Trischitta replica all’Orsa: “Su Atm sono stato il primo a chiedere di mandare le denunce in Procura”

Ieri il pesante attacco politico al consigliere comunale Pippo Trischitta e all’amministrazione Accorinti. Le due facce di una polemica che in questi giorni ha tenuto banco dentro e fuori Palazzo Zanca, varcando anche i confini dello Stretto, sono finite nel mirino del sindacato Orsa. Il sindacato ha chiesto al capogruppo di Forza Italia di allargare le sue indagini all’Atm, di non fermarsi solo sulle spese istituzionali del sindaco Accorinti ma di entrare all’interno dell’azienda trasporti dove da tempo l’organizzazione sindacale denuncia presunte anomali e irregolarità nella gestione generale da parte della governance del direttore Giovanni Foti. Ma perché proprio Trischitta? Non solo per la sua ultima battaglia veemente su scontrini e missioni, su caffè e bufalotte, su compleanni e spese istituzionali. L’Orsa indirizza la sua missiva al capogruppo di Forza Italia perché il fratello è un dipendente Atm su cui sono stati avanzati sospetti di scatti di carriera troppo veloci. Una prassi che l’Orsa ha denunciato più volte in questi ultimi mesi e che riguarderebbe diverse frange di lavoratori. Per questi motivi è stato chiamato in causa Pippo Trischitta che però oggi rispedisce al mittente ogni richiesta, ricordando che appena quattro mesi fa durante una commissione consiliare, a cui aveva partecipato anche il segretario di Orsa Mariano Massaro, il sindacato aveva sollevato pesanti ipotesi di irregolarità sull’andamento di Atm. La commissione era stata sollecitata dagli ex consiglieri comunali Nina Lo Presti e Gino Sturniolo che avevano sposato la causa di Orsa, e i punti su cui si era surriscaldato il dibattito erano le dubbie modalità utilizzate per i troppi avanzamenti di carriera che si sono registrati con l'attuale gestione, il mancato pagamento degli arretrati contrattuali, esasperato ricorso al lavoro straordinario, mansioni affidate a personale non aventi requisiti.

Proprio in quell’occasione fu Pippo Trischitta a definire troppo gravi le dichiarazioni rese in aula e a chiedere che il verbale della seduta venisse trasmesso in Procura. Nella convinzione che se ci sono illegittimità dovrebbero essere denunciate nelle sedi competenti. Per questo i componenti della commissione alla fine avevano anche votato per inviare gli atti della seduta in Procura, mettendo tutto nelle mani del segretario generale Antonio Le Donne.

F.St.