Lombardo: «Incontrerò i ministri competenti». D’Alcontres: «Pronto a dire no alla fiducia al Premier»

C’è chi si dice pronto a non votare la fiducia a Berlusconi, chi minaccia di occupare il Parlamento, chi invece pone sui due piatti della bilancia la messa in sicurezza del territorio ed il Ponte sullo Stretto. E chi preannuncia un incontro con i ministri competenti, perché il punto è uno: il problema dell’ordinanza sbagliata e dei fondi per Giampilieri e San Fratello rimasti “impigliati” nella rete della burocrazia va risolto e prima possibile. Se da un lato i Comitati e i cittadini possono, anzi, devono pensare a come farsi sentire nel modo più eclatante possibile, dall’altro la politica, soprattutto quella cittadina, deve rimediare alla propria inefficienza facendo sì che la vergogna consumatasi sulla pelle degli alluvionati di Messina venga cancellata. Sulla vicenda è tornato a parlare anche il presidente della Regione Raffaele Lombardo, a margine di un convegno sul federalismo fiscale a Palermo: «E’ incomprensibile l’atteggiamento del governo che non concede risorse per le zone alluvionate del messinese. Se permettete la gran parte delle risorse proviene dalle nostre casse regionali. La settimana prossima ce ne occuperemo dialogando con i ministri competenti».

Tra i parlamentari eletti nel Pdl, c’è chi si dice pronto a voltare le spalle al premier. E’ Francesco Stagno D’Alcontres, che nel frattempo ha seguito Gianfranco Miccichè nel suo nuovo percorso politico aderendo a “Grande Sud”: «Il governo si adoperi immediatamente per sboccare i fondi destinati alle zone alluvionate del messinese. Si ponga fine a questa insensata attesa, oppure in Parlamento ci comporteremo di conseguenza. Per Grande Sud la sicurezza delle popolazioni di Messina vale più di un voto di fiducia». E considerati i numeri risicati con cui il Governo deve fare i conti, anche il singolo voto potrebbe risultare decisivo al prossimo voto di fiducia sulla manovra “anti-crisi”.

Continuano ad arrivare a pioggia le reazioni politiche e non all’ennesimo schiaffo subito da Messina, che ormai abbiamo definito “diversamente alluvionata”. A dire la sua c’è anche il capogruppo dell’Udc al Senato, Gianpiero D’Alia: «Non bisognava consultare la sibilla – afferma – per capire che fondi per i territori alluvionati del messinese non ne sarebbero arrivati, né arriveranno. Questo è il risultato dell’immobilismo dell’attuale governo delle promesse non mantenute su ogni fronte. Anzi, l’attuale esecutivo ha pure detto “no” alla possibilità di utilizzare i 190 milioni in deroga del patto di stabilità. In compenso – ricorda l’esponente centrista – gran parte dei parlamentari messinesi, a pochi mesi da quel tragico ottobre 2009, si sono permessi di bocciare gli emendamenti che l’Udc aveva presentato al Senato (100 milioni) e alla Camera (200 milioni), considerati, al tempo, alla stregua di briciole alle quali poter facilmente rinunciare». Allora si parlò di demagogia, qualcuno (Nania) disse che di milioni ne sarebbero arrivati 500. I fatti lo hanno sonoramente smentito.

«Il ministro dei Trasporti Altero Matteoli – commenta D’Alia – si è dimenticato dei morti di Gianpilieri, Scaletta e dei paesi vicini, ma puntualmente in ogni occasione pubblica sciorina con fervida memoria la “favola” del Ponte sullo Stretto: un’opera che non si farà e che è stata palesemente bocciata dall’Ue e dal Parlamento, che non ha permesso un ulteriore scellerato finanziamento pubblico di 1,7 miliardi di euro, per una struttura nella quale si è gia’ investito troppo in prebende, consulenze ed assunzioni, senza produrre nemmeno un progetto esecutivo. L’Europa non vuole il Ponte, l’Italia nemmeno e solo il ministro ci tiene. Mentre il territorio messinese continua a tremare ad ogni pioggia, come diverse parti d’Italia, in queste ore la Liguria, dove si sta consumando l’ennesima tragedia».

Non è granché diverso il tenore dell’intervento di Carmelo Lo Monte, capogruppo dell’Mpa alla Camera. Il deputato ieri ha presentato un’interpellanza urgente al presidente del Consiglio dei Ministri e ai ministri dell’Economia e degli Interni per chiedere se vi sia davvero una mancata disponibilità del Governo a modificare l’ordinanza di Protezione civile per consentire di utilizzare i finanziamenti in deroga al Patto di Stabilità o se si sia trattato di una semplice svista burocratica, e in questo secondo caso, quali siano le ragioni che ostano all’immediata emanazione di una nuova ordinanza. «Trovo sconcertante – ha affermato Lo Monte – la differenza di trattamento adottata da questo Governo nei confronti dei territori della provincia di Messina rispetto ai territori del Nord perché per i primi è stato addirittura previsto un aggravio dell’accisa sui carburanti. Per quanto mi riguarda annuncio pubblicamente la mia volontà di arrivare a proteste eclatanti, fino all’occupazione del Ministero, se non verrà data immediata risposta al problema».

Infine Santina Fuschi, presidente di Legambiente Messina: «La politica rema contro la cittadinanza o, si astiene, semplicemente, dal remare. La politica e il mercato… un connubbio criminale, che invece di garantire dignità, crea un mostruoso circolo di sprechi economici ambientali e umani. E la disperazione dei cittadini messinesi colpiti stride con le ultime novità in fatto di immobili in città. Vengono messi sul mercato il complesso del mercato ittico, gli ex magazzini generali e l’ex Amam. Il comune ha bisogno di soldi… Solo che è già previsto un cambio di destinazione urbanistica. In pratica, nuovo cemento per la loro “valorizzazione”. Insieme ai tre immobili, verrà venduta una porzione di area fabbricabile sul torrente Trapani… Evidentemente c’è ancora qualche filo d’erba da estirpare, qualche centimetro da rendere “naturalmente improduttivo”. E dulcis in fundo, la ciliegina che il ministro Matteoli, ha voluto concedere prima di lasciare Messina…il solito Ponte sullo stretto.Tutto si riconduce, allora, ad un preciso disegno politico, figliastro di una mentalità puramente commerciale, che ha deciso di spazzare la sicurezza dei nostri territori, di rendere sempre più difficile la vita di chi non si rassegna ad abbandonare la battaglia per la salvaguardia del nostro paese».