michele Bisignano, al termine della riunione odierna del Comitato Portuale, dove non era presente alcun rappresentante della Regione: “Sulla vicenda delle Province – afferma Bisignano – c’è una confusione totale. Nei nuovi liberi consorzi non c’è nulla di rivoluzionario. Ricalcano invece il modello degli Ato Rifiuti, assemblee costituite da sindaci che hanno fallito su tutti i fronti. Ad un ente intermedio servono risorse ed è necessario che si possa esercitare un controllo democratico”.

L’assessore provinciale alla pianificazione è convinto che le province vadano riformate, snellite ma non abolite e pone una serie di proposte e quesiti: “Eliminare un ente intermedio per crearne uno ex novo è un rischio. Riduciamo le Giunte a 4 assessori, riduciamo il numero dei consiglieri provinciali, eliminiamo gli sprechi. Riformiamo le province ma non aboliamole. Come faranno i nuovi consorzi a pagare i dipendenti? Chi se ne prenderà carico? La Regione con un aggravio di costi? I Comuni vicini al dissesto? Ed i sindaci si assumeranno questo nuovo compito gratuitamente? E’ tutto irrealistico. Bisogna ragionare sul sistema complessivo delle autonomie locali, serve un soggetto intermedio che abbia a disposizione delle risorse. Viceversa chi gestisce le strade, le scuole o i servizi sociali? Ed anche le città metropolitane di Messina e Catania, per le quali si andrà al voto a maggio, implicano organismi di gestione diversi rispetto a quelli dei Comuni. Verranno votati organismi che dopo poco tempo, all’istituzione delle città metropolitane, decadranno. Mi sembra che ci sia una disorganizzazione che, sull’onda del cambiamento, abbia trovato il capro espiatorio. Una riforma va valutata attentamente, non attuata in pochi giorni”.

Preoccupazioni espresse anche dal Coordinamento Sindacale Autonomo, soprattutto in merito al futuro occupazionale dei dipendenti: “La legge regionale 9/1986 individua nei liberi consorzi di Comuni denominati province regionali una delle articolazioni dell’amministrazione territoriale siciliana. Sarebbe stato sufficiente modificare il titolo V della stessa legge riducendo drasticamente la composizione degli organi. Le uniche spese eliminabili sono quelle della politica e ci piacerebbe sapere perché Crocetta non ha ancora proceduto alla riduzione dei deputati siciliani e del loro compenso”.

Il sindacato condivide le esigenze di riforma dell’ente intermedio, “ma non con provvedimenti raffazzonati ed approssimativi che nascondono l’unico intento di rinviare le elezioni e commissariare gli enti”.

(Marco Ipsale)