Servizi a domanda individuale, sanzione al Comune per oltre 2 milioni di euro

Mentre al Comune di Messina tutti attendono da Roma notizie sul piano di riequilibrio, una vera e propria doccia fredda arriva dalla Prefettura, che agisce per conto del Ministero . E, nonostante le temperature torride di questi giorni, l’effetto che avrà sulle casse comunali sarà tutt’altro che rigenerante. A Palazzo Zanca è stata infatti inflitta una sanzione di poco inferiore a 2,4 milioni di euro per non aver rispettato, nel 2014, la copertura minima del 36% prevista dalla legge per i servizi a domanda individuale

I servizi a domanda individuale raggruppano quelle attività gestite dall’ente che non sono intraprese per obbligo istituzionale, vengono utilizzate a richiesta dell'utente e, infine, non sono erogate per legge a titolo gratuito. Al Comune di Messina i servizi individuali erogati riguardano: asili nido; refezione scolastica; impianti sportivi; spettacoli; mercati ;disinfestazione; trasporto alunni ; assistenza.

Ad ogni servizio a domanda individuale corrisponde un costo , per il quale il Comune deve prevedere – così come impone la legge – una copertura minima del 36% , attraverso il contributo degli utenti che usufruiscono del servizio stesso.

Non rispettando il tetto previsto dalla normativa vigente, aumenta oltremisura l’incidenza dei servizi a domanda individuale sulla spesa complessiva dell’ente.

A mettere nero su bianco la pessima notizia della sanzione milionaria è stato il prefetto Stefano Trotta (nella foto in basso) in persona con apposito decreto firmato lo scorso 22 maggio e trasmesso al Comune di Messina lo scorso 9 giugno dal dirigente Catalano (vedi allegato). Il decreto è arrivato sulla scrivania del sindaco Renato Accorinti, dell’assessore al bilancio Guido Signorino, del ragioniere generale Antonino Cama e del segretario/direttore generale, Antonio Le Donne ma è rimasto “riservato” per intere settimane.

«Il Comune di Messina – si legge testualmente nel decreto – ha trasmesso a questa Prefettura entro il termine perentorio del 31 marzo 2015 previsto dal decreto del Ministero dell’Interno 20 dicembre 2012 la certificazione dimostrativa di copertura tariffaria del costo di alcuni servizi per l’anno 2014, da cui si evidenziano i seguenti tassi di copertura: 13,95% per i servizi a domanda individuale rispetto al livello minimo del 36%; 100,16% per il servizio della gestione dei rifiuti urbani nella misura prevista dalla legislazione vigente; il modello relativo al servizio acquedotto risulta mancante dei dati in quanto con nota del 31 marzo 2015 il Dirigente dell’area finanziaria del Comune di Messina ha dichiarato che la gestione è stata affidata alla società Amam Spa, che cura direttamente la riscossione dell’utenza».

«Dall’esame della documentazione medesima– continua il documento – è emerso che il Comune di Messina non ha garantito per l’anno 2014 la copertura al livello minimo del costo complessivo della gestione dei servizi a domanda individuale fissato al 36%».

Di fronte al mancato rispetto della normativa vigente in tema di servizi a domanda individuale, il prefetto Trotta non ha potuto fare altro che decretare per conto del Ministero la sanzione di 2.399.560,77 euro pari all’1% delle entrate correnti risultanti dal certificato al rendiconto dell’anno 2013, che ammontano a 239.956.077,09 euro.

Trotta ricorda, infine, che «avverso il provvedimento è ammeso ricorso giurisdizionale al Tribunale Amministrativo Regionale ovvero ricorso straordinario al Presidente della Repubblica , nel termine rispettivamente di 60 e 120 giorni dalla data di notifica».

Danila La Torre