Rappresentanti del partito democratico chiedono le primarie. Nasce il comitato "Messina per Renzi"

Rappresentanti del partito democratico chiedono le primarie. Nasce il comitato “Messina per Renzi”

Rappresentanti del partito democratico chiedono le primarie. Nasce il comitato “Messina per Renzi”

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martedì 18 Settembre 2012 - 09:37

Venerdì, a palazzo Zanca, Cangemi, D’Arrigo, Russo e Palano Quero chiederanno al partito di indire le primarie nazionali e locali. Sarà presentato anche il “Comitato Messina per Renzi”, a supporto della sua candidatura alla leadership del partito

Si terrà venerdì 21 settembre alle 10.30, nel salone delle Bandiere di palazzo Zanca, la presentazione di un documento politico sottoscritto da Filippo Cangemi (segretario del circolo cittadino libertà del Partito Democratico), Giacomo D’Arrigo (consigliere comunale di Nizza di Sicilia), Alessandro Russo (presidente del V quartiere) e Francesco Palano Quero (presidente del IV quartiere), per affermare alcuni principi relativi al rilancio del Partito Democratico.

Sarà anche l’occasione per presentare il primo “Comitato Messina per Renzi”, costituito a supporto della candidatura di Matteo Renzi, alla leadership del partito, che meglio rappresenta le motivazioni ideali e metodologiche degli organizzatori.

Gli organizzatori chiederanno al partito di puntare sulle primarie nazionali e locali, in vista delle elezioni amministrative, come metodo di scelta delle rappresentanze istituzionali e delle cariche interne; “principio sancito dallo statuto nazionale e regionale del partito. Il confronto – concludono – deve essere tra le persone, ma sulla base di programmi concreti e condivisi che nascano dalla partecipazione alla vita della comunità”.

3 commenti

  1. FINALMENTE si muove qualcosa nella palude in cui è precipitato il PARTITO DEMOCRATICO messinese, quello egemonizzato dal sistema di interessi di Francantonio GENOVESE. Chi ha creduto al rampollo, erede della borghesia politica ed economica, che ebbe nella Democrazia Cristiana il partito di riferimento, è rimasto profondamente deluso, sia dei diciotto mesi di sindacatura che dell’opposizione in questi quattro anni di Peppino Buzzanca. Non sarà facile riconquistare il VOTO di OPINIONE di chi guarda all’interesse generale dei messinesi, non a quello particolare della formazione professionale del nulla,del monopolio delle cooperative sociali nei servizi ai più deboli. Cosa dire dell’incertezza del PARTITO DEMOCRATICO nella difesa del territorio, ne ha dato prova non votando nei giorni scorsi l’emendamento dell’UDC sull’indice di costruzione dello 0,03 mc/mq esteso a gran parte della città. Dietro ogni tir che violenta la città, penetrandola da via La Farina e poi lungo il viale Europa, e ancora oggi attraversano viale Boccetta,i messinesi ci vedono anche Francantonio Genovese.

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  2. Val la pena di precisare un malinteso riguardo all’emendamento alla delibera “Salvacolline”, presentato dall’UDC e bocciato dal Consiglio Comunale.
    La delibera “Salvacolline”, voluta dall’ex ass. Corvaja, di fatto da mandato per abbattere gli indici delle aree a rischio idrogeologico portandoli allo 0.03 mc/mq, con destinazione agricola (consentendo quindi in queste aree coltivazione e conseguente cura e manutenzione).
    L’UDC ha presentato un emendamento, fortunatamente bocciato, che prevedeva per le stesse aree individuate dalla delibera non la destinazione d’uso a verde agricolo (quindi potenzialmente produttivo), bensì una destinazione d’uso a “verde ambientale”. Viene da chiedersi chi, secondo Guerrera, dovrebbe e potrebbe prendersi cura del verde ambientale, manutenendo il territorio per evitare incendi o frane…
    Per fortuna l’emendamento è stato bocciato!

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  3. Come al solito tocca ai commentatori di TempoStretto fare le veci delle belle addormentate della Commissione POLITICHE del TERRITORIO del Consiglio Comunale di Messina. Ho letto con attenzione il commento di ARCHIMEDE, dico adesso la mia. Nella terminologia urbanistica, agli studenti di architettura, che approcciano per la prima volta questa disciplina, spiegano che la differenza tra la destinazione a verde pubblico(ambientale?) e verde agricolo è la parziale edificabilità dei terrreni agricoli, con la potenziale costruzione di infrastrutture di tipo urbanistico, mentre il verde pubblico è gravato da un vincolo di assoluta in edificabilità. Conclusioni a cui arrivono sempre le Commissioni Tributarie quando respingono i ricorsi avversi la legittimità della ripresa fiscale sui terreni agricoli, cosa impossibile sul verde pubblico (ambientale?).
    Caro ARCHIMEDE, noi dissertiamo sulla terminologia, ma gli AMA TRAVAGGHIARI, dei quali spero tu sia acerrimo avversario, continuano a cementificare indisturbati.

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