Il Consiglio comunale invoca sicurezza a Palazzo, ma crolla sotto lo scontro tra Udc e Dr

Un episodio gravissimo, un’aggressione che poteva anche lasciare conseguenze ben più gravi, il timore e la preoccupazione che possa accadere ancora. Come del resto è già successo. Perché ciò che è andato in scena ieri mattina a Palazzo Zanca si era già verificato nei due giorni dell’irruzione degli ambulanti. Scene di violenza e minacce contro tutti, dal Sindaco, alle segretarie dei suoi uffici, fino ai giornalisti. Ieri è successo di nuovo e stavolta il giovane disperato che è riuscito indisturbato a raggiungere le stanze di Accorinti aveva anche un grosso bastone di legno che ha scagliato contro qualsiasi ostacolo si trovasse sul suo cammino. Solo grazie all’intervento della vigilessa del nucleo di sicurezza del Sindaco, dell’ingegnere comunale Giacomo Villari e del rappresentate della società Deloitte Michele Lulli, in quel momento in conferenza stampa in sala Giunta, è stato possibile evitare il peggio. Questa volta per fortuna nessuno si è fatto male, solo tanta paura. Ma rimane lo sconcerto per la facilità con cui un uomo, armato di un grosso bastone, è entrato nel Palazzo.

Il problema sicurezza all’interno del Comune si era presentato prepotentemente all’attenzione dell’amministrazione comunale nei giorni dell’assalto degli ambulanti, anche la Prefettura aveva riunito il Comitato per l’ordine e la sicurezza dando al Sindaco Accorinti le indicazioni sulle misure da adottare, in primis attivazione di sistemi di sicurezza passivi, come tornelli e telecamere di videosorveglianza, e lasciando nelle mani della Polizia Municipale il compito di garantire l’incolumità e la serenità di chi vive dentro la “casa di tutti”, così come la ribattezzò Accorinti nel giorno in cui tolse la famosa barriera che divideva i cittadini dal Palazzo.

Oggi in tanti si ritrovano a contestare quella scelta. E l’argomento ha inevitabilmente monopolizzato una parte dei lavori del Consiglio comunale, un Consiglio che già in passato ha più volte alzato la voce per segnalare la scarsa sicurezza tra i corridoi e le stanze de Comune e che oggi più che mai invoca azioni ferme e decise perché quanto accaduto ieri è inaccettabile.

A sollevare il problema il vicepresidente Nino Interdonato che ha chiesto ufficialmente alla Presidente Barrile di chiedere un’audizione urgente al Prefetto Stefano Trotta in modo da concordare insieme le misure d salvaguardia necessarie a tutelare chi ogni giorno opera a Palazzo Zanca. “A questo punto credo che l’amministrazione non voglia intervenire perché non è la prima volta che si verificano episodi di questo tipo, dunque tocca a noi consiglieri prendere in mano la questione e fare in modo che questo Palazzo torni ad essere sicuro” ha ammonito l’esponente Dr.

“Palazzo Zanca è ormai un porto di mare” gli ha fatto eco il consigliere Udc Franco Mondello che chiede con forza all’amministrazione di trovare una soluzione urgente se non si vogliono ripristinare i famosi tornelli e sulla stessa scia il capogruppo Pd Paolo David che proprio sui tornelli era intervenuto circa un mese e mezzo fa, ma che in alternativa chiede misure più incisive da parte della Municipale. “Il corpo di guardia all’ingresso di Palazzo Zanca dovrebbe quantomeno identificare chi entra e chi esce, sappiamo bene le carenze della Polizia municipale però se non riescono a tutelarci quantomeno devono farlo presente” ha dichiarato l’esponente Pd. Anche dai capigruppo del Megafono, Pippo De Leo, e del Nuovocentrodestra, Daniela Faranda, una condanna spietata di quanto accaduto e l’appello al Sindaco, molto più duro invece il capogruppo di Forza Italia Pippo Trischitta che proprio nel giorno in cui Accorinti tolse quella barriera ebbe il primo scontro infuocato con il primo cittadino e, come ha tenuto a ricordare, anche con il Comandante Calogero Ferlisi che aiutò Accorinti a rimuovere le porte di vetro. Piero Adamo ha parlato di un palazzo che senza filtri è oggettivamente incontrollabile, unanime però il messaggio rivolto all’amministrazione: più sicurezza. L’assessore Sergio De Cola, presente in aula, ha garantito che porterà la questione già oggi in giunta per discutere con l’intera amministrazione quali provvedimenti adottare, nel frattempo però la presidente Barrile ha annunciato che i capigruppo chiameranno nuovamente in aula il Comandante Ferlisi per capire insieme cosa è possibile fare nell’immediato. Unica voce fuori dal coro quella di Gino Sturniolo, che ha parlato anche a nome della collega Lo Presti, e che continua a credere che barriere e tornelli rischiano di aumentare ancor di più la distanza con i cittadini e a fomentare ancor di più la rabbia. “Dobbiamo provare a trovare la strada del dialogo con la città e costruire un rapporto proficuo con la Municipale” ha detto Sturniolo in un’aula che però, quasi all’unanimità, vuole azioni decisive e immediate.

E se sul problema sicurezza si sono trovati tutti d’accordo, l’idillio in aula si è spezzato sulla proposta dell’Udc di trattare l’ordine del giorno sulla sanità messinese. I centristi avevano presentato la proposta pochi giorni fa (VEDI QUI) con l’obiettivo di portare sui tavoli regionali un’idea nuova per il futuro dell’ospedale Piemonte e per il recupero dell’ex Margherita. Erano certi di trovare massimo appoggio tra i colleghi. Ma evidentemente non avevano fatto i conti con la spaccatura che si è palesata pochi giorni fa sulla rinegoziazione mutui, quando l’assenza in massa dell’Udc ha costretto i Dr a presentarsi in fretta e furia per garantire quel numero legale che altrimenti avrebbe fatto crollare l’operazione finanziaria targato Guido Signorino. E sono stati proprio i Dr a “farla pagare” ai colleghi di una coalizione che sembra non esserci più. Il vicepresidente Interdonato aveva fatto la controproposta di trattare la delibera che inserisce il consenso alla donazione degli organi sulla carta d’identità, etichettando di fatto come inutile l’atto dell’Udc che dovrebbe essere piuttosto presentato da un deputato regionale all’Ars. Così, nel momento in cui l’aula ha scelto di andare avanti sulla richiesta dei centristi, i Dr hanno deciso di abbandonare il campo. Ufficialmente perché in disaccordo sulla questione sanità, anche se è inevitabile non pensare ad una prima “ripicca” politica per dare un’ulteriore prova di forza nei meccanismi d’aula.

Immediata la reazione di Piero Adamo che ha stigmatizzato l’atteggiamento dei Dr e chiedendo di esaurire le schermaglie tra i gruppi in altre sedi e non in quella del Consiglio dove alla fine si rischia solo di non rendere un buon servizio alla città.

Ancor più duro l’affondo dell’Udc Franco Mondello che ha definito l’atteggiamento dei Dr “inspiegabile” sotto il profilo della funzionalità del ruolo del Consiglio. “Riteniamo che la fuoriuscita di esponenti dell’aula sia una conseguenza egoistica di qualche gruppo politico che dimentica quanto sia importante in questo momento far sentire la voce della cittadinanza. Noi si sta facendo un torto al Consiglio ma alla città di Messina perché il nostro contributo sulla questione sanità non ci sarà” ha dichiarato Mondello, non risparmiando attacchi neanche contro il Pd che Paolo David aveva dichiarato a favore della proposta, ma che nei numeri mancava totalmente, considerato che al momento della discussione del gruppo capitanato da David erano solo in tre. “Il Pd si era fatto garante di avere una tenuta d’aula e invece non siete in grado, mentre intanto qua va in scena la recita di fare un torto all’Udc mentre il torto lo stiamo facendo alla città. Registriamo una dichiarazione di guerra fatta su un ordine del giorno dal vicepresidente Interdonato a nome dei Dr e il Pd a quanto pare si deposita nelle loro mani. Da oggi in poi ci comporteremo di conseguenza”. E Mondello non le ha mandate a dire neanche al centrodestra: “Evitate matrimoni equivoci, avete una dignità, dimostratela”, evidentemente riferendosi all’asse con il Pd che in occasione dell’ultima seduta ha spinto per la rinegoziazione dei mutui.

Da David una risposta stizzita e piccata: “Il Pd in da due anni non ha fatto da stampella a nessuno, non abbiamo nulla a che dividere con l’amministrazione, ma saremo opposizione propositiva. I partiti non ci sono, l’aula non c’è, ma noi non ci depositiamo nelle mani di nessuno. Abbiamo una nostra dignità e un nostro percorso, i giochini delle parti non li accettiamo”.

E questa l’ulteriore replica del gruppo Dr agli attacchi ricevuti in aula:“Il nostro atteggiamento non vuole essere una mancanza di rispetto nei confronti dell'istituzione Consiglio comunale, ma certamente non possiamo permetterci il lusso di perdere tempo discutendo di atti di cui non abbiamo: competenza, conoscenza e potestà legislativa. Le norme sanitarie, come spiegava brillantemente il direttore generale dell’Asp Messina, Gaetano Sirna, sono tali e tante da rendere impossibile l'attuazione del progetto contenuto nella mozione in discussione in aula. Questa strada legislativa era stata intrapresa nella commissione sanità regionale dall'on. Rinaldi il quale brillantemente si è reso conto per tempo dell'inattuabilità tecnica della stessa, sottoscrivendo il ddl Formica-Picciolo. Stante queste valutazioni abbiamo ritenuto di evitare di partecipare ad un dibattito sterile e non costruttivo per la sanità messinese”.

Alla fine su questo scontro è caduto il numero legale e un’altra seduta del Consiglio è andata a vuoto senza riuscire a concludere nulla. Oggi si replica alle 12.30 (che come di consueto diventeranno almeno le 14 perché ormai il ritardo è abitudine cronica). In aula alla fine solo i consiglieri Adamo, Barrile, Cantali, Cardile, Crisafi, Cucinotta, David, Faranda, Gioveni, Iannello, Lo Presti, Mondello, Perrone, Russo, Rizzo, Santalco, Sturniolo, Vaccarino.

Francesca Stornante